SAN LORENZO

Enciclopedia Italiana (1936)

SAN LORENZO (ingl. Saint Lawrence; fr. Saint-Laurent; A. T., 125-126)

Carlo Errera

È uno tra i massimi fiumi dell'America Settentrionale non meno importante e interessante dal punto di vista fisico che da quello umano. Il suo bacino si sviluppa in senso ovest-est, da quella che è la parte più occidentale del Lago Superiore fino alla foce nella grande insenatura atlantica del Golfo del San Lorenzo, e comprende due parti che, per la loro diversa individualità e peculiarità delle forme, si presentano singolarmente distinte: a) la serie consecutiva dei cinque laghi: Superiore, Huron, Michigan, Erie, Ontario, ai quali tutti il San Lorenzo fa da emissario; b) l'avvallamento fluviale, dal luogo ove il fiume si forma assumendo il proprio nome (all'uscita dal Lago Ontario) fino allo sbocco fluviale nel Golfo laurenziano sotto Quebec. Sia la serie dei cinque laghi sia il corso fluviale si sviluppano più o meno dappresso all'orlo meridionale del cosiddetto "scudo laurenziano", cioè della platea di rocce antichissime e duramente resistenti che occupano con così caratteristici lineamenti tutta la grande area circostante alla baia di Hudson; l'orlo roccioso meridionale della platea, alto qualche decina o qualche centinaio di metri, prospetta direttamente alla sponda settentrionale dei laghi Superiore e Huron, meno si avvicina agli altri tre laghi più bassi, ma, intagliato dal corso dell'affluente Ottawa nonché da numerosi affluenti minori tutti tributarî del San Lorenzo, si va riavvicinando più a valle al corso fluviale sul quale viene ad affacciarsi direttamente al Capo Tourmente, una ventina di miglia a valle di Quebec, seguitando con le cosiddette alture Laurentidi lungo tutta la sponda nord dell'estuario e del golfo (con altitudine di 765 m., in località di Les Eboulements, a valle di Quebec). In tutto il tratto a partire dall'uscita del fiume dall'Ontario, la valle, formata dai piani depositi alluvionali sovrapposti agli strati siluriani, decorre principalmente tra l'anzidetto orlo rilevato della platea hudsoniana (che solo spinge a S. del fiume l'isolato sperone dei monti Adirondacks) e, dal lato meridionale, i rilievi estremi del sistema Appalachiano (Green Mountains o Montagne Verdi del Vermont, White Mountains o Montagne Bianche del New Hampshire, il tavolato collinoso della Gaspesia, con solo qualche diramazione a N. del fiume nelle colline di Quebec).

Sebbene il fiume non acquisti la sua fisionomia che là dove, rotto dalle Mille Isole, esso esce emissario dallo specchio del Lago Ontario, si potrebbe ricercare l'origine più remota del corso d'acqua, il suo tratto superiore, nel più remoto immissario del più interno fra i cinque laghi: vale a dire nel fiume Saint Louis che per l'appunto sfocia nel Lago Superiore alla sua estremità più occidentale presso Duluth, navigabile per una ventina di miglia, ma breve e di ristretto bacino. Possono, se si voglia, considerarsi poi come tratti superiori del San Lorenzo anche i brevi tratti di corso fluviale che immettono dall'uno all'altro lago superiormente all'Ontario: il breve tratto canalizzato del Sault Sainte Marie dal Lago Superiore allo Huron, il corso pure canalizzato del Saint Clair (o canale di Detroit) fra lo Huron e l'Erie, il Niagara (col salto famoso) fra l'Erie e l'Ontario. Così che il corso tutt'intero dall'origine del Saint Louis alla foce del San Lorenzo verrebbe a misurare 3040 chilometri.

Gli affluenti principali scendono in gran copia dalla platea hudsoniana (affluenti di sinistra), scaricatori di un numero infinito di laghi, ricchi, soprattutto là dove essi scendono dall'orlo della platea, di rapide e cascate cospicue fornitrici di considerevoli energie ai trasporti e alle industrie. Massimo fra tali affluenti di sinistra l'Ottawa (1200 km.), che precipita dal grande orlo roccioso una trentina di miglia a monte della città alla quale esso dà il nome, e sbocca poi nel San Lorenzo fra parecchie isole intorno a Montreal; più a valle il San Maurizio; nell'estuario il Saguenay, dalle acque cupe e profonde, emissario del lago Saint Jean. Da destra, affluente principale il ben navigabile Richelieu, emissario dei laghi George e Champlain, sboccante a valle di Montreal.

