SANGALLO, Francesco da, detto il Margotta

Enciclopedia Italiana (1936)

SANGALLO, Francesco da, detto il Margotta

Géza de Francovich

Scultore e architetto, nato a Firenze il 1° marzo 1494, morto il 17 febbraio 1576. Giovinetto, vien condotto a Roma dal padre Giuliano. Nel 1522 i fabbricieri della chiesa di Orsanmichele a Firenze gli affidano il gruppo della Vergine, Sant'Anna e il Bambino, terminato nel 1526. Pure nel 1522 riceve l'incarico di eseguire la medaglia di Giovanni dalle Bande Nere che ritrasse anche in un celebre busto conservato al Bargello, databile all'incirca nello stesso periodo. Nel 1528 si trova a Prato e nell'anno seguente a Pistoia, chiamato ad occuparsi delle fortificazioni. Circa il 1533 lavora, insieme col Tribolo e con Raffaele da Montelupo, intorno alla decorazione plastica della Santa Casa in Loreto, rimasta interrotta alla morte di Andrea Sansovino; ne scolpì la Presentazione al tempio e parte della Traslazione della Santa Casa. Nel 1540 riceve l'incarico di eseguire la tomba dell'abbadessa Colomba Ghezzi nella chiesa di S. Martino della Scala a Firenze (oggi nel museo Bardini). Del 1542 è il suo autoritratto nella chiesa di Santa Maria Primerana a Fiesole. A lui e a Bernardino del Moro da Siena viene allogata la tomba di Antonio Fiodo nella chiesa di Monte Oliveto a Napoli. Nel 1543 succede a Baccio d'Agnolo, morto in quell'anno, nella carica di capomastro e architetto di S. Maria del Fiore a Firenze. Del 1544 è la medaglia di Niccolò Martelli. La data 1546 reca la tomba del vescovo Angelo Marzi-Medici nella SS. Annunziata a Firenze; e da una lettera scritta dall'artista nello stesso anno a Lorenzo Pagni si rileva che egli aveva quasi terminato le statue per la tomba di Piero di Lorenzo de' Medici a Montecassino, allogatagli nel 1532 e finita nel 1559 (eseguita in collaborazione con altri artisti). Nel 1550 compie la sepoltura del vescovo Leonardo Bonafede nella Certosa di Firenze, affidatagli nel 1539. Nel 1551 inizia la costruzione del campanile di S. Croce, decisa nel 1549, ma che non giunse oltre il piano inferiore. Al 1551 appartengono le medaglie fatte per sé e per sua moglie Elena Marsupini, le due medaglie col ritratto dell'artista e il campanile di Santa Croce, e quella di Lelio Torelli. Nel 1552 fece una fontana per la villa di papa Giulio III a Roma e la medaglia di Paolo Giovio. Del 1555 è la medaglia di Gian Giacomo de' Medici, marchese di Marignano, del 1560 la statua per il monumento funebre di Paolo Giovio in S. Lorenzo a Firenze, eretta nel 1574; del 1570 la medaglia di Alessandro e Cosimo de' Medici. Il ritratto a rilievo in S. Maria Primerana a Fiesole, del 1575, chiude la lunga operosità dell'artista.

Sin dal principio si manifestano nell'arte di F. da S. tendenze divergenti e contrastanti, che egli non riuscì mai a comporre in unità stilistica. La sua tecnica accuratissima talvolta serve a modellare con crudo realismo le potenti maschere facciali del vescovo Angelo Marzi (1540) e del cardinale Leonardo Bonafede (1550), tal altra a definire con sintetica fermezza plastica i tratti fisionomici di Francesco del Fede (1575) e di sé stesso (1551). E se l'artista nel suo capolavoro, che è il busto di Giovanni dalle Bande Nere, crea un'opera d'impostazione potente e sobria, dai volumi sodi e raccolti, in altre sculture (cfr. soprattutto i suoi monumenti funebri e il gruppo di Orsanmichele) egli s'indugia a descrivere con minuzia esasperante il tormentato svolgimento delle pieghe del panneggio, ad accumulare superflui particolari decorativi. Il suo stile ondeggia tra un freddo classicismo sansoviniano e singolari ritorni a un realismo arcaizzante di sapore quattrocentesco. Nelle sue medaglie dà risalto all'effigie facendola grandeggiare smisuratamente entro il disco. Poco si sa della sua attività di architetto, non essendo stato che iniziato il campanile di S. Croce. Non sembra dai documenti relativi che abbia avuto parte importante nella costruzione di S. Pietro a Roma.

Bibl.: C. Ravioli, Notizie sui lavori, ecc., dei nove S., Roma 1863; G. Clausse, Les S., III, Parigi 1902, p. 140 segg.; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, X, i, Milano 1935 (con bibl.); U. Middeldorf, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIX, Lipsia 1935 (con bibl.).