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RELIGIONI

Nelle varie tradizioni religiose, luogo che ha acquistato carattere sacro per la manifestazione o la presenza in esso della divinità, o perché connesso a eventi e fenomeni considerati soprannaturali; nell’antica religione ebraica, la parte più interna e più sacra del tempio, cioè il sancta sanctorum; nella tradizione cristiana, luogo di devozione legato a eventi o manifestazioni divine della Madonna, dei santi e dei martiri; anche, parte della chiesa dove sono conservate reliquie o immagini miracolose, che perciò è oggetto di particolare venerazione e meta di pellegrinaggi.

Il concetto di s. non ha avuto una definizione rigorosa sul piano della fenomenologia religiosa e della tipologia delle forme cultuali, ma l’uso linguistico con il quale si esprime rivela nei parlanti la consapevolezza della sua distinzione. In molti casi si tratta di un luogo sacro naturale (grotta, altura, sorgente ecc.) costituito come luogo di culto mediante un segno sacro, per es., un palo, pilastro, colonna, o pietra o cumulo di pietre; così, per es., i betili di cui parla l’Antico Testamento; forme simili si riscontrano anche presso i popoli d’interesse etnografico, come gli Ainu, i Samoani, gli indigeni del Brasile ecc. In luogo di questi simboli può essere anche un altare vero e proprio, e molti hanno pensato che l’altare (come pure l’immagine divina o idolo) derivi proprio da questi primitivi segni della sacralità del luogo, come del resto è opinione diffusa che il s. sia una forma primitiva del tempio che ne sarebbe derivato per via di evoluzione. Perciò il s. si presenta fenomenologicamente come uno spazio sacro al pari di tutti gli altri luoghi di culto, ma indissolubilmente legato alla propria posizione, sede di una determinata manifestazione del sacro, la cui fruizione non è scindibile dalla presa di contatto con il luogo. Con questo, a differenza da altri luoghi di culto, il s. è connesso intrinsecamente al fenomeno religioso del pellegrinaggio.

Il diritto canonico distingue i s. in: diocesani, nazionali (dichiarati dalla Conferenza episcopale) e internazionali (solo se riconosciuti dalla Santa Sede); i loro statuti devono essere approvati dalla competente autorità ecclesiastica, ove siano determinati il fine, l’autorità del rettore, la proprietà e l’amministrazione dei beni. I s. possono essere riconosciuti dall’ordinamento italiano come persone giuridiche agli effetti civili (l. nr. 222/85, art. 1).

ETOLOGIA

Più recentemente, per calco dall’inglese, il termine è stato adottato per designare riserve naturali frequentate da specie animali selvatiche (ad es., santuario marino) e – su derivazione del Farm Sanctuary, il primo rifugio per animali da allevamento, nato nel 1986 in California –, luoghi protetti, generalmente situati in habitat naturali, in cui vengono ospitati spesso in coabitazione interspecifica i cosiddetti “animali da reddito” sottratti ad allevamenti intensivi o riscattati dalla macellazione, e in cui ogni attività praticata è finalizzata esclusivamente al loro benessere. Meno propriamente, il termine indica talora anche i rifugi per animali domestici abbandonati o salvati dal randagismo.

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