Stenóne, Nicola, beato

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Nome italianizzato (dalla latinizz. Nicolaus Steno) del medico e geologo danese Niels Steensen (Copenaghen 1638 - Schwerin 1686). Dopo un periodo trascorso a Copenaghen per studiare medicina con Th. Bartholin (1656-59), si trasferì dapprima ad Amsterdam (febbraio 1660) per lavorare con G. L. Blasius come dissettore, quindi a Leida (giugno 1660) per studiare con F. de le Boë e J. Horne. Durante la permanenza ad Amsterdam scoprì il dotto parotideo (ductus stenonianus). A Leida entrò in contatto con J. Swammerdam e R. de Graaf. Nel periodo leidense (1660-64) dette alle stampe 11 trattati che spaziano dalla struttura delle ghiandole del cavo orale alle ghiandole dei lobi ottici, dai vasi olfattorî all'inserzione dei linfatici nel dotto toracico, dalle ghiandole sudoripare all'anatomia dei volatili. Analizzò poi la struttura del cuore e nella Nova musculorum et cordi fabrica (1663) fissò l'andamento a 8 delle sue fibre e per primo introdusse il concetto di fibra motrice. Dichiarato dottore in absentia nel 1664, S. trascorse il biennio 1664-66 in Francia. Accompagnato da J. Swammerdam entrò in contatto a Parigi con M. Thévenot, alla cui presenza lesse il celebre Discours sur l'anatomie du cerveau (1665) in cui criticava, su base anatomica, le idee morfologiche e fisiologiche di Descartes nonché l'idea che la ghiandola pineale possa essere la sede in cui l'anima esercita le sue funzioni. Al periodo trascorso a Montpellier, dove si legò con il medico W. Croone e con i naturalisti J. Ray e M. Lister, risalgono i suoi primi interessi verso la chimica e la zoologia. Nel marzo del 1666 S. fu a Firenze dove, introdotto alla corte di Ferdinando II, entrò in contatto con gli allievi di Galileo soci dell'Accademia del Cimento. Qui si legò di profonda amicizia con V. Viviani e F. Redi. Al periodo fiorentino risalgono i suoi studî di biologia matematica e di geologia. Nell'Elementorum myologiae specimen seu musculi descriptio geometrica (1667), maturo frutto del sodalizio col matematico Viviani, mostra che il moto muscolare è spiegabile con un modello matematico e sostiene che il mutamento della figura del muscolo non è accompagnata dal mutamento del suo volume. Allo stesso periodo appartengono i due studî sulla dissezione della testa del pescecane (Canis carchariae dissectum caput e Historia dissecti piscis ex canum genere, 1667), in cui tra l'altro vengono descritti i vasa vorticosa. Gli anni 1666-71, trascorsi quasi totalmente in Italia, furono occupati dagli studî di embriologia, paleontologia, geologia e mineralogia. Nel De solido intra solidum naturaliter contento dissertationis prodromus (1669) sono fissati alcuni concetti fondamentali di tettonica; tra l'altro S. ipotizza lunghe fasi di inondazioni all'origine della formazione delle rocce sedimentarie. A questo periodo risalgono anche importanti osservazioni di cristallografia e mineralogia come pure la formulazione della cosiddetta legge di Stenone, la quale postula nelle singole classi mineralogiche la costanza dell'angolo diedro. Di lui rimane anche un'ampia produzione teologica, successiva alla conversione al cattolicesimo (1667). Durante il periodo trascorso a Copenaghen (1672-74), dove era stato nominato anatomista reale, produsse le ultime tre opere di carattere medico (1673). Elevato alla dignità episcopale (1677), fu nominato vicario apostolico per la Scandinavia, con sede ad Hannover; svolse poi attività apostolica a Münslie (1680), Amburgo (1683) e infine (1685) a Schwerin, dove rinunciò all'ufficio di vescovo. Alla sua morte, per desiderio di Cosimo III, la sua salma fu trasferita a Firenze e sepolta a S. Lorenzo, nella tomba dei Medici. È stato beatificato nel 1988.

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