SICUREZZA EUROPEA

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)

SICUREZZA EUROPEA

Martina Teodoli

(App. IV, III, p. 324)

Nel corso degli anni Settanta il tema della s.e. divenne oggetto di un processo negoziale: l'atto finale della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE), firmato a Helsinki nel 1975, configurava infatti la CSCE stessa come una serie ripetuta di incontri, definiti "riunioni sui seguiti". Scopo degli incontri, convocati di volta in volta, era la costante messa a punto del processo negoziale, organizzato intorno a tre settori: questioni relative alla sicurezza; cooperazione economica; cooperazione in campo umanitario.

Sorta in piena epoca dei blocchi, la CSCE rappresentò un importante luogo di verifica delle relazioni fra Est e Ovest: come la prima riunione sui seguiti (Belgrado, 1977-78), anche la seconda, inaugurata a Madrid nel novembre 1980, risentì del difficile clima nelle relazioni fra i 35 stati partecipanti (Stati Uniti, Canada e gli stati europei a esclusione di Albania e Andorra). Ai contrasti fra USA e URSS sul disarmo (v. in questa Appendice), si erano aggiunti altri motivi di tensione, in primo luogo l'invasione sovietica dell'Afghānistān (dicembre 1979). Il documento finale, firmato nel settembre 1983 grazie alla mediazione dei paesi neutrali e non-allineati, stabilì una serie di incontri per gli anni successivi. Fra di essi il più fruttuoso fu la Conferenza sul Disarmo in Europa (CDE, Conference on confidence- and security-building measures and Disarmement in Europe), conclusasi nel settembre 1986 con la Dichiarazione di Stoccolma, con cui gli stati della CSCE accettavano reciproci controlli delle proprie manovre militari.

Il raggiungimento dell'accordo e la nuova politica estera sovietica, indirizzata da M. Gorbačëv verso il rafforzamento della distensione (anche grazie al ritiro dall'Afghānistān), facilitarono i lavori della terza conferenza sui seguiti della CSCE, svoltasi a Vienna fra il novembre 1986 e il gennaio 1989. Impegni significativi vennero presi nel campo dei diritti umani, superando la precedente conflittualità Est-Ovest sul tema. Ci si accordò inoltre per l'avvio (marzo 1989) di una nuova serie di colloqui fra i paesi della NATO e quelli del Patto di Varsavia, sulla riduzione delle forze convenzionali in Europa (CFE, Conventional Forces in Europe), sostitutivi dei negoziati sulla Riduzione mutua e bilanciata delle forze (MBFR, Mutual and Balanced Forces Reduction), svoltisi infruttuosamente a Vienna dal 1973. Nel marzo 1989 venne inaugurata anche una nuova fase della CDE, collegata, attraverso riunioni congiunte, ai negoziati CFE che vennero così assorbiti nell'ambito della CSCE, come richiesto già da tempo da parte sovietica. Il Trattato sulle forze convenzionali in Europa, firmato nel novembre 1990 a Parigi, fissò infine l'equiparazione del tetto massimo di forze convenzionali delle due alleanze, nella zona compresa fra l'Oceano Atlantico e gli Urali. I mutamenti in corso nei paesi dell'Europa centro-orientale e l'attenuarsi del contrasto Est-Ovest, a partire dagli ultimi anni Ottanta, furono all'ordine del giorno del vertice straordinario dei capi di stato e di governo della CSCE, convocato a Parigi nel novembre 1990. Risultato dell'incontro fu la decisione di dotare la CSCE degli strumenti necessari a svolgere un ruolo di maggior rilievo nello scenario internazionale che si andava delineando, soprattutto in funzione preventiva nei confronti di eventuali conflitti fra i paesi membri. La Carta di Parigi per una Nuova Europa stabilì la costituzione di un Segretariato a Praga (con funzioni amministrative), di un Centro per la prevenzione dei conflitti a Vienna, di un Ufficio per le libere elezioni a Varsavia (in seguito trasformato in Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani) e di un'Assemblea parlamentare, composta da membri dei parlamenti nazionali.

Il processo d'istituzionalizzazione venne rafforzato dalla quarta conferenza sui seguiti (Helsinki, luglio 1992) che sostituì questo tipo di riunioni con ''conferenze di riesame'', da tenersi ogni due anni, prima delle riunioni dei Capi di stato e di governo, massima istanza al vertice. Altri organismi politici istituiti a Helsinki furono il Consiglio dei ministri degli Affari Esteri e il Comitato degli alti funzionari. Vennero creati inoltre un Alto Commissariato per le minoranze nazionali e un Forum di cooperazione per la sicurezza. Attraverso quest'ultimo doveva essere rafforzata la CDE, nell'ambito della quale, nel marzo 1992, erano state intanto concordate una serie di ''misure per il rafforzamento della fiducia e la sicurezza'' (impegno allo scambio di dati tecnici su nuovi sistemi di armamenti, comunicazione dell'eventuale attivazione di unità militari, restrizioni delle attività militari). Altri risultati della riunione di Helsinki furono il Trattato sui ''Cieli aperti'' (perlustrazioni aeree da parte di un paese su un altro, sottoposte a regolamentazione), e la decisione di attivare la CSCE per operazioni di mantenimento della pace (peace keeping) appoggiandosi di volta in volta alle strutture militari della NATO, della UEO (Union de l'Europe Occidentale) o di altri organismi internazionali.

La crisi in Iugoslavia ha provocato l'attivazione di alcuni dei meccanismi previsti dalla CSCE per garantire l'osservanza, da parte degli stati membri, degli impegni presi: il meccanismo di consultazioni e cooperazione in caso di emergenza e quello di prevenzione dei conflitti, applicati dal Comitato di alti funzionari, la cui attività, dal gennaio 1992, non è sottoposta, come quella delle altre istituzioni della CSCE, al requisito dell'unanimità. La CSCE ha quindi inviato varie missioni d'ispezione, mediazione e monitoraggio dei diritti umani sul territorio della ex Iugoslavia.

Passato a 34 in seguito all'unificazione tedesca, il numero dei paesi che aderiscono alla CSCE è salito a 53 dopo l'adesione dell'Albania e degli stati nati dalla dissoluzione dell'URSS, della Iugoslavia (esclusa la Repubblica di Macedonia) e della Cecoslovacchia. La Repubblica Federale di Iugoslavia è stata sospesa dalla CSCE nel luglio 1992.

Bibl.: J.J. Maresca, To Helsinki. The Conference on Security and Cooperation in Europe 1973-75, Londra 1985; H. Neuhold, CSCE: N+N perspectives: The process of the Conference on Security and Cooperation in Europe from the viewpoint of the Neutral and non-Aligned partecipating states, Vienna 1987; V.-Y. Ghebaly, La diplomatie de la détente: la CSCE d'Helsinki à Vienne (1973-1989), Bruxelles 1989; D. Bardonnet, Le règlement pacifique des différends internationaux en Europe: perspectives d'avenir, Dordrecht 1991; V. Mastny, The Helsinki process and the reintegration of Europe 1986-1991. Analysis and documentation, New York 1992; A.D. Rotfeld, The CSCE: towards a security organization, in SIPRI Yearbook, Oxford 1993; J.M.O. Scharp, Conventional arms control in Europe, ibidem.