WETTIN

Enciclopedia Italiana (1937)

WETTIN

Carlo Antoni

Famiglia principesca della Turingia, che prese il nome dal castello di Wettin sul fiume Saale. Da essa discende la dinastia dei re di Sassonia.

Capostipite un Dietrich I, che verso il 1000 possedette terre in Svevia. Il primo a portare il titolo di conte di W. fu un certo Thimo. La potenza della famiglia si affermò durante la lotta delle investiture, nella quale parteggiò attivamente per Enrico IV. Questi investì nel 1088 il conte Enrico I, detto il Vecchio, della marca di Meissen. Spentasi nel 1127, con Enrico il Giovane, la linea principale, l'imperatore Lotario II investì della marca un figlio della sorella del defunto, Corrado di W. La famiglia parteggiò per gli Svevi. Nel 1242 Federico II tolse al ribelle Enrico Raspe il langraviato di Turingia"e lo conferì a Enrico il Sereno margravio di Meissen, che però dovette lottare col duca Enrico di Brabante nella cosiddetta "guerra di successione di Turingia" per quasi un ventennio prima di entrare in possesso del paese. La fortuna della famiglia fu messa in pericolo da Alberto il Degenerato, che, in conflitto con i figli, vendette nel 1294 la Turingia a re Adolfo di Nassau. Però uno dei figli, Federico il Morso, riuscì a mantenersi nel paese, di cui ebbe poi l'investitura formale da Arrigo VII di Lussemburgo. Suo figlio, Federico il Serio, dovette sostenere una grave lotta con i suoi vassalli, la cosiddetta "guerra dei conti di Turingia". La crisi si aggravò allorché nel 1382 tra i figli e i nipoti di costui - tra i quali Federico il Litigioso - si giunse a una spartizione dei territorî.

Spentasi nel 1422 la casa degli Ascanî della linea di Wittenberg, elettori e duchi di Sassonia, l'imperatore Sigismondo, che aveva bisogno dell'aiuto di Federico il Litigioso per combattere gli Ussili, conferì a costui l'investitura del ducato e la dignità elettorale. In tal modo la casa dei W. divenne, accanto a quella degli Hohenzollern del Brandeburgo, una delle maggiori potenze del nord-est della Germania. I figli del Litigioso, Federico il Mansueto e Guglielmo, ereditarono nel 1440 i possessi degli altri rami, la Turingia e Meissen, ma finirono per combattersi, con l'appoggio l'uno dell'imperatore Federico III d'Austria, l'altro del re utraquista di Boemia Giorgio Poděbrady. I figli di Federico, l'elettore Ernesto e il duca Alberto, eredi anche dello zio Guglielmo, seppero destreggiarsi tra il Poděbrady, gli Hohenzollern, l'imperatore e Mattia Corvino d'Ungheria, così da poter ingrandire i loro possessi e assicurare alla famiglia posizioni importanti nell'impero (un figlio di Ernesto divenne elettore di Magonza, un altro arcivescovo di Magdeburgo, e un figlio di Alberto divenne Gran maestro dell'Ordine teutonico). Scoppiato però un dissidio tra i fratelli, si giunse il 26 agosto 1485 a una spartizione: all'elettore Ernesto toccò la Turingia, al duca Alberto Meissen. Da allora le due linee, la ernestina e l'albertina, andarono per vie diverse.

A Ernesto successe nel 1485 il figlio Federico il Saggio, uno dei principi più autorevoli della Germania, protettore di Lutero e fautore della Riforma. Suo fratello Giovanni, che gli successe nel 1525, fu con Filippo d'Assia a capo della Lega di Smalcalda. Il duca Giorgio il Barbuto della linea albertina resistette alla Riforma, alla quale invece aderì suo fratello Enrico il Rio, che gli successe nel 1539. Il figlio di costui, duca Maurizio, prese le parti dell'imperatore Carlo V, assunse l'esecuzione del bando contro suo cugino Giovanni Federico e, quando costui cadde prigioniero, ottenne dall'imperatore il ducato di Sassonia e l'ambita dignità elettorale (1548). Svolse allora un'avventura politica europea, che si concluse con la sua morte in battaglia (1553). Suo fratello Augusto si conciliò con gli Ernestini, ai quali restituì alcune città e castelli. La linea ernestina andò però perdendo ogni importanza, frazionandosi in varî rami, che continuarono a vivere nel piccolo mondo degli staterelli della Turingia.

Durante la guerra dei Trent'anni l'elettore Giovanni Giorgio I parteggiò ora per gli Svedesi ora per l'impero col risultato di esporre il paese a tutti gli orrori della guerra e di perdere la posizione di capo dei protestanti. Alla sua morte avvenne una spartizione tra i figli, in virtù della quale si formarono nel 1657 tre linee collaterali: Sassonia-Weissenfels, Sassonia-Merseburg e Sassonia-Zeitz. Si spensero però tutte nella prima metà del sec. XVIII e i loro possessi ritornarono alla linea elettorale.

Da allora la storia della famiglia dei W. si identifica con quella della Sassonia. L'elettore Federico Augusto I fu eletto re di Polonia, convertendosi nel 1697 al cattolicesimo. Federico Augusto III, alleatosi a Napoleone, assunse nel 1806 la corona di re di Sassonia col nome di Federico Augusto I, ed ebbe anche, dopo Tilsit, il granducato di Varsavia. Ultimo re di Sassonia fu Federico Augusto III, che perdette il trono con gli altri sovrani tedeschi nel novembre del 1918. Alla sua morte (1932), capo della casa dei W. è divenuto il principe Max.

Bibl.: G. W. Böttiger, Geschichte des Kurstaats und Königreich Sachsen, Gotha 1867; C. Wenck, Die W. im 14. Jahrhundert, Lipsia 1877; G. E. Hofmeister, Das Haus W. von seinem Ursprunge bis zur neuesten Zeit, ivi 1889; O. Posse, Die Wettiner, ivi 1897.