Szymborska, Wislawa

Lessico del XXI Secolo (2013)

Szymborska, Wislawa


Szymborska, Wisława. – Poetessa polacca (Kórnik 1923 - Cracovia 2012). Nel 1931 si è trasferita con la famiglia a Cracovia, città in cui si è diplomata nel 1941 sotto l'occupazione nazista e in cui ha studiato letteratura e sociologia nel dopoguerra. L’esordio poetico è segnato dal volume Dlatego żyjemy (1952, «Per questo viviamo»), ancora legato al realismo socialista, ma è con il terzo libro, Wołanie do Yeti (1957; trad. it. Appello allo Yeti, 2005) che avviene la sua vera affermazione in patria. Ha aderito al Partito comunista polacco, ma ancor prima di distaccarsene pubblicamente nel 1960 ha cominciato a frequentare i circoli intellettuali dissidenti. Dal 1953 al 1981 ha tenuto sul settimanale Życie Literackie («Vita letteraria») una rubrica di recensioni, poi raccolte progressivamente nei quattro volumi delle Lektury nadobowiązkowe (trad. it. Letture facoltative, 2005 e Ok? Nuove letture facoltative, 2007). Tradotta in inglese da C. Miłosz, ha ottenuto nel 1996 il premio Nobel per la letteratura. Da allora ha conosciuto un successo internazionale, in Italia testimoniato anche dalla traduzione di tutte le sue principali raccolte poetiche, come da ultimo Dwukropek (2005; trad. it. Due punti, 2006), ma anche dalle antologie Vista con granello di sabbia (1998) e Discorso all’ufficio oggetti smarriti (2005), dalla raccolta delle Opere (2008) e dal fortunato volume La gioia di scrivere. Tutte le poesie 1945-2009 (2009), che comprende anche l’ultima silloge, Tutaj (2009; trad.it Due punti/Qui, 2010).

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