YUCATÁN

Enciclopedia Italiana (1937)

YUCATÁN (A. T., 147)

Emilio MALESANI
Ezequiel A. CHAVEZ

Stato del Messico, che occupa la parte settentrionale della penisola dello stesso nome, tra lo stato di Campeche a O. e il territorio di Quintana Roo a SE. Ha una superficie di kmq. 61.974 e una popolazione di 390.629 ab. (1930), con una densità di 6,3 per kmq. La popolazione è formata per due terzi di indiani Maya puri, per il resto da Bianchi e meticci.

Il territorio è quasi tutto pianeggiante, con rilievi collinosi che al massimo raggiungono i 200 m. s. m.; mancando perciò l'azione dell'altitudine, che si fa sentire in tanta parte del Messico, lo Yucatán ha dappertutto un clima tropicale di bassopiano. Le precipitazioni sono in complesso scarse e la media annua è di 808 millimetri a Mérida, la capitale, ma appena di 403 mm. a Progreso sulla costa, mentre sale a 1048 mm. a Tizimin nell'interno; le piogge cadono specialmente nei mesi estivi, ma mancano quasi del tutto da gennaio ad aprile. La temperatura media annua è elevata: 25°,8 a Mérida, con 28°,9 in maggio e 22° in gennaio, per quanto sia mitigata, specie sulla costa, dall'azione dei venti del nord.

A causa della natura carsica del territorio mancano corsi d'acqua superficiali e le acque che scorrono in profondità sono utilizzate per mezzo di pozzi: anche l'acqua da bere è provveduta in tal modo, oppure raccolta in cisterne durante la stagione piovosa. La vegetazione ha carattere xerofilo, con predominio di steppe erbacee e di cespugli spinosi. L'agricoltura è abbastanza sviluppata e, oltre ai prodotti comuni al bassopiano, produce abbondante canna da zucchero e hennequén o sisal, che trova nello Yucatán il campo della principale produzione.

L'industria comprende opifici per la lavorazione della canna da zucchero e della fibra del hennequén, ma per il resto è limitata a piccole fabbriche di birra, tabacchi, saponi e cioccolato che rispondono alla modesta domanda locale.

Lo Yucatán, a causa delle distanze e delle grandi difficoltà di comunicazione con il resto della repubblica, ha una vita quasi indipendente che si concentra nella capitale Mérida, che coi suoi 96.182 ab. è la quinta città del Messico; a essa fanno capo le linee ferroviarie che formano la rete di comunicazioni interne dello Yucatán e uniscono Mérida al porto di El Progreso e a quello di Campeche.

Le esportazioni di fibra sisalana, sale, legnami, resine - come le importazioni - avvengono attraverso i porti già ricordati di El Progreso e di Campeche: al movimento della posta e dei passeggeri provvede ora una linea aerea.

La razza indigena dello Yucatán è quella dei Mava, la cui meravigliosa civiltà, che vi fioriva dal sec. X, era già in decadenza nel sec. XV, lasciando rovine monumentali specialmente a Uxmal, Mayapán, Izamal e Chichén-Itzá. I bianchi, Valdivia y Aguilar, Hernández de Córdoba, Juan de Grijalva, Hernán Cortés, vi giunsero dal 1515 al 1519. I tre Francisco Montejo, padre, figlio e nipote, conquistarono lo Yucatán dal 1527 al 1540, nel qual ultimo anno Montejo figlio fondò la capitale Mérida. La penisola, cristianizzata dal pio francescano fra Jacobo de la Testera e poi da fra Luis de Villalpando e da fra Diego de Landa, che più tardi ne fu vescovo, rimase per qualche tempo sotto l'autorità dell'Udienza di Guatemala, finché formò la Capitaneria generale di Yucatán. Si proclamò indipendente dalla Spagna il 15 settembre 1821. Precedenti conflitti con la parte occidentale del suo territorio (Campeche) si rincrudirono a un tratto, e una terribile guerra di casta con gl'Indî alla metà del sec. XIX mise lo Yucatán in una situazione per molto tempo difficilissima. Il 3 maggio 1858 lo Yucatán e il Campeche si separarono, e l'azione efficace del presidente Porfirio Diaz pose termine definitivamente alla guerra con gl'lndî creando il territorio federale di Quintana Roo, a oriente, il 24 novembre 1902.