Benin, Repubblica del

Dizionario di Storia (2010)

Benin, Repubblica del


Stato dell’Africa occid., affacciato sul Golfo di Benin. Il Centro-Sud del Paese, popolato da genti fon, ospitò dal 16° sec. i piccoli regni aja (Allada, Ouidah, Popo, Dahomey, Jakin ecc.), fra cui si affermò nel 18° sec. il Dahomey. Nel Nord dominarono i regni del Borgu, con presenze islamiche. Nel 17° e 18° sec. la costa fu un grande mercato negriero, con diversi empori europei. Il traffico di schiavi verso il Brasile si prolungò nell’Ottocento, anche se l’olio di palma lo sostituì come principale esportazione. La presenza francese andò estendendosi nel tardo 19° sec. con protettorati e occupazioni (Porto Novo 1882, Cotonou 1890, Ouidah 1892). Il possedimento del B. fu rinominato Dahomey nel 1894. Occupati i territori a N fino al Borgu, spartito con la Gran Bretagna, i francesi unirono il Dahomey (con capitale a Cotonou) all’Africa occidentale francese (1904). Povera di risorse, la colonia si specializzò nel fornire personale amministrativo agli altri territori. Repubblica autonoma nella Comunità francese, divenne indipendente nell’agosto 1960, dopo aver rifiutato di aderire alla Federazione del Mali. Il primo presidente, Hubert Maga, un settentrionale, fu deposto da un colpo militare (1963) e sostituito da una coalizione dei due leader meridionali, Justin Ahomadégbé e Sourou-Migan Apithy. Seguirono altri interventi dell’esercito, fino a un accordo per una presidenza rotatoria fra i leader regionali (1970). Ma già nel 1972 vi fu il golpe del maggiore Mathieu Kérékou, un settentrionale, che nel 1974 attuò una svolta in chiave marxista-leninista, instaurando il partito unico e un sistema a economia pianificata. Attuò nazionalizzazioni, colpendo in specie interessi francesi, e rinominò il Paese Repubblica popolare del Benin (1975). La repressione seguita a tentativi di golpe (1988) aggravò lo scontento interno, già forte, verso le misure di austerità imposte dal Fondo monetario internazionale. Nel 1989 Kérékou, dietro pressioni popolari, abbandonò il marxismo-leninismo e accettò un cambiamento democratico. Convocò una Conferenza nazionale (1990) che espresse un governo di transizione, presieduto da Nicéphore Soglo, e una nuova Costituzione pluralistica. Le elezioni presidenziali del marzo 1991 furono vinte nettamente da Soglo. Questi mise in atto misure di risanamento e fiscali per risollevare l’economia, alienandosi però il consenso del pubblico impiego. Nelle elezioni del 1996 Soglo fu battuto da Kérékou, di nuovo confermato alla presidenza nel 2001. Le presidenziali del 2006 furono vinte dal candidato indipendente Thomas Yayi Boni, un settentrionale, che invocò una svolta contro la corruzione e riforme strutturali. Le consultazioni locali del 2008 consegnarono le maggiori città del Sud all’opposizione. La religiosità è una presenza importante nella vita della Repubblica del Benin.

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