ULMA

Enciclopedia Italiana (1937)

ULMA (ted. Ulm; A. T., 56-57)

Elio MIGLIORINI
Hans MOHLE
Roman JAKOBSON
Alberto BALDINI

Importante città dell'alto Danubio, 470 m. s. m., capoluogo d'uno dei distretti del Württemberg, posta proprio al confine con la Baviera, tanto che il sobborgo sulla destra del fiume (Neu-Ulm) appartiene alla Svevia.

La sua posizione commerciale (e militare), per molti riguardi simile a quella di Ratisbona, era ottimamente scelta, in quanto essa si trovava a guardia dei passaggi del Giura Svevo e in pari tempo era toccata dall'antica via che nel Medioevo metteva in rapporto Venezia con i centri della Fiandra. Notevole era soprattutto il commercio di fustagno (Ulmer Barchent); inoltre come città imperiale libera possedeva un vasto contado. Cinta da mura, aveva vie strette e case piuttosto elevate.

La pianta della città presenta un certo interesse. Le costruzioni più antiche erano su una bassa terrazza, tra il Königshof e la Burg, che vennero riuniti per mezzo della Kronengasse e della Schelergasse, ponendo nel mezzo il Markt. Le altre strade secondarie tagliano queste due ad angolo retto, salvo la Herdbrucker Strasse, che invece metteva in rapporto il Markt col ponte sul Danubio. La Lange Strasse ricalca poi la prima cerchia murata. Lo sviluppo ulteriore risulta regolare, con strade a reticolato.

La strada che seguendo la regione prealpina da Salisburgo si spinge in direzione E.-O. verso Monaco, Augusta e Günzburg traversa il Danubio a Ulma per salire poi verso Geislingen e toccare Stoccarda, via ricalcata ora dalla linea ferroviaria. Un'altra strada verso S. tocca Memmingen e Kempten e mette capo al Fernpass, da dove è agevole accedere agli altri passi transalpini, mentre una terza via conduce a Norimberga.

L'affermarsi delle nuove vie oceaniche dopo la scoperta dell'America recò alla città danni irreparabili, in modo simile, ma ancora più grave, che ad Augusta e Norimberga; essa perdette più tardi anche l'indipendenza politica e questo accelerò ancor più la sua decadenza per la perdita del distretto economico, tagliato dal confine tra Württemberg e Baviera. Per un poco si sforzò di diventare città agricola (contado fertile e in buone condizioni climatiche) e non mancò di trarre profitto dall'ingente guarnigione come città fortificata, ma verso la metà del sec. XIX ha inizio il risveglio industriale, che si accelera poi con l'importanza acquistata dalla rete ferroviariai dato che Ulma divenne un nodo d'un certo rilievo. Gli abitanti, che erano soltanto 11.000 nel 1815 e 30.000 nel 1875, sono ora 62.472 a Ulma e 12.742 a Nuova Ulma, centro del tutto moderno. L'industria lavora tessuti, ferro, macchine, cappelli, cuoiami, tabacco. Demolite le fortificazioni, la città ha potuto estendersi verso N. e verso O.

Bibl.: G. Endriss, Stadtgeographie von Ulm an der Donau, Ulma [1933].

Monumenti. - Il duomo, la più vasta chiesa gotica insieme col duomo di Colonia, fu iniziato circa il 1380 dalla famiglia di architetti Parler da Gmünd, cominciando dalla parte del coro. Nel 1392 Ulrich von Ensingen raddoppiò la lunghezza del corpo centrale, allargò le navate laterali e iniziò l'enorme torre occidentale. La costruzione, condotta fino all'inizio dell'ottagono da Matteo Böblinger (1474-1492) seguendo l'esempio di quella del duomo di Friburgo, fu terminata nel sec. XIX mantenendo i suoi progetti. Circa il 1500 le sue tre navate vennero trasformate in cinque. La ricca decorazione plastica dei portali mostra la penetrazione di elementi realistici nel severo stile gotico seriore. Al confronto del portale occidentale (circa il 1400) le sculture del portale nord-occidentale (1356) rappresentano una fase stilistica antiquata. Il grande Ecce Homo sul pilastro del portale principale è forse un'opera di Hans Multscher. L'antica suppellettile è andata distrutta per la maggior parte. Ricordiamo nell'interno il tabernacolo del sacramento (1471), il pulpito (1499) e soprattutto gli stalli del coro dovuti alla scuola di Iörg Syrlin (1469-74). Vanno menzionati il ritratto di Eitel Besserer, una delle opere principali di Martin Schaffner (1516) e le vetrate del sec. XV nel coro, in parte di Hans Wild.

Il Palazzo comunale gotico (secoli XIV-XV) ha una serie di bellissime finestre con decorazione plastica (forse del Multscher). Tra gli edifici civili sono notevoli l'antico arsenale del 1522, il granaio pubblico (1591) e numerose case d'abitazione dei secoli XVI e XVII, le più delle quali sono costruite in legno e muratura con frontoni sporgenti. Il più importante edificio in pietra è lo Ehingerhof (oggi museo di arti e mestieri), costruito nel 1601 da P. Schmid. Nel museo civico sono sistemate le collezioni della società archeologica e una galleria di pitture moderne.

