ALBERTO, vescovo di Riga

Enciclopedia Italiana (1929)

ALBERTO, vescovo di Riga

Fedor Schneider

Non si sa dove e quando nacque; morì a Riga il 17 gennaio 1229. Canonico in Brema e nipote dell'arcivescovo Hartwig II, consacrato da lui nel 1199 vescovo di Üküll in Livonia, sede suffraganea di Brema, egli fu l'ultimo dei grandi vescovi missionarî tedeschi, e pose i fondamenti dell'organizzazione dell'arcivescovado di Riga, e quindi della colonizzazione germanica nel Baltico. Il suo predecessore Bertoldo era caduto alla testa di un esercito crociato, combattendo contro i pagani. A. procedé anch'esso alla conquista della terra dei Livoni e degli Estoni; ma condizione necessaria della sottomissione era la conversione che il vescovo, come principe territoriale, perseguì con grande energia. Strinse rapporti personali col re Canuto di Danimarca e con l'arcivescovo di Lund; si guadagnò il favore del re tedesco Filippo, col quale celebrò il Natale a Magdeburgo nel 1199; ottenne da Innocenzo III una bolla ai Sassoni e ai Vestfali, incitante a combattere per la Chiesa in Livonia. Nell'aprile del 1200, egli giunse sulla Dvina; e, presso le foci, nel 1201, gettò le fondamenta della città tedesca di Riga. Chiamò attorno a sé nuovi crociati; ma, poiché essi erano una forza instabile e mutevole, si procurò, nell'ordine cavalleresco dei Portaspada, un esercito permanente, sottoposto all'autorità del vescovo, e offrì domicilio anche a cisterciensi e premostratensi. Nel 1207, la sottomissione dei Livoni era compiuta; l'8 aprile di quell'anno, a Sinzig, Alberto veniva dal re Filippo investito della Livonia, come principe dell'impero. Più crudeli assalti furono necessari contro gli Estoni; ma nel 1217 anche la conquista dell'Estonia poté considerarsi compiuta, e una grande ribellione, scoppiata nel 1223, fu soffocata. Una dura lotta dovette ancora combattere A. contro Russi e Dani. Alla sconfitta dei pagani sul campo, faceva seguito la predicazione, quindi l'organizzazione ecclesiastica. Ma l'ingerenza del papato impedì ad A. di portare a compimento la sua opera. Innocenzo III dichiarò la sede di Riga, che per essere succeduta a Üxküll era stata fino allora pur essa suffraganea di Brema, autonoma e direttamente dipendente da Roma. Ad A. fu allora conferito il potere d'insediare altri vescovi nella regione delle missioni baltiche, i quali poi passavano pure alla dipendenza di Roma; ed egli fece ciò due volte. Il suo desiderio di essere posto a capo di una nuova provincia ecclesiastica del Baltico, come metropolita, non fu appagato da Onorio III e dal legato di questo, il vescovo Guglielmo di Modena. Questi, esercitando il suo ufficio in Livonia fin dal 1225, si presentò in nome del papa, come alto sovrano del territorio conquistato, e continuò la politica d'Innocenzo III, anche cercando di allentare la disciplina dei Portaspada, che si sollevavano contro il vescovo. Soltanto il secondo successore di A. nel vescovado, Alberto Suerbeer, fu, dopo molte e varie complicazioni, riconosciuto arcivescovo di Riga da Alessandro IV, nel 1255. A. pose le basi del germanesimo nelle provincie orientali del Baltico; ma poiché trascurò di colonizzare quelle terre con contadini tedeschi, come invece fecero in Prussia i Cavalieri Teutonici, non riuscì a creare una base solida al germanesimo.

Fonti: Arnoldi Lubecensis Chronica Slavorum, in Mon. Germ. hist., Script., XXI, Hannover 1868; Heinrici Chronicon Lyvoniae, in Mon. Germaniae hist., Script., XXIII, Hannover 1874; Bunge, Liv-Esth-und Curländisches Urkundenbuch, I, Riga 1853.

Bibl.: Oltre i consueti repertorî, cfr. G. Dehio, Geschichte des Erzbistums Hamburg-Bremen, I, 1877; Th. Schiemann, Russland, Polen und Livland, II, 1887; F. Winkelmann, Philipp von Schwaben und Otto IV, Lipsia 1873-1878; voll. 2; id., Friedrich II, Lipsia 1889-98, I e II; A. Hauck, Kirchengeschichte Deutschlands, 3ª e 4ª ed., IV, Lipsia 1913.

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