UNGHERIA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)

UNGHERIA

J. Gy. Szilágyi
J. Fitz
I. Gyszilágyi
A. Kiss
I. Gy. Szilágyi
T. Szantéleky
J. Gy. Szilágyi

Raccolte archeologiche. - Data la scarsa conoscenza che si ha generalmente nella cultura archeologica della museografia della Repubblica Popolare di U., si raccolgono tutte insieme le notizie relative alle collezioni di antichità, ad eccezione di quelle che già figurano sotto esponenti proprî, ai quali qui si rimanda.

La raccolta ordinata di oggetti di arte antica risale in U. al Rinascimento. Il fervore di collezionisti della casa reale durante il Rinascimento e dell'alta nobiltà durante i due secoli successivi, non ebbe però seguito nel tempo. La maggior parte di queste collezioni andò dispersa o migrò all'estero, soprattutto a causa delle confische di beni da parte imperiale. La raccolta sistematica di antichità iniziò soltanto nella seconda metà del XVIII sec., ed ebbe nuovo impulso nel XIX secolo. Una parte cospicua, però, del materiale raccolto continuò a prendere la via dell'estero, sia perché l'alta nobiltà andò a stabilirsi a Vienna, sia per le ragioni di commercio, sia per lo scarso interesse dello Stato ungherese. Così nel 1868 si arrivò alla vendita all'asta a Londra della più importante raccolta privata ungherese di oggetti antichi: la Collezione Fejérváry-Pulszky e sorte analoga soffersero nel 1891 anche gli antichi bronzi della Collezione G. Rath. Importanza fondamentale nella storia della archeologia ungherese ebbe la fondazione, nel 1802, del Museo Nazionale Ungherese. Nella seconda metà, del sec. XIX sorsero in molte città ungheresi musei provinciali, che andavano sviluppando in modo autonomo rispetto al Museo Nazionale la loro attività di raccolta e in parte anche di scavo. Il congresso internazionale di preistoria tenuto a Budapest nel 1876 fornì un impulso assai vivace in questa direzione. La collezione di antichità del Museo di Belle Arti fondato nel 1896 e aperto nel 1906 fu dedicata fin dall'inizio alle opere d'arte dell'antichità classica, tenute separate dal materiale più propriamente archeologico.

Le più preziose fra le collezioni private formatesi in questo tempo sono quelle che contengono materiale di provenienza accertata: alcune grandi collezioni di antichità pannoniche, la collezione di ceramiche cipriote del conte F. Zichy, scavate dal proprietario stesso a Cipro; i vasi corinzî di P. Gerster, che questi si procurò durante i lavori del canale di Corinto, e le antichità cartaginesi e siciliane che F. Hopp raccolse sul luogo. Fra le due guerre mondiali in U. non si ebbero quasi fondazioni di nuovi musei. Anche gran parte delle collezioni private pervenne ai grandi musei o migrò nuovamente verso l'estero. I musei arricchirono il loro materiale archeologico fondamentalmente con scavi in proprio.

Dopo la seconda guerra mondiale e soprattutto a partire dal 1949, vennero fondati, sia nella capitale che in provincia, numerosi nuovi musei. Si tentò contemporaneamente di dare una organizzazione unitaria ai musei tale da concentrare il lavoro di scavo e di ricerca in modo pianificato sui quesiti scientificamente più importanti e da assicurare ai musei un rango preminente fra le istituzioni educative e culturali del paese.

Oggi (fine 1962) esistono in U. 66 musei con raccolte di antichità. La raccolta numericamente più consistente è quella del Museo Storico Nazionale di Budapest; seguono i musei di Székesfehérvàr, di Pécs, di Szeged, di Nyiregyháza, di Visegràd, di Szombathely e di'Veszprém. In quasi tutti i musei ungheresi le raccolte archeologiche formano soltanto una sezione del museo.

