Stretto

Enciclopedia Dantesca (1970)

stretto

Domenico Consoli

Participio passato di ‛ stringere ', adoperato con valore aggettivale.

Significa in primo luogo " premuto ", " serrato ", come in If XXXII 41, dove i due sì stretti, / che 'l pel del capo avieno insieme misto, sono i fratelli Napoleone e Alessandro degli Alberti, confitti nel ghiaccio del Cocito fronte a fronte e fortemente serrati l'uno contro l'altro. Ugualmente in Pg III 71 si strinser tutti ai duri massi / de l'alta ripa, e stetter fermi e stretti / com' a guardar, chi va dubbiando, stassi: gli spiriti, dopo essersi addossati alla roccia, restano immobili e pigiati fra loro, presi da dubbio e timore.

Alla metafora del freno, adoperata in contesti diversi e con valori diversi, si connettono due occorrenze: Pg XX 55 trova'mi stretto ne le mani il freno / del governo del regno, dove Ugo Capeto afferma di essersi venuto a trovare a capo del regno di Francia alla morte dei sovrani Carolingi (‛ s. il freno ' qui vuoi dire evidentemente " reggere ", " guidare ", come chi tenga in pugno le redini di una cavalcatura) e Pg XXV 119 Per questo loco / si vuol tenere a li occhi stretto il freno, / però ch'errar potrebbesi per poco, che allude alla necessità di frenare gli occhi, impedendo loro di guardare qua e là col rischio di perdere di vista il retto cammino (si noti il sintagma ‛ tener s. ', che ritorna più volte).

Quanto a Pg XXVIII 52 Come si volge, con le piante strette / a terra e intra sé, donna che balli, i due membri del periodo vanno spiegati separatamente: le piante della danzatrice, conservandosi strette intra sé, unite l'una all'altra, sono contemporaneamente strette a terra, aderenti al suolo, su cui quasi strisciano nel moto compostissimo.

In Pg XIX 123 così giustizia qui stretti ne tene, / ne' piedi e ne le man legati e presi, il vocabolo stretti, " impediti ", anticipa la precisazione del verso successivo.

La locuzione figurata presente in Pd III 8 visïone apparve che ritenne / a sé me tanto stretto, per vedersi, ecc., mette in evidenza la forza con la quale l'attenzione di D. è avvinta alla visione.

Accanto a quello di " premuto " s. possiede il valore derivato di " vicino ", che si riscontra in numerosi luoghi, talvolta all'interno di una locuzione: la qual [pena] sì stretto a la morte mi mena, / che già fuggir non posso in alcun canto (Rime dubbie XV 7); sempre al bosco tien li piedi stretti (If XIV 75); li due tapini / che fumman... / giacendo stretti a' tuoi destri confini (XXX 93); tu vedresti il Zodïaco rubecchio / ancora a l'Orse più stretto rotare, / se non uscisse fuor del cammin vecchio (Pg IV 65); quel nasetto che stretto a consiglio / par con colui c'ha sì benigno aspetto (VII 103: la vicinanza permette il colloquio riservato fra i due); stretto m'accostai, / tutto gelato, a le fidate spalle (VIII 41; con leggera connotazione avverbiale); veggio ben come le vostre penne / di retro al dittator sen vanno strette (XXIV 59: le penne appartengono ai poeti stilnovisti, che seguono da vicino il ‛ dittatore ', l'Amore che li ispira).

Frequentemente s. ha il senso di " ristretto ", " angusto ", contrario di ‛ largo ', ‛ ampio ': stretti sentieri (Cv IV VII 6), stretto calle (If XVIII 100), via stretta (XXIII 84), stretta doccia (XLV 117), scoglio... ronchioso, stretto e malagevole (XXIV 62), muro stretto (Pg XX 6; il Porena intende la frase come si va per muro stretto a' merli, nel senso di " come, camminando su un muro merlato, si va rasente [stretto] ai merli, per non cadere "; ma crede possibile che stretto sia aggettivo di muro e che a' merli valga " lungo i merli "); foce stretta (If XXVI 107: lo stretto di Gibilterra), ell'era sì stretto / l'entrata (Fiore CCXXIX 12: si noti la forma maschile, voluta dalla rima, pur in accordo con entrata), passo stretto (L 14: forse " strettura ", o forse " morte "), stretti abitaculi (Cv IV XIII 12).

Le parole dell'aquila (voi, mortali, tenetevi stretti / a giudicar, Pd XX 133) intendono raccomandare agli uomini, attraverso l'espressione figurata, il ritegno, la cautela nel giudizio intorno alla volontà divina.

Infine, in sede di osservazioni linguistiche, è da notare l'uso di s. per indicare l'accezione propria e rigorosamente letterale di un termine: peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto... in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di sa' Jacopo o riede (Vn XL 6). Nella medesima direzione va collocato il passo di Cv II III 17 secondo la stretta veritade, che equivale a ‛ parlando in senso sretto '.