La marea risale il fiume fino a Trois Rivières (foce del San Maurizio); ma i lavori di approfondimento del letto fatti superiormente a questo punto permettono anche alle grandi navi, pescanti poco più di 8 m., di arrivare col favore della marea a monte fino al massimo porto fluviale di Montreal. Più a valle un profondo bacino forma il fiume a Quebec, dove esso, a un tratto, si allarga non più fiume, ma estuario; l'acqua dell'estuario è già salata alla foce del Saguenay; poco più a valle, alla Pointe des Monts, l'estuario si apre nel grande golfo oceanico.

Le facili comunicazioni, che, grazie ai fiumi, ai laghi, alle acque divaganti, ai numerosi portages, si sono potute effettuare in ogni tempo, hanno permesso e permettono agevoli transiti di canotti leggieri dal San Lorenzo alla Baia di Hudson, al Winnipeg, al Mackenzie, al Mississippi, al fiume Hudson. Oggi più rapide e comode comunicazioni haimo stabilito i numerosi tronchi di canali, che man mano si sono venuti regolarizzando da Montreal fino all'Ontario, dappertutto dov'era possibile evitare con un facile giro le numerose rapide che turbano il corso del San Lorenzo fra la grande città e l'Ontario: canali tutti così scavati da permettere una navigazione continua per navi pescanti m. 5,20 non soltanto da Montreal fino all'Ontario, ma poi in tutti i tratti dove la navigazione fra i laghi è più o meno impedita (Niagara, ecc.).

Si ha così un vero sistema continuo di navigazione, sempre straordinariamente attivo (e soltanto ritardato, di necessità, dalle soste ai canali e alle chiuse), che collega con piccolo e graduale dislivello (meno di 200 m.) il più interno Lago Superiore con l'Oceano, permettendo uno sviluppo immenso dei traffici degli Stati Uniti e del Canada. Fulcro di tutto questo enorme movimento, specie per il traffico che interessa il Canada e che raggiunge l'Oceano, è il porto di Montreal, dove la navigazione fluviale si incontra e si continua, a 1600 km. dall'Atlantico, con quella oceanica. Oltre questo, ch'è tra i maggiori e meglio attrezzati porti del mondo, è pur da ricordarsi sul San Lorenzo Quebec, dove a piede dell'alta città il fiume si allarga ad estuario e dove possono quindi approdare anche le navi oceaniche maggiori. L'agghiacciamento invernale, che rapprende completamente il fiume fin dove non prevalgono le acque salse, dura generalmente dal dicembre fino alla seconda decade d'aprile.

Storia dell'esplorazione. - Non si può escludere che la prima scoperta del golfo risalga a Giovanni Caboto, che nel 1498 tornò quivi alle terre da lui incontrate l'anno innanzi (isola del Capo Bretone); certo esplorarono questi paraggi nei primi anni del sec. XVI anche navigatori portoghesi, poiché in taluna carta portoghese di allora compare abbozzato un primo disegno del golfo. Ma la scoperta sicura e giustamente vantata è quella dovuta a Jacques Cartier, francese di Saint-Malo, inviato a cercare se dietro la già scoperta Terranova esistesse un passaggio che potesse aprire la via a ponente verso l'Asia; penetrato per lo stretto di Belle Isle, il Cartier nel 1535 scopriva ed esplorava il Golfo di San Lorenzo riconoscendone in breve tempo buona parte dei contorni e tutte le isole maggiori. Ritornato quivi con una nuova spedizione l'anno seguente, penetrava più addentro, scoprendo quello che allora dicevasi il fiume di Hochelaga (il San Lorenzo); le accoglienze favorevoli degl'indigeni gli aprirono l'adito alle loro città di Stradacona e di Hochelaga (dove poi sorsero Quebec e Montreal). Il terzo viaggio del Cartier nel 1541 non aggiunge conoscenze nuove, né altre si aggiungono poi - strano a dirsi - fino al 1600, quando qui giunge, e vi rimane, quegli che è il vero fondatore della colonia del Canada, Samuel de Champlain. La scoperta del lago Champlain, del fiume Saguenay, del S. Maurizio, dell'Ottawa, il riconoscimento dei rapporti che legano il San Lorenzo col Lago Ontario, le prime larghe conoscenze sui Grandi Laghi sono veramente merito dello Champlain.

Bibl.: S. E. Dawson, The Saint Lawrence basin, Londra 1905.

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