Per quanto concerne i settori di raccolta esistono in U. due tipi di musei: i musei nazionali e i musei provinciali o civici. I musei nazionali sono le raccolte centrali del settore in questione, così le sezioni archeologiche del Museo Storico Nazionale (Magyar Nemzeti Muzeum - Történeti Muzeum) costituiscono la raccolta centrale delle antichità scavate sul territorio ungherese, le collezioni di antichità del Museo di Belle Arti di Budapest (Szépmüvészeti Muzeum) costituiscono la raccolta centrale delle antichità mediterranee, trovate fuori dal territorio ungherese, il Museo dell'Asia orientale di Budapest (Hopp Ferenc Keletázsiai Müveszeti Muzeum) è la raccolta centrale delle antichità dell'Asia orientale. I monumenti antichi della città di Budapest e dei suoi dintorni vengono scavati e raccolti dalla sezione di antichità del Museo Storico di Budapest (Budapesti Történeti Muzeum). Nelle sezioni archeologiche dei musei provinciali vengono conservati ed esposti monumenti della città in questione e dei suoi più larghi dintorni. Eccezione fa soltanto il museo di Debrecen (v.) dove esiste anche una collezione egizia e una greco-romana.

In questo modo, ad eccezione dei musei nazionali, la posizione geografica di un museo è indicativa anche per il carattere della sua collezione archeologica: ne consegue che quasi tutti i musei della zona transdanubiana contengono anche importante materiale romano, mentre nei musei a oriente del Danubio si trovano al posto' di questo ricche collezioni di antichità scite e sarmatiche. Diamo l'elenco dei musei per ordine alfabetico delle località:

1. - Balassagyarmat. - Museo Palóc. Gran parte delle collezioni fu distrutta nella seconda guerra mondiale. Ricca collezione di antichità dell'Età del Bronzo (figure di animali in argilla) e della prima Età del Ferro (ritrovamenti del deposito di Érsekvadkert con vasi di bronzo e gioielli); ritrovamenti scitici; ceramica germanica.

2. - Budapest. - Oltre alle grandi collezioni archeologiche (v. budapest) i seguenti musei contengono materiale degno di citazione: Museo dell'Asia orientale. Piccola collezione di antichità cinesi a partire dal periodo Shang-Yin (giade, bronzi di Ordos, ecc.). Monumenti di antica arte indiana (una collezione particolarmente importante di sculture Mathurā e Gandhāra). Bronzi del Luristan. Oltre 2000 oggetti caucasici (sculture e arnesi in bronzo dalla prima Età del Ferro all'epoca romana; gioielli in oro; perle di vetro; imitazioni di amuleti smaltati egizî, fabbricati nelle officine del Ponto; lamine auree tardo-scite, ecc.) raccolti alla fine del XIX sec. durante i viaggi scientifici diretti dal conte I. Zichy.

Museo nazionale di storia naturale (Természettudományi Muzeum). La sezione antropologica contiene una estesa collezione di materiale antico, da scavi ungheresi.

Museo nazionale per l'artigianato artistico (Iparmüvészeti Muzeum). Una bella collezione di stoffe copte.

Negli ultimi decennî sono stati conservati nella città, in situ, numerosi ritrovamenti romani, - inclusi negli edifici moderni - attrezzati a guisa di piccoli musei. I più importanti fra essi sono: Piazza 15 marzo: una fortezza romana costruita nel III sec. (tutt'intorno sarcofagi romani e altri monumenti in pietra). Piazza Florian: i resti e i ritrovamenti delle grandi terme dell'accampamento legionario di Aquincum (v.). Via O. Korvin: resti di case di abitazione romane del II-IV sec. e, insieme sarcofagi, rilievi in pietra, affreschi a figure, ecc. Via Meggyfa: ricca villa urbana romana con mosaici pavimentali ottimamente conservati, a colori e in bianco e nero (Ercole e Nesso, Ercole ubriaco, lottatori, scena bacchica).

3. - Debrecen: v. vol. iii, p. 13.

4. - Dunaujvãros. - La città sorge sopra la antica Intercisa (v.). Nel museo, di nuova fondazione, sono conservati i reperti dell'abitato dell'Età del Bronzo situato sulla collina detta Koszider-padlás. Accanto ad alcuni ritrovamenti celtici e unni il materiale romano non è molto importante, poiché i ritrovamenti degli scavi precedenti pervennero ad altri musei.

