Colònia¹

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colonia1


colònia1 s. f. [dal lat. colonia, der. di colonus «colono»]. – 1. Presso gli antichi, gruppo di cittadini di uno stato che per decreto pubblico o di propria spontanea volontà si stabilivano in un paese lontano, per abitarlo, coltivarlo, incivilirlo, acquisirlo agli ordinamenti e ai costumi della madrepatria, con la quale conservavano legami spirituali, giuridici ed economici; il paese stesso e le città da essi abitate: le c. greche di Sicilia; le c. romane in Spagna; la c. fenicia di Cartagine; Marsiglia, antica c. focese; piantare, fondare, stabilire una c.; ricca, grande, potente, fiorente c.; c. militare, costituita per lo più in regioni di confine o in luoghi di particolare importanza strategica. 2. In età moderna, possedimento di uno stato, di solito situato in territorio lontano (spesso transmarino) e abitato da popolazioni indigene per lo più economicamente sottosviluppate, le quali non godono degli stessi diritti civili dei gruppi etnici provenienti dallo stato dominante: le ex-c. britanniche, portoghesi, francesi; le ex-c. italiane dell’Africa; la conquista, la perdita delle c.; lo sfruttamento delle c.; andare in colonia; fare vita di colonia. In senso fig. (spec. nella polemica giornalistica), essere ridotto, ridursi a c., di uno stato divenuto satellite di un altro, ad esso soggetto. 3. estens. a. Insieme di persone che (per cause soprattutto di lavoro) si stabiliscono in un paese straniero o in una regione o città diversa da quelle di origine: formare una c.; la c. italiana di Stoccolma; la c. francese di Roma; la c. napoletana di Milano. b. scherz. L’insieme dei villeggianti in un dato luogo: la c. dei bagnanti; una numerosa c. di villeggianti. 4. a. Denominazione di istituti benefici (c. estive, marine, montane, alpine, elioterapiche) che procurano ai bambini un soggiorno estivo in luoghi di villeggiatura o di cura. b. La sede dove il soggiorno ha luogo, e lo stabilimento, anche soltanto provvisorio, che ospita i bambini: andare in c.; adattare una scuola a c. marina durante l’estate. c. L’insieme dei ragazzi o bambini che frequentano una colonia. 5. C. penale o penitenziaria, penitenziario a regime duro, in uso spec. nel passato, lontano dalla madrepatria e destinato ai delinquenti abituali o considerati pericolosi che dovevano scontare lunghe pene: la c. penale della Caienna; una c. di coatti. C. agricola, unico esempio di colonia penale prevista dal diritto vigente italiano, come misura di sicurezza detentiva alla quale possono essere sottoposti, se socialmente pericolosi e dopo aver scontato la pena, i delinquenti abituali, professionali o per tendenza; prevede l’internamento in case di reclusione e lo svolgimento di un lavoro agricolo. 6. In biologia, aggregato di più individui. In partic.: a. In botanica, associazione di cellule, temporanea o permanente, formatasi per scissione di una cellula inizialmente libera, e nella quale le singole cellule conservano la loro individualità e per lo più anche la loro indipendenza. Formano colonie molte specie di alghe azzurre, di diatomee, diverse cloroficee e alcuni batterî. b. In zoologia, aggregato di individui (chiamato più propriam. cormo) prodotti per scissione o per gemmazione e che rimangono tutti uniti in un substrato comune. c. In microbiologia, l’insieme delle cellule di microrganismi (batterî, lieviti, muffe, ecc.) originato da un’unica cellula che si moltiplichi su terreno a base di agar e che formi aree rotondeggianti di caratteristica morfologia (colonie lisce, ruvide, settate, ecc.). d. Per analogia con il sign. primo e più generico, insieme di animali che emigrano in un luogo lontano dalla regione d’origine, e insieme di piante che si sviluppano fuori dell’area tipica della specie.