Francésco, santo

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Nome di alcuni fra i più venerati santi della cristianità: 1. Francesco Borgia (sp. Francisco de Borja). - Quarto duca di Gandía e terzo generale della Compagnia di Gesù (Gandía 1510 - Roma 1572). Pronipote di Alessandro VI, visse a corte e sposò (1529) Leonora de Castro, divenendo marchese di Lombai (1539), viceré di Catalogna (1539-43) e duca di Gandía (1543); rimasto vedovo (1546) volle farsi gesuita, rimanendo, anche dopo i voti (1548) e per di spensa del papa, nel secolo, per sistemare gli affari domestici. Nel 1550, dopo un viaggio a Roma, cedette ducato e titoli al primogenito Carlo e l'anno dopo fu ordinato sacerdote. Divenne commissario della Compagnia per la Spagna e il Portogallo (1554) diffondendo assai l'ordine; poi Pio IV, per liberarlo dai fastidî che gli dava l'Inquisizione spagnola e rilevarlo dalla disgrazia incontrata presso Filippo II, lo chiamò a Roma, dove divenne assistente di Spagna, vicario generale e nel 1565 generale della Compagnia, per la quale promulgò le Regulae communes. Fondò il Collegio Romano e varie chiese, tra cui quella del Gesù in Roma, promosse le missioni; resistette a Pio V che voleva introdurre nella Compagnia, modificandone le costituzioni, l'obbligo del coro. Fu legato papale (1571) in Spagna, Portogallo e Francia per la lega contro i Turchi. Fu canonizzato nel 1671; festa, 10 ott. 2. Francesco Caracciolo. - Cofondatore dell'ordine dei chierici regolari minori o caracciolini (Villa Santa Maria 1563 - Agnone 1608). Era sacerdote quando una lettera di A. Adorno a Fabrizio Caracciolo, abate di S. Maria Maggiore in Napoli e suo parente, ricevuta da F. per errore, lo indusse a unirsi a quei due nella fondazione dell'ordine, entrando nel quale mutò il nome di battesimo (Ascanio). Alla morte dell'Adorno (1591), F. fu eletto superiore generale; promosse la venerazione dell'Eucarestia e l'adorazione perpetua nel suo ordine. Fu canonizzato nel 1807; festa, 4 giugno. 3. Francesco di Geronimo. - Predicatore popolare (Grottaglie 1642 - Napoli 1716). Già sacerdote, poi (1670) gesuita, predicatore efficace a Otranto. Curò l'Oratorio delle missioni, congregazione di artigiani per l'apostolato laico, la comunione generale la terza domenica di ogni mese e l'assistenza sociale per ammalati, donne traviate, trovatelli, carcerati, ecc., ma fu soprattutto un efficace predicatore. Canonizzato nel 1839; festa, 11 maggio. 4. Francesco di Paola. - Fondatore dell'ordine dei minimi (Paola 1416 - Tours 1507). A dodici anni divenne francescano; di ritorno da un pellegrinaggio a Roma e Assisi, visse da eremita, presto imitato da alcuni discepoli, che furono i membri dell'ordine. L'austera penitenza e le mortificazioni, la difesa degli umili e le predizioni avveratesi (come quella della liberazione di Otranto, presa dai Turchi, 1480) gli procurarono tale fama, che Luigi XI di Francia si rivolse a Sisto IV perché gli mandasse F. (1483). Questi, dopo avere assistito il re morente, si trattenne in Francia, assai venerato da Carlo VIII, di cui egli favorì il matrimonio con Anna di Bretagna. Canonizzato nel 1519; festa, 2 aprile. Nel 1943 fu proclamato "patrono della gente di mare" italiana. 5. Francesco Régis: v. Giovanni Francesco Régis. 6. Francesco di Sales (fr. François de Sales). - Dottore della Chiesa, una delle grandi figure della Controriforma, dell'"umanismo devoto" e della mistica cattolica francese e tra i massimi prosatori francesi (castello di Sales, Savoia, 1567 - Lione 1622). Primogenito di Francesco di Nouvelles signore di Boisy e di Francesca di Sionnaz, di vecchia nobiltà savoiarda, ebbe una educazione accurata che completò studiando legge a Parigi (1582) e a Padova (1588), ma contemporaneamente interessandosi di teologia, vivendo piamente sotto l'influsso dei gesuiti del collegio di Clermont a Parigi e di A. Possevino a Padova, preparandosi così alla vita cui, rifiutando l'ingresso in magistratura, si dedicò, ricevendo il sacerdozio nel 1593. Subito si offerse al vescovo di Ginevra per una missione nel Chiablese, condotta con tale abilità, tenacia e forza di persuasione da ottenere in pochi anni un gran numero di conversioni, grazie anche agli opuscoli (Les Controverses) di non scarso valore anche dottrinale. Mandato a Parigi - era coadiutore del vescovo mons. Cl. de Granier dal 1597 - per