5. - Esztergom. - Museo Balassa Bálint. Ritrovamenti dell'Età del Rame e del Bronzo. La prima Età del Ferro è particolarmente ben rappresentata (vasi plastici, plastica minuta). È una delle maggiori raccolte ungheresi della cultura di La Tène. Ritrovamenti romani nel museo e inoltre entro e intorno alla città (sarcofagi, altari, torre di guardia del IV sec.).

6. - Gyór: v. vol. iii, p. 1075.

7. - Hódmezóvásárhely. - Museo Tornyaijános. Nella sezione di antichità una raccolta molto ricca di oggetti preistorici e dell'èra delle invasioni barbariche (Venere di Kökénydomb: recipiente plastico neolitico in forma di corpo femminile; ricchi ritrovamenti sarmatici, ecc.).

8. - Kecskemét. - Museo Katona József. Importante materiale dell'Età del Bronzo e sarmatico; tra quest'ultimo anche pezzi di importazione romana e loro imitazione.

9. - Keszthely. - Museo Balaton. Nella seconda guerra mondiale il materiale del museo fu quasi interamente distrutto, ma da allora le collezioni sono state arricchite da notevoli scavi. Vi si conservano soprattutto i ritrovamenti effettuati nell'abitato e nella necropoli romana, situati entrambi al di sotto della città attuale, e inoltre i ricchi reperti provenienti da Fenékpuszta (v. sotto).

10. - Miskolc. - Museo Hermann Ottó. La parte più importante della raccolta archeologica è data dai ritrovamenti neolitici dei Monti Bükk e, accanto ad essi antichità dell'Età del Bronzo, scite, celtiche, sarmatiche e dell'epoca della migrazione dei popoli.

11. - Mosonmagyaróvár. - Museo Hanság. Ritrovamenti delle necropoli dell'Età del Bronzo e della prima Età del Ferro, materiale di scavo romano dei dintorni. Materiale molto prezioso dell'epoca delle invasioni (fibbie longobarde con iscrizioni runiche, ecc).

12. - Nyiregyháza. - Museo Jósa András. Fra il materiale preistorico eccellono i ritrovamenti dei depositi della prima Età del Ferro le cui situle bronzee (decorazioni a figure in tecnica a sbalzo), i secchi con attacchi di manici incrociati e altri pezzi in bronzo testimoniano un vivace collegamento della regione con i Balcani nord-occidentali e con l'Italia. Importante il materiale scita, sarmatico e dell'epoca delle migrazioni dei popoli.

13. - Pécs: v. sopianae.

14. - Sopron. - Museo Liszt Ferenc. La parte più importante della raccolta archeologica è data dai ritrovamenti della prima Età del Ferro (urne di argilla da Várhely-Burgstall con decorazioni a figure; "l'altare del sole", in bronzo, di Hasfalva, ecc.) e ritrovamenti romani dei dintorni. Fra questi eccellono le sculture in pietra (la triade del Campidoglio di Scarabantia, stele funerarie) i piccoli bronzi, la collezione eccezionalmente ricca di figure in ambra, i vetri e la guaina di pugnale in bronzo decorata a rilievi da Pölöske. Notevole anche il diadema aureo di Csorna, pertinente alla civiltà degli Unni.

15. - Szeged. - Museo Móra Ferenc. Collezione preistorica ricca e varia. La cultura dei Daci è rappresentata da una serie di gioielli in argento; quella romana soprattutto da una testa marmorea. Molto ricco è il materiale sarmatico; fra i ritrovamenti unni eccellono i pezzi in oro (fibbie, applicazioni, fodero per spada, ecc.) e i recipienti di elettro del sepolcro principesco di Nagyszéksós.

(J. Gy. Szilágyi)

16. - Székesfehérvar. - Museo "Santo Stefano Re di Ungheria". Le basi della collezione archeologica del museo furono gettate nel 1873. Le collezioni sono state accresciute principalmente a seguito di scavi. Esse comprendono oggetti preistorici dell'Età del Bronzo e della prima Età del Ferro, tra questi i materiali provenienti dal centro di Vál, che ha dato il nome a una delle più importanti culture del periodo di Hallstatt (v.) A-B.

