ZAMORA

Enciclopedia Italiana (1937)

ZAMORA (A. T., 39-40)

Giuseppe Caraci
José F. Rafols
José A. De Luca

Capoluogo di una delle tre provincie del León, nella Spagna settentrionale. È città assai antica ed ebbe un periodo di grande splendore nell'alto medioevo; ora poco più che un modesto borgo rurale, se pur sempre una delle località artisticamente più notevoli della pemsola: risparmiata, per sua fortuna, dalle trasformazioni moderne che hanno alterato il carattere di antichi e gloriosi centri spagnoli.

Zamora è collocata a 640 m. s. m., sulla riva sinistra del Duero, che qui è abbastanza elevata sul pelo d'acqua del fiume e si prestava quindi bene alla difesa, sì che la città era considerata una delle principali piazzeforti del regno di León. L'abitato urbano risulta dalla riunione di più quartieri, non tutti topograficamente saldati. Il nucleo più antico, ben individuato dal decorso delle mura in gran parte ancora in piedi con i loro bastioni e due magnifiche porte, si dispone lungo il fiume, che attraversa con due ponti - il vecchio di pietra - allargandosi assai in profondità verso levante: onde la forma assai irregolare della sua pianta. Le strette e buie strade, fiancheggiate da alti edifici, conferiscono a Zamora un carattere di singolare severità e tristezza, che la passata grandezza fa apparire anche più immediata al visitatore.

La popolazione di Zamora, che era di circa 10 mila abitanti al principio del sec. XIX, è salita dopo un secolo a poco più di 20 mila. Zamora è riunita per ferrovia a Madrid e si trova sulla linea che da Salamanca porta a La Coruña.

Monumenti. - Delle antiche mura restano importanti avanzi. La cattedrale, innalzata nel 1151-1174, è di stile romanico; probabilmente disegnata da un architetto forestiero, forse francese, si distingue per elementi che ricordano l'arte "normanna" di Sicilia. Ma il suo aspetto primitivo fu modificato da aggiunte posteriori e nel sec. XVI le tre absidi primitive furono sostituite da altre. Le navate sono separate da archi acuti su pilastri polistili; a mezzo del transetto, la cupola è a nervature, fiancheggiata all'esterno da quattro torrette coperte di cupoline a bulbo. Il coro ha stalli riccamente intagliati (sec. XVI); la cappella principale, dello stile gotico del sec. XV, ha un altare rappresentante la Trasfigurazione, che fu eseguito sui disegni di Ventura Rodriguez. Nella cappella del cardinale Juan de Mella un'importante pala d'altare di Fernando Gallegos; nella cappella di S. Giovanni è la tomba del canonico Juan de Grado, lavoro del 1507. La porta laterale a mezzogiorno, detta "del Vescovo", è un notevole esempio di simile romanico. La facciata settentrionale ha una porta neoromanica. Il chiostro fu costruito sui disegni di Fernando de Nates sotto la direzione di Juan Gómez de Mora. Sono di tipo romanico le chiese di S. Maria de la Horta e di S. Vincenzo, mentre appartengono all'arte gotica quelle di S. Giovanni e dei Santi Pietro e Ildefonso; quest'ultima con campanile rifatto nel 1719 da Joaquín de Churriguera. La Casa de los Momos è di stile isabelliano.

Bibl.: J. M. Quadrado, Valladolid, Palencia y Zamora, in España, sus monumentos y artes, su naturaleza e historia, Barcellona 1885; L. Torres-Balbás, Los cimborios de Salamanca, Zamora y Toro, in Arquitectura, 1922; M. Gómez-Moreno, Catálogo monumental de la provincia de Zamora, Madrid 1927; E. Lambert, L'art gothique en Espagne aux XIIe et XIIIe siècles, Parigi 1931.

Storia. - S'ignora l'epoca della fondazione di Zamora, ma si sa che è molto antica e che i suoi abitanti combatterono contro i Romani nell'esercito di Viriato. Ripresa agli Arabi da Alfonso I fino dal 757, fortificata da Alfonso III nell'893, Zamora fu per parecchio tempo contesa fra i re della provincia di León e gli Arabi: questi ultimi la assediarono nel 901, ma furono respinti. Tornarono all'attacco varie altre volte nel sec. X, riuscendo infine a occuparla dal 988 al 1002. Ma in quest'anno, definitivamente sconfitti, dovettero abbandonare la città che da allora rimase in possesso dei re di León. Alla morte di Ferdinando I, Zamora toccò a Donna Urraca; il re Sancho vi pose l'assedio, ma essendo stato assassinato da Bellido Dolfos, la città restò libera il 6 ottobre 1072. In tale occasione avvenne l'episodio della famosa sfida per accusa di tradimento tra Castigliani e Zamorani, i quali ultimi riuscirono vincitori.

La provincia di Zamora. - Occupa la parte centrale dell'antico regno di León, in Spagna, segnando a occidente il confine col Portogallo. L'attraversano il Duero, nel cui bacino è tutta compresa, e il suo affluente Esla, che ne divide la parte settentrionale, più ampia, in due zone distinte. A oriente si stende la tipica pianura della meseta, senz'alberi, con grandi pascoli e campi di cereali; a occidente un confuso dedalo di colline e montagne, che si adergono fin oltre 2000 m. nella regione di frontiera e in quella che trapassa nel Leonese (Peña Negra 2119 m.), dove s'aprono valli profonde (Río Tera) a clima fresco e umido (La Sanabria) e quindi favorevole alle colture arboree e all'allevamento. Man mano che si procede verso S., però, queste condizioni mutano rapidamente, sino a che, sulla sinistra del Duero, il territorio riprende, nella Tierra de Sayago, i caratteri delle zone più desolate della meseta, adatte appena all'allevamento del bestiame brado e a un'agricoltura rudimentale. Solo in vicinanza del fiume (La Ribera), che rende possibile l'irrigazione, compaiono, con carattere di oasi, le coltivazioni specializzate (ortaggi, frutta). La vigna prospera bene a S. di Zamora (Tierra de Vino), dove l'umidità è maggiore; a NE. invece si trapassa nella steppa del distretto di Villalpando, caratterizzate dalla comparsa di lagune salate (Villafáfila, Tapioles, Villarin), che preannunciano la vicina Tierra de Campos. Mancano le industrie, nonostante le grandi possibilità cui si presta l'enorme riserva idrica del Duero.

La provincia, che misura 10.572 kmq., ha una popolazione di 288.660 ab. (1930; 250.000 nel 1877), con una densità quindi, tra le più basse della Spagna (27 ab. a kmq.). I centri abitati hanno tutti carattere prettamente rurale, eccetto Zamora e Toro (8 mila ab.), antica città anch'essa sul Duero, già capoluogo di provincia.