SICARDO di Cremona

Enciclopedia Italiana (1936)

SICARDO di Cremona

Fausto Ghisalberti

Nato circa il 1155 nel territorio della diocesi stessa, come è indicato dal cognome di Casalasco che gli viene attribuito; morto a Cremona l'8 giugno 1255. Vescovo di Cremona dal 1185, si adoperò in favore della sua città nella grave questione del possesso di Crema, cooperando alla fondazione di Castelleone (1188), cui si aggiunsero per suo impulso le fortificazioni di Fornovo, presso Soncino, e di Genivolta (1197), a difesa delle minacce bresciane e milanesi. Prese parte alla quarta crociata, ma partì per la Terrasanta solo verso la fine del 1202 col cardinale Pietro di Capua in compagnia del quale lo troviamo poi sempre menzionato in Antiochia, Armenia, Seleucia.

Sulla fine del 1205 era di ritorno a Cremona, dove tentò di sopire le dissensioni intestine fra il popolo nuovo, stretto nella sua società, e i nobili o militi, con la sentenza arbitrale da lui pronunziata nel 1210. Quando Federico II fu riconosciuto dal papa re dei Romani, S. lo accolse a dispetto di Milano nella sua città (1212), e l'accompagnò poscia a Mantova, e forse anche a Verona e a Trento, ottenendone la conferma degli antichi privilegi sul Cremasco, che fu scintilla delle posteriori brighe lombarde di Federico.

Documento delle cure spese nel suo episcopato è il Codice Sicardo, da lui stesso raccolto, e contenente atti, benefici e privilegi. La sua Cronica universale dall'origine del mondo ai tempi suoi attesta una notevole conoscenza di fonti svariatissime ed è la prima cronaca di tal genere dovuta a penna italiana; essa appare assai diligente e precisa pur nella grande sobrietà. Fu redatta dapprima fino agli avvenimenti del 1201, senza compilarla del tutto. Tornato dall'Oriente, pare che egli s'inducesse a continuarla rinarrandone alcune parti dall'anno 1098 e aggiungendovi notizie della Terrasanta. A questa redazione attinse Salimbene. Si discute se il Sigehardo cremonese, chierico a Magonza tra il 1180-1184, autore di una Summa Canonum, opera di diritto canonico, e di un trattato di liturgia detto Mitrale, sia una stessa persona con Sicardo.

Ediz.: Cronica, ed. Muratori, in Rer. Ital. Script., VII; ed. O. Holder-Egger, in Mon. Germ. Hist., Script., XXXI (1903), pp. 79-183; Mitrale, ed. Migne, Patr. Lat., CXIII.

Bibl.: L. Astegiano, Cod. dipl. Crem., II, Torino 1898, p. 297. Fondamentale la prefaz. di O. Holder-Egger nella ediz. cit., pp. 22-78 e del medesimo autore: Einiges zur Quellenkritik der Chronik Sicards, in Neues Archiv, XXVI (1901), pp. 471-555; id., Über die verlorene grössere Chronik Sicards, ibid., XXIX (1903), pp. 177-245.

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