Bruciato

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bruciato


agg. e s. m. [part. pass. di bruciare]. – 1. Arso dal fuoco: un mucchio di paglia b.; morì b.; acciaio b. (v. bruciatura); terra b., v. terra nel sign. 3; riarso, inaridito, scottato dal sole: le erbe erano tutte b.; è venuto via dalla spiaggia con la faccia e le spalle b.; ore b., quelle del meriggio nell’estate: m’accoglieva in quelle ore bruciate Sotto ombrello di trine una mimosa (Pascoli); per estens., ore inopportune: venire a dar noia in quest’ora bruciata! 2. Detto di colore, e aggiunto di solito ad altre determinazioni, indica sfumature che tendono verso il bruno dorato: color pane b., un bel paglierino b., ocra b., un cavallo baio bruciato. 3. Come s. m., solo al sing., con valore neutro: sento puzzo di b., di cosa bruciata, anche in senso fig., per indicare una situazione pericolosa o non chiara, per esprimere il sospetto di una malefatta altrui, o sim. (e così, questa faccenda puzza di b.); analogam., sapere, aver sapore di b., prendere di bruciato, riferito a vivande tenute troppo a lungo sul fuoco o cotte a fiamma troppo viva. 4. fig. La parola ha acquistato, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, accezioni nuove, in parte sviluppatesi dai sign. tradizionali, in parte nate proprio dalle esperienze della guerra e del dopoguerra: a. Perduto, reso o rimasto vano, inutile, in espressioni come ore b., tempo b., e sim. b. Fallito, soprattutto con riferimento alle giovani generazioni che, sorprese dalla seconda guerra mondiale nei loro anni migliori, sono rimaste come stroncate nel loro naturale sviluppo, e danneggiate dalle sofferenze e dalle privazioni belliche e postbelliche. c. Privo di fondamenti morali, ribelle alla tradizione e alla società; accezione, quest’ultima, appartenente in modo particolare all’espressione gioventù b. (alla cui diffusione ha contribuito, tra l’altro, negli anni ’50 del Novecento, l’omonimo titolo italiano di un film, in ingl. Rebels without a cause, interpretato dall’attore J. Dean), ma che è stata adoperata anche con uso più ampio, in frasi come: un ragazzo b. dalle cattive compagnie; il nostro tempo non è così b. come si crede, e altre simili. Le espressioni generazione b. e gioventù b. sono state riferite anche a gruppi giovanili di contestazione come i teddy boys e gli angry young men («giovani arrabbiati») inglesi, la statunitense beat generation, i blousons noirs francesi e gli stiliaghi russi.