BERENT, Wacław

Enciclopedia Italiana (1930)

BERENT, Wacław


Scrittore polacco, nato a Varsavia nel 1873. Autore, fino ad oggi di quattro romanzi, tre dei quali assai notevoli: Próchno (Legno marcito), Ozimina (Grano dell'autunno, rimasto sotto la neve per svilupparsi poi più rapidamente) e Żywe kamienie (Pietre viventi). Quest'ultimo è la sua opera maggiore: ed è una specie di grande poema in prosa: la storia fantastica d'un cavaliere errante, fortunato amante della regina, il quale, accusato di avere ucciso una guardia, fugge dalla città dopo un accanito combattimento, sostenuto con l'aiuto della compagnia dei vagabondi. Il simbolo del romanzo è, in ultima analisi, la ricerca affannosa dell'anima umana, anelante alla gioia e alla bellezza, incarnate nel cavaliere errante. Caratteristico poi vi è lo stile che, nell'audacia delle metafore, e nella novità dei modi sintattici, è assolutamente originale, e con la tendenza alla concretizzazione raggiunge potenti effetti di plasticità.

Bibl.: v. su di lui E. Porębowicz nella raccolta di S. Lam, Polska Literatura współczesna (La letteratura polacca contemporanea), Poznań-Varsavia 1924 e Z. Dębicki, Portrety, voll. 2, Varsavia 1927. Di Pietre viventi esistono traduzioni in tedesco e una in francese di J. Cazin, Parigi 1930. In italiano ne è stato tradotto un solo episodio da E. Damiani, in Rivista di letterature slave, 1927.

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