Bibliotèca

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biblioteca


bibliotèca s. f. [dal lat. bibliotheca, gr. βιβλιο- ϑήκη, comp. di βιβλίον «libro» e ϑήκη «deposito»]. – 1. Raccolta di libri per uso di studio, e anche il luogo stesso (sala o edificio) dove si conservano: «biblioteca» (bibliothéke) vuol dire, però, innanzi tutto, «scaffale»: scaffale sui cui ripiani si depongono i rotoli, quindi ovviamente anche l’insieme dei rotoli, e solo per traslato la sala (quando si cominciò a costruirne) in cui erano collocate «le biblioteche» (Luciano Canfora); b. privata, pubblica, comunale, universitaria, nazionale, ecc. (e come nome proprio: B. Laurenziana, a Firenze; B. Apostolica Vaticana, ecc.); b. scolastica, la biblioteca degli istituti d’istruzione media riservata agli alunni e ai professori; b. circolante, quella che dà in prestito libri di cultura generale o di letteratura amena, gratuitamente o dietro pagamento di piccole quote; andare in b., frequentare una b.; fig.: è una b. ambulante o vivente, di persona dottissima. 2. Mobile a scaffale destinato a contenere libri. 3. Nell’antichità, nome di varie opere storiche o antiquarie di compilazione; per es., la B. storica (῾Ιστορικὴ βιβλιοϑήκη) di Diodoro Siculo, storia universale in 40 libri dalle origini al primo consolato di Cesare. 4. a. Titolo di collezioni di opere che trattano una determinata materia o temi affini, ma che possono essere anche di argomento vario: B. Sonzogno, B. diamante, B. di cultura moderna, ecc. b. Titolo di riviste culturali (come la B. Italiana, periodico milanese fondato nel 1816) o di associazioni di studî (per es., la B. filosofica fondata a Firenze da un gruppo di studiosi nel 1906). ◆ Degli alterati il più com. è il dim. bibliotechina; rari il dim. e spreg. bibliotecùccia, l’accr. bibliotecóna e il pegg. bibliotecàccia. TAV.

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