Havel, Václav

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Uomo politico e drammaturgo ceco (Praga 1936 - ivi 2011). Esponente del movimento Charta 77, nel novembre 1989 contribuì alla nascita del Forum civico. Nel dicembre 1989 fu eletto presidente della Cecoslovacchia, carica da cui si dimise (luglio 1992) nell'ambito della crisi della federazione; nel gennaio 1993 fu eletto presidente della Repubblica ceca. Il suo teatro, sempre fedele a un rigoroso senso etico e intimamente legato alle vicende politiche della nazione, attinge soprattutto agli autori francesi dell'assurdo e alla lezione di A. Čechov; suo capolavoro viene ritenuto il dramma Vyrozumění ("Memorandum", 1965). In Prosím stručně ("Brevemente, per favore", 2006) ha delineato una tagliente retrospettiva della sua vita pubblica e privata.

Vita e attività

Dopo la Primavera di Praga cominciò una intensa attività politica, che lo portò a fondare Charta 77; fu più volte sottoposto dalle autorità sovietiche a provvedimenti restrittivi. La sua dissidenza gli costò cinque anni di carcere. Leader della Rivoluzione di Velluto nel dic. 1989, quale esponente del Forum civico (coali zione dei gruppi dissidenti), fu eletto presidente della Cecoslovacchia e dopo le elezioni del giugno 1990, fu il primo capo di stato non comunista dal 1948. Nel 1992, dopo la dichiarazione di indipendenza della Slovacchia, rassegnò le dimissioni. Nel genn. 1993 fu eletto presidente della Repubblica ceca. Nonostante le precarie condizioni di salute fu confermato nella carica anche nelle consultazioni del 1998. Cessati gli incarichi in politica nazionale, dal 2003 rivolse il proprio impegno nelle istituzioni internazionali.

Opere

Il suo esordio di drammaturgo avvenne nell'ambito del Teatro dell'Assurdo con Zahradní slavnost ("La festa in giardino", 1963), cui seguì il già citatoVyrozumění, sintesi perfetta di umorismo stralunato e di satira ideologica. Tra le opere successive: Stížená možnost soustředění ("La diminuita possibilità di concentrazione", 1968), Audience (1975), Vernisáž ("Vernissage", 1975). Della produzione degli anni Ottanta, per lo più appartenente alla memorialistica o alla saggistica politica, vanno ricordate Dopisy Olze ("Lettere a Olga", 1985), Asanace ("Risanamento", 1988), Slovo o Slovu ("Una parola sulla parola", 1989). Dopo la dismissione degli incarichi pubblici, la sua produzione letteraria si è arricchita di forti sfumature autobiografiche, che raggiungono lucida intensità in Prosím stručně ("Brevemente, per favore", 2006), una tagliente retrospettiva della sua vita pubblica e privata, e nel testo teatrale Odcházení ("Il commiato", 2007).

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