Rousseau, Théodore

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Pittore (Parigi 1812 - Barbizon 1867). Fondamentalmente autodidatta, pur se l'esempio di J. Constable dovette impressionarlo profondamente, fin da principio si pose a dipingere direttamente di fronte alla natura, con entusiasmo lirico e grande impegno morale. Rifiutato un suo quadro al Salon del 1836 (La discesa delle vacche dagli altipiani del Giura, 1835, L'Aia, Museo Mesdag), si ritirò a Barbizon, presso Fontainebleau, dove con lui si adunò una colonia d'artisti che dovevano costituire la maggiore scuola romantica francese di paesaggio, detta appunto di Barbizon. R. ne è considerato il capo per la serietà e coerenza degli assunti e per l'altezza delle attuazioni. Dopo il 1848, riapertaglisi la possibilità di esporre al Salon, si andò rapidamente affermando e riportò un successo clamoroso all'esposizione universale del 1855. Amò soprattutto ritrarre grandi alberi, a massa, in terreni piatti e paludosi dai lontani orizzonti, usando un colore greve, denso e affocato, lavorato dal pennello (Viale dei castagni presso Bressuire, 1837-40; Effetto di pioggia, ambedue al Louvre; La passerella, 1855 circa; Strada nella foresta di Fontainebleau; effetto di uragano, 1860-65, ambedue a Parigi, Musée d'Orsay).

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