affari della diocesi, soggetta in parte alla Francia, vi conobbe Madame Accarie e con lei organizzò l'ingresso in Francia delle carmelitane; di ritorno, succedette al Granier come vescovo di Ginevra. Non potendo entrare nella "Roma protestante" risiedette ad Annecy, rimanendo in corrispondenza continua con i più importanti personaggi della politica e della vita religiosa, e chiamato spesso a predicare. Appunto in tale circostanza, nel 1604, conobbe a Digione Giovanna Francesca Frémiot de Chantal, iniziando con lei la corrispondenza e la devota amicizia, che dovevano sboccare nella fondazione dell'ordine della Visitazione. In quegli anni maturò anche la sua esperienza mistica: già impareggiabile direttore di coscienze, che insegnava la possibilità per ogni uomo di esercitare la virtù e condurre una vita devota qualunque fosse la sua condizione (Introduction à la vie dévote, la celebre Filotea, così chiamata dal personaggio cui il santo si rivolge, mettendo insieme lettere effettivamente inviate a M.me de Charmoisy e ad altre persone), F. di Sales arriva agli Entretiens con le visitandine e al Traité de l'amour de Dieu, in cui qualche contemporaneo volle ravvisare anche una punta di quietismo (in lui che sulla questione della grazia e della predestinazione era molinista). In realtà, egli aveva scelto una sua via per attrarre le anime a Dio mediante una benignità e una dolcezza, che giungevano anche all'ascetismo, fidando nelle forze della volontà umana sorretta dalla grazia (il suo ottimismo è cristocentrico, la morte di Cristo ha dato all'uomo mezzi di salvazione). Il suo fervore si esprime in una prosa talvolta sovrabbondante, talvolta incline alle preziosità, ma scorrevole, calda e vibrante come l'animo suo. Morì di apoplessia, accompagnando le corti di Savoia e di Francia all'incontro tra Carlo Emanuele I e Luigi XIII. Canonizzato nel 1665, fu proclamato Dottore della Chiesa nel 1877 e patrono dei giornalisti cattolici nel 1923; festa, 24 gennaio. 7. Francesco Saverio (sp. Francisco Javier, o secondo la grafia del tempo, Xavier). - Missionario e protettore delle missioni, gesuita (castello di Xavier, Navarra, 1506 - isola di Sanciano, presso Canton, 1552). Studiò a Parigi (1525) e vi divenne dottore (1530), incontrandovi Pietro Fabro e poi Ignazio di Loyola, che lo attrasse alla vita spirituale e lo ebbe compagno nel voto di povertà e di pellegrinaggio in Terrasanta (1534). Studiò allora teologia e, venuto in Italia, a Venezia diventò sacerdote (1537). Prese parte in Roma alle deliberazioni sulla fondazione della Compagnia di Gesù (1539) e nel marzo 1540 partì per l'India. Giunto a Goa nel 1542, iniziò il suo apostolato, rapido e attivissimo, a Manaar, nel Travancore, a Malacca, fino ad Amboina e a Halmahera; da Malacca, nel 1548, partì per il Giappone, sbarcando nell'agosto a Kagoshima. Dopo qualche difficoltà, ottenne anche qui numerose conversioni. Ma, richiamato in India (1551), pensò invece di recarsi in Cina, chiusa agli stranieri. Nell'isola di Sanciano, dove aveva trovato aiuti, mentre attendeva l'occasione di tornare sul continente, si ammalò e morì. Il suo errare di paese in paese si spiega con il fatto che egli era un pioniere e aveva funzioni di legato papale; il suo metodo missionario, che inaugurò quello seguito dai suoi confratelli e diede origine alle lunghe e tenaci discussioni sui "riti cinesi" e "malabarici", appare oggi, agli occhi dello storico, una notevole anticipazione dei metodi moderni. Tale fu riconosciuto quando, a tre secoli dalla canonizzazione (1622), s. F. Saverio fu proclamato patrono dell'Opera della propagazione della fede (1924) e, con s. Teresa del Bambino Gesù, patrono di tutte le missioni (1927); festa, 3 dicembre. 8. Francesco Solano. - Missionario francescano (Montilla 1549 - Lima 1610). Entrato nell'ordine nel 1569 e sacerdote dal 1576, in Andalusia ricoprì diversi incarichi e fu predicatore; destinato all'America Meridionale, vi giunse nel 1589. Da Lima proseguì, attraverso le Ande, fino alla odierna regione di Tucumán, dove fondò missioni e si dedicò all'evangelizzazione e alla difesa degli indigeni. Richiamato a Lima, passò poi a Trujillo e quindi di nuovo a Lima, dove svolse un'efficace predicazione. Molto venerato in tutta l'America spagnola, fu canonizzato nel 1726; festa, 14 luglio.

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