Interessanti i monumenti di scultura provinciale di età romana (particolarmente quelli provenienti da Sárszentmiklós-Örspuszta e da Ercsi). Tra il materiale indigeno vanno notati i carri funebri venuti in luce a Káloz, Velence e Sárszentmiklós. I pezzi più belli della ceramica locale sono le opere del maestro Resatus databili tra il I ed il II sec. d. C. Considerevole è il materiale dei campi militari del limes romano, particolarmente quello di Intercisa, con iscrizioni, pietre sepolcrali, oggetti varî. Tra i rilievi, notevoli alcune rappresentazioni mitologiche: la fuga di Enea, Icaro, Medea che uccide i proprî figli, Atteone, Achille a Sciro, fuga di Ifigenia ed Oreste dai Tauri, la lotta di Eracle col centauro. Su uno dei monumenti si ha una scena nilotica con coccodrilli e pigmei; parte cospicua dei monumenti di pietra proviene da Tác, dove sono state scavate due ville rustiche; una statuetta di Venere in bronzo è pure di Tác.

Il materiale archeologico è esposto attualmente in quattro sale ed in un lapidario sotterraneo.

(J. Fitz)

17. - Székszárd. - Museo Balogh Ádám. Durante la seconda guerra mondiale andò distrutta parte cospicua delle collezioni. Ricchi ritrovamenti preistorici (urna a carro della prima Età del Ferro da Kánya) e romani dei dintorni (statuine in bronzo di Tamási: Abundantia, Nettuno stante).

18. - Szentendre. - Museo Ferenczy Károly. La parte decisamente più importante della collezione archeologica è rappresentata dai ritrovamenti effettuati nell'accampamento romano lungo il limes, nelle canabae, nelle torri di guardia, nelle ville e nelle necropoli della città (la romana Ulcisia Castra) e dei suoi dintorni. Grande lapidario con una serie di stele funerarie adornate da rilievi (tra esse stele funerarie degli Eravisci celtici della seconda metà del I sec. - prima metà del II sec. d. C.).

19. - Szentes. - Museo Koszta József. Antichità preistoriche e dell'èra della migrazione dei popoli (idoli calcolitici e recipienti plastici da Szegvár-Tüzköves).

20. - Szombathely: v. Savaria.

21. - Szolnok. - Museo Damjanich János. Durante la seconda guerra mondiale le collezioni hanno sofferto gravi danni. Fra le loro antichità preistoriche e dell'èra delle invasioni barbariche le più importanti sono date dal materiale scita e sarmatico.

(I. Gyszilágyi)

22. - Tata. - Museo Kuny Do'nokos. Il museo è sorto nel 1930 dalla collezione del ginnasio dei Padri Scolopi ed ha ricevuto la sua sistemazione definitiva nel 1954 nella rocca di Tata, che risale nelle sue strutture più antiche al tardo Medioevo. La collezione archeologica consta di materiali preistorici e del periodo delle invasioni barbariche; particolarmente numerosi sono però i pezzi di età romana esposti in una delle grandi sale della rocca.

Particolare menzione merita il tesoro celtico di Aszár, di epoca romana (fibule ad alette d'argento dorato, lavori a traforo intarsiati di corniole, ecc.). Il museo possiede una delle maggiori collezioni di antichità d'arte romana provinciale della Pannonia, giacché nell'area da cui provengono i suoi materiali è compreso l'antico campo legionario di Brigetio (l'odierna Szöny). Da Brigetio viene infatti la Collezione Kállay, comprata dal museo nel 1957 e formata da circa 4.000 pezzi per lo più di età romana: sculture in pietra, statuette di bronzo, ornamenti d'oro, pietre incise, vasellame di bronzo ed in terra sigillata, vetri ornamentali, ecc. Tra le sculture in pietra notevoli numerose statuette di calcare di buona fattura (un Mercurio, un frammento di figura maschile a grandezza naturale). Il museo possiede inoltre una notevole raccolta di stele funerarie e sarcofagi romani, databili fra il I ed il IV sec. d. C., fra i quali compaiono numerosi tipi di monumenti funerarî pannonici. Una delle più belle stele funerarie pannoniche è quella di Valerio Saturnino; il tipo di lavorazione della pietra e la composizione degli ornati e della rappresentazione stessa (scene mitologiche e scene con animali) fanno pensare ad un'opera uscita con ogni probabilità dalle botteghe scultoree di Savaria.

