Ekelund, Vilhelm

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Poeta e saggista svedese (Stehag, Malmöhus, 1880 - Saltsjöbaden, Stoccolma, 1949). Nelle raccolte di liriche, composte tra il 1900 e il 1906, passò da descrizioni precise della Scania natale ad annotazioni impressionistiche di paesaggio, ricche di musicalità, per poi inseguire un ideale di chiarezza e armonia, in cui si avvertono gli echi di Hölderlin, Platen e dell'estetismo di S. George: Vårbris ("Brezza di primavera", 1900); Syner ("Visioni", 1901); Melodier i skymning ("Melodie al crepuscolo", 1902); Dithyramber i aftonglans ("Ditirambi nello splendore del tramonto", 1906). Abbandonata la poesia, sotto l'influsso di Nietzsche, già presente nell'ultima raccolta, continuò la sua ricerca di bellezza e nobiltà nei venti volumi di saggi in forma aforistica, in cui si passa dal misticismo e volontarismo di Antikt ideal ("Ideale classico", 1909) e di Nordiskt och klassiskt ("Nordico e classico", 1914), alla ricerca di equilibrio di Metron (1918) sotto l'influsso di Goethe, al misticismo cristiano di Väst-östlig ("Occidentale-orientale", 1925) e all'esoterismo di Plus salis (1945).

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