Bibl.: R. Pfleidener, Das Münster zu Ulm und seine Kunstwerke, Stoccarda 1905; P. Hartmann, Die gotische Monumentalplastik in Schwaben, ivi 1910; J. Baum, Ulmer Kunst, ivi 1911; id., Die ulmer Plastik um 1500, ivi 1911; I. L. Fischer, Ulm, Lipsia 1912; G. Otto, Die ulmer Plastik des frühen 15. Jahrhunderts, Tubinga 1924; K. Gerstenberg, Das ulmer Münster, Burg 1926; G. Otto, Die ulmer Plastik der Spätgotik, Reutlingen 1927.

Storia. - La città è menzionata per la prima volta in documenti di Ludovico il Germanico dell'anno 854. Ulma era allora sede reale con un palatinato e perciò in seguito vi soggiornarono ripetutamente i re tedeschi. Nel 1027 Ulma viene ricordata per la prima volta come città. Durante le guerre tra il futuro re Corrado III e il duca Enrico il Superbo di Baviera la città fu distrutta (1134) da Enrico; ben presto però ricostruita, già nel 1153 dipendeva immediatamente dall'impero. Nei secoli seguenti fu un fiorente centro commerciale con esteso territorio; un'attiva industria tessile (lino) fu a base della sua prosperità. Rodolfo d'Asburgo concesse nel 1274 a Ulma i diritti civici di Esslingen. Nel sec. XIV Ulma entrò nella lega delle città sveve e nel 1388 ne divenne la capitale. La Riforma fu introdotta assai presto ad Ulma; nel 1530 la città aderì alla nuova dottrina ed entrò nella Lega di Smalcalda, nel 1609 aderì pure all'unione protestante. Ulma soffrì molto dell'occupazione degl'Imperiali nel 1634, durante la guerra dei Trent'anni, e della conquista da parte di Francesi e Bavaresi durante la guerra di successione di Spagna. Andò poi decadendo nei secoli XVII e XVIII. Anche le guerre della rivoluzione francese e le conseguenti numerose occupazioni inflissero alla città gravi danni. Con la pace di Luneville (1801) Ulma perdette la diretta dipendenza dall'impero e fu assegnata alla Baviera.

In base ad un trattato tra la Baviera e il Württemberg passò nel 1810 a questo e divenne una fortezza dell'unione germanica e poi dell'impero germanico.

Bibl.: Mitteilungen des Vereins für Kunst und Altertum für Ulm und Oberschwaben, 1843 segg.; G. Fischer, Geschichte der Stadt Ulm, Stoccarda 1863; Ulmisches Urkundenbuch, sino al 1378, a cura di F. Pressel e altri, voll. 2, ivi 1873-1903; Beschreibung des Oberamtes Ulm, a cura del Statistichen Landesamt des Königreichs Württemberg, voll. 2, ivi 1897; A. von Hofmann, Ulme, historische Städtebilder, voll. 3, ivi 1923.

La battaglia di Ulma. - È il grande successo iniziale della campagna del 1805, col quale Napoleone, alla testa dell'armata trasferita da Boulogne nella Germania meridionale, mise fuori causa l'intera armata austriaca comandata dal generale Mack. Lo Stato maggiore austriaco, fidando nella lontananza di Napoleone (che si trovava con la Grande Armata sulle rive della Manica, di dove minacciava d'invasione l'Inghilterra) aveva ritenuto di poter tranquillamente occupare la Baviera ostile, per tenerla a bada e quivi attendere il rinforzo delle armate russe. Ma, con fulminea mossa che meravigliò il mondo, l'imperatore dei Francesi condusse in soli 28 giorni (27 agosto-24 settembre) i sette corpi d'armata, il corpo della cavalleria di riserva (circa 200.000 uomini) da Boulogne all'alto Reno passò questo fiume col grosso delle forze in più colonne tra Magonza e Strasburgo, protetto dai monti di Svevia e della Foresta Nera, e finse di attaccare a occidente la regione di Ulma, dove il Mack si era nel frattempo concentrato. Poi, rapidamente scivolò lungo la sinistra dell'alto Danubio passò il fiume fra Ulma ed Ingolstadt e si presentò all'attacco delle posizioni di Ulma da oriente. Il Mack tenta allora di sfuggire all'accerchiamento aprendosi la via verso il nord per unirsi ai Russi avanzanti; ma anche questa strada è sbarrata dal corpo del Ney, che Napoleone ha colà collocato prevedendo il tentativo nemico. L'armata austriaca retrocede con alquanta confusione verso Ulma; e quivi il Mack, demoralizzato, si arrende con forze quasi intatte. Il Mack sarà sottoposto a consiglio di guerra e condannato a morte. A Napoleone è aperta la via verso Vienna. Il disastro austriaco fu chiaramente determinato dalla sproporzione fra i valori spirituali dei due capi contrapposti.

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