RODOLFO di Svevia

Enciclopedia Italiana (1936)

RODOLFO di Svevia

Walter Holtzmann

Antiré tedesco, proveniente da una famiglia borgognona che aveva i proprî possedimenti nel Vallese e nel cantone di Vaud (Svizzera) e i cui antecedenti storici sono piuttosto oscuri. In Germania viene designato generalmente come R. di Rheinfelden, dal nome di una delle sue rocche. Nel 1057, dopo la morte del duca Ottone III di Svevia, l'imperatrice Agnese, vedova di Enrico III, gli concesse in feudo la Svevia, fidanzandolo contemporaneamente con la propria figlia Matilde, nata nel 1045. Le nozze furono celebrate nel 1059; Matilde però moriva poco dopo, il 12 maggio 1060. Circa il 1066 R. contraeva un secondo matrimonio con Adelaide, figlia della marchesa Adelaide di Torino e sorella di Berta, consorte di Enrico IV. R. era quindi cognato di Enrico IV per entrambi i matrimonî con i quali la politica salica aveva cercato di rinsaldare l'autorità regia di Svevia, dove i dominî ereditarî della casa salica erano minimi. Infatti fino al 1071 troviamo R. a fianco del re e si deve in gran parte ai suoi consigli se Guelfo IV fu investito nel 1070 del ducato di Baviera. Lo stato d'inferiorità e di debolezza dell'autorità imperiale in quegli anni aveva reso più forte l'indipendenza dei principi tedeschi. Durante la guerra di Sassonia (1072-1075) R. mantenne in genere un atteggiamento conciliativo, che non soddisfaceva però completamente le pretese del re. Il compromesso di Gerstungen (autunno 1073), accettato con ripugnanza dal re, è in sostanza opera sua. A ogni modo R. non poté sottrarsi alla nuova azione iniziata da Enrico contro la stirpe ribelle, provocata dalla flagrante rottura della pace da parte dei Sassoni e il 9 luglio 1075 partecipava al seguito di Enrico alla battaglia di Homburg contro i Sassoni. Il conflitto tra Enrico IV e Gregorio VII scoppiato poco dopo restituì a R. la sua libertà d'azione. Si mise decisamente a capo dell'opposizione dei principi della Germania superiore dopo la prima scomunica di Enrico (primavera 1076); nell'autunno dello stesso anno il gruppo meridionale si unì all'opposizione sassone capitanata da Ottone di Nordheim. Nelle trattative di Tribur e Oppenheim il re riusci a controbattere l'azione dell'opposizione; sottomettendosi al papa e ottenendone l'assoluzione (Canossa, febbraio 1077) tolse al loro procedere qualsiasi pretesto giuridico. L'opposizione, che già a Tribur aveva pensato all'elezione di un altro re, vide le sue speranze deluse dalla riconciliazione tra papa e re, e agì scartando il papa che a Canossa si era proposto ad arbitro del conflitto tedesco: il 15 marzo 1076 il partito dell'opposizione aveva eletto a Forchheim in Franconia R. Il 26 marzo R. veniva incoronato a Magonza, ma già nel giugno doveva abbandonare la Svevia all'avanzarsi di Enrico IV. Si recò in Sassonia, che da allora in poi rappresentò il centro della sua potenza. Durante la guerra civile che tormentò la Germania per anni, la regione tra il Meno e il Harz, che comprende la Franconia settentrionale e la Turingia, fu il vero obiettivo della lotta, perché posta sulla linea di confine tra i territori di Enrico IV, Renania e Boemia, e quelli del suo antagonista, Sassonia e Germania superiore.

I territorî svevi e conseguentemente la posizione di R. furono particolarmente scossi nel 1079, quando Enrico IV diede a Federico di Büren, il capostipite degli Staufen, l'investitura della Svevia. Gli riuscì più facile mantenersi in Sassonia, specialmente in grazia alle virtù militari di Ottone di Nordheim, che si rivelarono superiori a quelle di Enrico negli scontri avvenuti presso Melrichstadt (7 agosto 1078), presso Flarchheim (27 gennaio 1080) sulla Grune e presso Hohenmölsen (15 ottobre 1080). In quest'ultima battaglia, vinta dai rivoltosi, cadde R. Fu sepolto nel duomo di Merseburg e il suo sepolcro è uno dei primi e più importanti monumenti della scultura in bronzo tedesca.

Bibl.: M. Gerbert, De R. Svevico, comite de Rheinfelden, Sankt Blasien 1785; G. Meyer v. Knonau, Jahrbücher des deutschen Reichs unter Heinrich IV. und Heinrich V., voll. 3, Lipsia 1890-1900.