Rodòlfo II Imperatore

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Imperatore del Sacro romano impero (Vienna 1552 - Praga 1612). Figlio e successore (1576) di Massimiliano II, fu re d'Ungheria (1572), di Boemia e dei romani (1575). La sua politica antiprotestante provocò tensioni all'interno dell'Impero e della famiglia imperiale; colpito da malattia mentale e per questo deposto (1606), R. cedette al fratello Mattia Austria, Ungheria, Moravia (1607) e Boemia (1611).

Vita e attività

Figlio di Massimiliano II e di Maria di Spagna, figlia di Carlo V; inviato in Spagna (1563), vi fu educato in senso rigidamente cattolico. Divenne re d'Ungheria (1572), di Boemia e dei Romani (1575) essendo ancora vivo il padre, al quale succedette come imperatore (1576). Favorì immediatamente la Controriforma, di cui il fratello Ernesto, da lui nominato governatore, fu esecutore nei due ducati austriaci della Enns; a coadiuvarlo nella propria opera di estirpazione del protestantesimo scelse i gesuiti e il futuro cardinale Melchior Klesl. L'azione intrapresa contribuì a rendere assai difficoltosi i rapporti nell'Impero, sì da far mancare l'aiuto della nobiltà protestante nella lotta contro i Turchi (la "lunga guerra", 1593-1606). Tale stato di cose portò a dissensi nella stessa famiglia imperiale e a profondi contrasti tra R. e i fratelli minori Mattia e Massimiliano. Frattanto si andavano sempre più mostrando in R. i segni di una malattia mentale che lo aveva da tempo colpito; e gli arciduchi lo dichiararono (1606) decaduto da capo famiglia, nominando in sua vece Mattia. R., che viveva ritirato a Praga, dedito alle arti e all'astrologia, fu costretto a cedere a Mattia l'Austria, l'Ungheria, la Moravia (1607) e la corona di Boemia (1611). Tentò allora di riconquistare le sue prerogative, questa volta con l'aiuto dell'Unione dei Fratelli boemi, d'ispirazione calvinista; ma la morte stroncò i suoi piani. n Nel castello di Praga raccolse una gigantesca collezione di opere d'arte e di curiosità di ogni specie, la maggior parte della quale fu venduta, dispersa o distrutta durante la guerra dei Trent'anni; ma opere di A. Dürer, di P. Bruegel il Vecchio, del Correggio (Ganimede, Io), del Parmigianino (Amore che spezza l'arco), passate nelle raccolte asburgiche di Vienna, sono oggi conservate nella pinacoteca di questa città.

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