Benedétto

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benedetto


benedétto agg. [part. pass. di benedire]. – 1. a. Che ha avuto la benedizione divina: acqua b.; l’ulivo b., nella ricorrenza della Pasqua. b. estens. Che ha avuto la benedizione del cielo, quindi ricco di doni, ben dotato e sim.: quella è una terra b., fertile, assai produttiva; ha le mani b., di persona che riesce bene in ogni cosa che fa. c. Più genericamente, di cosa fausta, che ha recato gioia, consolazione, giovamento: nel b. giorno che s’erano ritrovati; ricordo ancora le sue b. parole. 2. Santo, beato, sacro: la Vergine b.; La sposa di colui [Cristo] ch’ad alte grida Disposò lei col sangue b. (Dante); oltre quai mari ... fior si coglie, Che non conosca de’ tuoi miti altari Le b. soglie? (Manzoni). E ricordando con rispetto un defunto: la memoria b. di sua madre; quell’anima benedetta. 3. Col verbo essere, spesso sottinteso, è espressione di lode, di esaltazione, di ringraziamento: Dio sia b.; b. il nome di Gesù!; b. l’Altissimo; che tu sia b.; b. la sua carità!; Benedetta colei che in te s’incinse! (Dante). 4. È frequente, nell’uso fam., per esprimere amoroso rimprovero: b. figlioli!; quanti pensieri mi dà quel b. ragazzo; o impazienza, disappunto, malumore e sim.: ah quando l’avrò passata quest’Adda b.! (Manzoni); quando arriva questo b. tram?; sono stufo di questi b. esami; sei davvero un benedett’uomo. E con più evidente valore antifrastico: quel b. mutuo m’ha tolto il sonno; b. seccatori!; b. la sfortuna che mi perseguita! 5. Legno b., il legno, durissimo, ricavato dall’albero di guaiaco, detto anche legno santo. 6. s. m. Male del b., o benedetto senz’altro, antica denominazione dell’epilessia: gli assalti di convulsioni epilettiche, chiamate volgarmente benedetto (G. Targioni Tozzetti). Il nome, che ricalca quello più dotto di morbo sacro (già lat. e gr., morbus sacer, ἱερὰ νόσος), è ancora vivo nell’uso pop. tosc. per indicare gli episodî convulsivi dell’infanzia.