TEGOLA

Enciclopedia Italiana (1937)

TEGOLA (tegŭla)

Giuseppe Lugli

E il nome più antico, usato per qualunque genere di manufatto laterizio cotto in fornace; l'origine del nome è da tegere, ricoprire, le prime formelle fittili, essendo queste destinate a rivestire i travi di legno del tetto per ripararli dagli agenti atmosferici, e così pure per riparare le fiancate delle trabeazioni lignee nei templi e negli impluvî delle case. La tegula perciò può essere tanto la comune tegola del tetto (che è di forma trapezoidale con i due margini lunghi sporgenti per essere tenuti saldi dal coppo semicircolare, allo stesso modo come si pratica ancora oggi) quanto la lastra decorata, che fu detta poi con termine più proprio antepagmentum. Quando nei primi tempi dell'impero venne in uso il sistema di rivestire i muri con opera laterizia in luogo delle tegole tettorie, adoperate nei primi tentativi spezzate irregolarmente, come si vede assai di frequente in Pompei, furono appositamente costruiti dei mattoni, che a seconda delle misure presero i nomi di tegulae bessales, pedales, sesquipedales e bipedales. Furono inoltre costruiti varî tipi di tegole, come, ad es., le mammatae per le intercapedini dei muri, le tubulatae per il tiraggio dei riscaldamenti attraverso le pareti e per gli scoli delle acque dei tetti, ecc. Il nome di lateres fu usato in origine per indicare solo i mattoni cotti al sole, e nell'impero avanzato, quando quest'uso fu abbandonato, l'opus latericium servì a denotare qualunque genere di muratura fittile, a preferenza del vecchio termine vitruviano di opus testaceum.

Le tegole da tetto dell'età romana hanno abitualmente le misure di cm. 58-77 di lunghezza per cm. 41-45 di larghezza alla base e di cm. 28-32 alla sommità. Lo spessore varia da cm. 2,5 a cm. 4,5; il colore è rosso bruno, dovuto a una forte cottura, necessaria per l'impermeabilità all'acqua; questo colore fa distinguere le tegole dai mattoni, che sono invece più chiari e hanno di solito uno spessore maggiore (da cm. 2,5 fino a 6).

Per quanto si riferisce ai moderni sistemi industriali di fabbricazione della tegola, v. laterizî; per il suo uso nei confronti della tecnica delle costruzioni, v. tetto.

Bibl.: H. Dressel, Introduzione al vol. XV del Corpus Inscr. Lat.