Dal campo e dalle canabae di Brigetio, provengono numerosi frammenti di affreschi e di mosaici con motivi vegetali in bianco e nero, parti di corazze da parata decorate a rilievo, bronzetti, statuette di terracotta, graziose antefisse, vasellame, lampade, ecc. L'architettura romana è rappresentata da capitelli ornati da un fitto fogliame il cui trattamento assai schematico è tipicamente pannonico.

Per l'epoca barbarica meritano particolare menzione i ritrovamenti di Környe, una località dove nel 1955 furono scavate più di 150 tombe avariche con materiale che presenta frammisti elementi d'arte avarica e germanica.

Il più famoso monumento d'arte antica della città e tra i più notevoli della Pannonia, è la Colonna di Tata. Sulle quattro facce del quale sono raffigurate entro nicchie dodici divinità (si possono facilmente riconoscere il Sole, la Luna, Apollo, Silvano, Diana, Vulcano, Venere, Marte, Giunone, Vittoria e Minerva).

(A. Kiss)

23. - Thiany. - Le antichità più importanti del nuovo museo sono i ritrovamenti effettuati negli scavi, diretti da T. Szentléleky e tuttora in corso, in un abitato romano a Örvényes (officina di fabbro con rispettivi arnesi, case di abitazione con pavimento in mosaico, pitture murali, elementi decorativi architettonici di marmo rosso, numeroso materiale minore e tra esso un peso in bronzo a forma di busto di Minerva).

(I. Gy. Szilágyi)

24. - Veszprém. - Museo Bakony. Le basi della raccolta archeólogica furono gettate nel 1902. Il fondatore prof. D. Laczkó eseguì scavi importanti a Ságvár dove scoprì le tracce di un abitato dell'età paleolitica. Dal 1911 G. Rhé eseguì nuovi scavi a Balácapuszta, a Pogánytelek, (età romana); a Somlövásárhely, a Vaszar (prima Età del Ferro), a Várpalota, a Öskü, a Jutas (età delle invasioni barbariche). Le più antiche tracce di vita umana sono venute alla luce nel 1951, nei dintorni del villaggio di Lovas (distretto di Veszprém) dove, tra l'altro è venuta alla luce una miniera di terre coloranti con strumenti di osso che servivano per lo scavo e la macinatura dei colori.

Il materiale appartenente all'Età del Bronzo è molto abbondante. nei dintorni della città di Veszprém. I vasi dei ricchi campi di urne erano ornati ai lati da linee incise e da strisce di calce inframezzate.

Della prima Età del Ferro sono state scoperte tracce di ricche tombe a tumulo specialmente nelle parti settentrionali del distretto. Provengono dai tumuli di Vaszar tre urne ornate da teste di animali, le quali indicano rapporti sud-occidentali. Dagli scavi di Somlóvásárhely e Kózéprépáspuszta sono pervenuti al museo vasi a ornamenti graffiti e geometrici.

Nel materiale dell'età romana sono da rilevare i monumenti venuti alla luce nel corso degli scavi a Baláczapuszta, dove sorgeva una villa di 33 stanze che circondano l'atrio e avanzi di un edificio termale. I singoli locali erano ornati di pitture murali, che risalgono probabilmente alla fine del I o all'inizio del II sec. d. C. Si incontrano anche pareti rappresentanti scene di vendemmia, forse più tarde. Non mancano pavimenti a mosaico. Il mosaico dell'ambiente maggiore absidato orna ora l'atrio del Museo Nazionale di Budapest.

