TELESCOPIO

Enciclopedia Italiana (1937)

TELESCOPIO

Luigi CARNERA

. È la designazione generica degli strumenti destinati a rendere possibile l'osservazione degli oggetti lontani, onde risulta sostanzialmente equivalente a cannocchiale. Più abitualmente però essa si usa per indicare i cannocchiali astronomici; e poiché storicamente ebbero ad affermarsi per questo scopo speciale anteriormente agli altri, e per oltre un secolo e mezzo, quelli in cui l'elemento raccoglitore dei raggi luminosi è costituito da uno specchio, è rimasto particolarmente il nome di telescopio ai riflettori (v. cannocchiale; riflettore).

A seconda della forma data alla superficie riflettente dello specchio minore, e della posizione sua, si sono avuti diversi tipi di telescopî, che continuano a essere designati con i nomi di coloro che per primi ebbero a introdurli nell'uso. Prescindendo dal primo tentativo, fatto a quanto sembra nel 1608 da N. Zucchi, la più antica combinazione di superficie riflettenti, utilizzabile a tale scopo, fu quella proposta nel 1661 da James Gregory, che opponendo allo specchio principale concavo un secondo analogo, collocato sull'asse del principale, ma a una distanza maggiore di quella del fuoco, ottenne con un oculare, costituito da una semplice lente biconvessa, posto nel centro dello specchio principale espressamente forato, un'immagine diritta degli oggetti lontani. Dieci anni più tardi circa, Newton, ritenendo impossibile costruire obiettivi scevri da errori cromatici, ideò un nuovo tipo di telescopio, sostituendo allo specchio concavo secondario di Gregory uno piano, che inclinato di 45° rispetto all'asse dello specchio principale, e collocato a una distanza minore della focale, porta le immagini in prossimità del bordo superiore del cannocchiale, ove si trova l'oculare. La minore lunghezza del cannocchiale, e la maggiore facilità di costruire uno specchio piano in confronto di uno sferico, costituirono una evidente superiorità del telescopio newtoniano su quello del Gregory, anche se con esso l'osservatore è obbligato a mettersi in una posizione un poco meno comoda. N. Cassegrain, su per giù contemporaneamente a Newton, propose di sostituire lo specchio secondario concavo con uno convesso, collocandolo però tra il fuoco e lo specchio principale; si ottenne con ciò di mantenere ancora l'oculare nella parte inferiore dello strumento, e con una sensibile diminuzione della lunghezza del telescopio, un allungamento apparente della distanza focale. Ma di fronte ai vantaggi si rese lo strumento di più difficile costruzione, e di una sensibilità maggiore ai diversi errori. Questi telescopî perdettero nel sec. XIX gran parte della loro importanza di fronte ai rifrattori: ma negli ultimi anni dell'Ottocento, essendosi potuti sostituire vantaggiosamente gli antichi specchi metallici con quelli molto più rigidi e indeformabili di cristallo, di fronte alle esigenze delle ricerche astrofisiche di avere cannocchiali assolutamente acromatici e molto luminosi, si ritornò ai riflettori, diffusi ormai in tutto il mondo e presso tutti i maggiori osservatorî (in Italia vi è quello di Merate con specchio di un metro di diametro, e vi sarà ben presto quello di Asiago con uno specchio ancora maggiore, mentre vi sono anche i due più piccoli di Bologna e Trieste).

Oltre alle tre forme classiche, per ottenere una maggior correzione d'immagini e un campo più esteso, si sono più volte tentate altre combinazioni, sia adottando speciali forme per gli specchi, come ebbe, per es., a proporre lo Schwarzschild, sia congiungendo specchi a lenti (come, per es., nel Brachytelescop del Fritsch, o nell'aplanatico a lentespecchio del Goerz, ecc.); ma in generale l'esito è stato sempre poco soddisfacente.

Per quanto riguarda le montature, v.: cannocchiale; cerchio meridiano; cerchio verticale; equatoriale; zenitale, telescopio.

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