Reich, Steve

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Reich, Steve (propr. Stephen Michael). -  Musicista statunitense (n. New York 1936) di famiglia ebrea. È considerato uno dei  compositori di maggiore spicco del panorama musicale statunitense. La sua musica, più che affidata all'alea e all'improvvisazione, è caratterizzata da un costante interesse per l'elemento ritmico, spesso continuo e ininterrotto. Fra i maggiori rappresentanti del minimalismo musicale, nel corso degli anni la sua ricerca si è aperta a uno sperimentalismo colto e in continua evoluzione, andando a esplorare le più diverse tradizioni musicali, da quella africana alla cantilazione ebraica, con costante attenzione per le tecniche compositive e esecutive. Praemium Imperiale per la musica nel 2006, nel 2014 è stato insignito del Leone d'oro alla carriera della Biennale Musica di Venezia.

Vita e opere

Cresciuto tra la California e New York, laureatosi  in filosofia alla Cornell University (1957), ha studiato composizione alla Juilliard School (1958-61) e al Mills College di Oakland (1962-63) con L. Berio e D. Milhaud. Nel corso di questi anni, durante i quali ha avuto contatti con esperienze musicali diverse, dal jazz modale di J. Coltrane alla musica di I. Stravinskij e B. Bartok, R. ha preso gradualmente le distanze dalle avanguardie dell'epoca per divenire uno dei maggiori rappresentanti del minimalismo musicale (anche se la definizione è da limitarsi ai lavori del primo periodo), nella convinzione che tra procedimenti compositivi e risultato musicale debba sussistere un nesso udibile. Nel 1966 ha fondato il gruppo Steve Reich and musicians.  Partendo da materiali sonori tratti dall'ambiente circostante, ha avviato ricerche sugli sfasamenti ritmici che si verificano quando un medesimo frammento viene eseguito a velocità leggermente diverse (su nastro magnetico in It's gonna rain, 1965; da strumentisti in Piano phase e Violin phase, 1967, ma anche Clapping music, 1972, per solo battito di mani), procedimenti, questi, che sono rimasti uno degli elementi costanti e caratteristici del lavoro di Reich. Negli anni Settanta ha approfondito diverse tradizioni musicali, alla ricerca delle strutture, soprattutto ritmiche, alla base per es. delle percussioni africane (Drumming, 1971) e della musica balinese (Music for mallet instruments, voices and organ, 1973; Music for eighteen musicians, 1974-76). Si è interessato inoltre ai procedimenti compositivi barocchi, rinascimentali e soprattutto medievali (Four organs, 1970). Intorno agli anni Ottanta R. ha composto alcuni lavori per grande orchestra (Variations for winds, strings and keyboards, 1979; Three movements, 1986; The four sections, 1987) e ha approfondito il rapporto con la parola (ha studiato la tōrāh e la cantillazione: Tehillīm, 1981, su testi dei Salmi; The desert music, 1984, su poesie di W. C. Williams). A partire da Different trains (1988), ha affrontato progetti drammaturgici più impegnativi con l'opera multimediale The cave (1990-92), realizzata con la moglie B. Korot, artista visuale, con City life (1996) e con il progetto Three tales, sempre in collaborazione con Korot (alla prima parte Hindenburg, 1997, hanno fatto seguito Bikini e Dolly), conclusosi nel 2002. Del 2006 è la composizione Daniel variations, scritta in memoria del reporter Daniel Pearl assassinato in Pakistan nel 2002. Del 2007 è Double sextet, scritta per quattro voci ed ensamble, con cui nel 2009 si è aggiudicato il premio Pulitzer per la musica; della sua produzione successiva vanno citati gli album  WTC 9/11 (2011), omaggio all'11 settembre, Radio rewrite (2012) e Quartet (2013). Insignito del Leone d'oro alla carriera della Biennale Musica di Venezia nel 2014, tra i suoi lavori più recenti occorre segnalare Pulse (2015) per fiati, archi, pianoforte e basso elettrico, Runner (2016) per grande ensemble, Per Bob (2017) per pianoforte e Reich/Richter (2019) per grande ensemble.

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