Il più bell'esemplare dei piccoli bronzi di età romana è una statua di Apollo proveniente dal comune di Nagydém e ispirata a modelli classici, scoperta insieme con altri oggetti di un larario domestico. Nel corso degli scavi di Pogánytelek sono stati scoperti gli avanzi di un'officina di oggetti votivi di piombo, oggetti che venivano offerti dalla popolazione indigena meno agiata nei santuarî. Le raffigurazioni primitive rivelano l'influenza dei culti locali. Nei dintorni di Ajka sono stati ritrovati in tempi diversi le parti di un monumento sepolcrale con ara in onore di Ercole, innalzato da Publius Sextus Auricus Dexter e una statua di pietra (calcare raffigurante Commodo-Ercole).

Nei dintorni di Jutas, di Öskü e di Várpalota sono state scoperte varie centinaia di tombe barbariche, con monete e oreficerie degli Avari e gli strumenti di un orefice dello stesso periodo.

(T. Szantéleky)

25. - Visegrad. - Sul territorio della città un abitato e una necropoli della prima Età del Ferro, una villa romana, un accampamento del limes romano e torri di guardia del IV secolo. Nel Museo Mátyás Király sono conservati i ritrovamenti effettuati in questi scavi (fra essi sarcofagi romani, frammenti di pitture murali, mosaici, ecc.).

Scavi. - Esistono due abitati romani situati al di fuori di abitati moderni di maggiori dimensioni e che ci si propone di ampliare a circondarî di scavo archeologico, dove gli scavi sono ancora in corso: Fenékpuszta-Valcum e Tác-Fövenypuszta-Gorsium.

Fenékpuszta-Valcum è situata sulla sponda occidentale del Balaton, a S di Keszthely. Centro dell'intera zona fin dalla prima Età del Ferro, più tardi grande abitato celtico. Nella prima età imperiale misero abitato di nativi, ampliato nella prima metà del IV sec. a grande abitato romano fortificato e circondato da mura spesse m 2,60 e difeso da torri circolari. All'interno delle mura sono stati fino ad oggi riportati in luce 17 edifici, fra i quali i resti di due basiliche cristiane, di cui la seconda fu ricavata da un edificio profano romano. Si può seguire la continuità nell'abitato fino alla conquista ungherese nel IX secolo. Gli scavi vengono proseguiti da K. Sági.

Tác-Fövenypuszta - Gorsium: più tardi Herculia è situata a S-O di Székesfehérvár. La città romana fiorita fra il II e il IV sec., viene sistematicamente scavata da J. Fitz fino dal 1958. I più importanti fra i monumenti venuti in luce fino ad oggi sono i resti di due ville. Durante gli scavi sono stati ritrovati numerose sculture, oggetti minori, iscrizioni.

Bibl.: J. Banner-I. Jakabffy, Arch. Bibl. des Mittel-Donaubeckens, Budapest 1943; idd., Arch. Bibl. des Mittel.-Donaubeckens 1954-1959, Budapest 1961. Storia: J. Hampel, A magyar mügüjtés történeténék vázlata 1850-ig, Budapest 1937; J. Gy. Szilágyi, in A Szépmüvészeti Museum 1905-156, Budapest 1957, pp. 60-86. Stato attuale: Musées de Hongrie, in Museum, XV, 1962, pp. 198-246; Muzeumok, gyütemények, mükincsek, Budapest 1962. Scavi e rinvenimenti: sui rinvenimenti romani v. A. Mócsy, in Pauly-Wissowa, Suppl. IX, c. 515 ss., s. v. Pannonia. Scavi in Fenékpuszta: K. Sági, in Acta Archaeologica Hung., I, 1951, pp. 87-90; id., ibid., XII, 1960, pp. 187-256; id., in Acta Antiqua Hung., IX, 1961, pp. 397-459. Scavi in Tác-Fövenypuszta: J. Fitz, Gorsium, Székesfehérvár 1960; id., in Pauly-Wissowa, Suppl. IX, s. v. Gorsium; E. B. Thomas - Szentléleky Tihamér, Vezetö a veszprémi Bakonyi muzeum régészeti kiállitásaian (Veszprém-Museo Bakonyi - Arte Antica), Budapest 1959. Un notiziario degli scavi è pubblicato annualmente in lingua tedesca nel periodico Archaeologiai Értesitö.

(J. Gy. Szilágyi)

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata