Queneau, Raymond

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Scrittore francese (Le Havre 1903 - Parigi 1976). Inizialmente vicino ai surrealisti, recuperò in chiave sperimentale generi tradizionali. Q. è soprattutto uno scrittore in continua ricerca di una vitalità espressiva mediante il continuo tentativo dell'innovazione linguistica. Questa si produce grazie a una forte accentuazione della soggettività lessicale e sintattica. Tali caratteri rivelano anzitutto le opere narrative che pongono in crisi la nozione tradizionale del romanzo a personaggi per far luogo a una interpretazione dell'animo popolare. Les temps mêlés (1941) presenta uno stesso avvenimento in tre stili diversi. Questo senso del relativo in cui s'insinua un'amara vena umoristica, raggiunge il colmo in Exercices de style (1947), dove si allineano 99 versioni diverse, specialmente nella manifestazione linguistica, dello stesso fatto banale.

Vita

Compì gli studi liceali nella sua città, quelli universitari di filosofia alla Sorbona, dove conseguì la laurea; fu poi impiegato di banca e rappresentante di commercio. Dal 1924 al 1929 fu vicino ai surrealisti, dai quali si distaccò per dissidi con A. Breton. La ricchezza degli interessi mentali lo portò presto a superare la fase surrealistica in una direzione più confacente alla sua personalità. Fu assiduo collaboratore delle maggiori riviste letterarie, tra le quali la Nouvelle Revue Française e Les temps modernes. Negli anni Trenta aderì al Cercle communiste démocratique di B. Souvarine e fu allievo di A. Kojève (del quale curò l'Introduction à la lecture de Hegel, 1947), A. Koyré e H.-Ch. Puech; la riflessione sulla filosofia della storia, sulle religioni, sul pensiero orientale, testimoniata dai suoi diari (in parte pubbl. in Journal 1939-1940, post., 1986), è alla base di gran parte della sua opera. Nel 1938 entrò alle edizioni Gallimard, per le quali diresse dal 1954 l'Encyclopédie de la Pléiade; membro dal 1950 del Collège de Pataphysique, nel 1960 fu tra i fondatori dell'OULIPO.

Opere

L'originalità del suo talento emerse sin dai primi romanzi (Le chiendent, 1933, trad. it. Il pantano, 1948; Gueule de pierre, 1934, poi rielaborato in Les temps mêlés, 1941; Les derniers jours, 1936; Odile, 1937, trad. it. 1976; Les enfants du limon, 1938, trad. it. 1991; Un rude hiver, 1939, trad. it. 1947), mentre l'autobiografia in versi Chêne et chien (1937; trad. it. 1995), come il più tardo poema didattico Petite cosmogonie portative (1950; trad. it. di S. Solmi, 1982), attesta la tendenza di Q. a recuperare generi tradizionali in chiave sperimentale e a sovrapporre gli ambiti di narrativa e poesia. A partire dagli anni Quaranta escono le opere che stabiliscono la fama di un Q. umorista bonario ed eccentrico: i romanzi Pierrot mon ami (1942; trad. it. 1947), Loin de Rueil (1944; trad. it. Suburbio e fuga, 1970), Saint-Glinglin (1948) e Le dimanche de la vie (1952; trad. it. 1954), nei quali attraverso gli affettuosi ritratti di svagati antieroi si delinea un inconsueto itinerario verso la saggezza, e gli Exercices de style (1947; trad. it. di U. Eco, 1983), in cui un aneddoto è raccontato in 99 modi diversi. Del 1959 è il suo romanzo più popolare, Zazie dans le métro (trad. it. di F. Fortini, 1960; versione cinematografica di L. Malle, 1960), avventura di una ragazzina in una Parigi caotica e surreale, in cui trovano applicazione le teorie di Q. sul neofrançais, lingua scritta che riprende gli usi fonetici e sintattici di quella parlata; a esso seguirono Les fleurs bleues (1965; trad. it. di I. Calvino, 1967), in cui dietro una trama ricca di trovate e uno stile funambolico e farsesco si riaffaccia la riflessione sul rapporto tra storia e felicità individuale, e Le vol d'Icare (1968; trad. it. 1969). Tra le altre opere narrative si ricordano i romanzi pubblicati sotto l'identità fittizia della giovinetta irlandese Sally Mara (On est toujours trop bon avec les femmes, 1947, trad. it. 1992; Journal intime, 1950, trad. it. 1993) e la raccolta postuma di Contes et propos (1981; trad. it. 1993). Ricca è anche la produzione poetica di Q., che accanto a raccolte come Les ziaux (1943), L'instant fatal (1948), Si tu t'imagines (1952), Le chien à la mandoline (1965), Courir les rues (1967), Battre la campagne (1968), Fendre les flots (1969), comprende l'esercizio combinatorio di Cent mille milliards de poèmes (1961) e si chiude con Morale élémentaire (1975), che ne riassume i motivi salienti. La produzione saggistica e teorica di Q. spazia dalla storia (Une histoire modèle, 1966; trad. it. 1988) alla matematica (Bords, 1963), alla politica (Traité des vertus démocratiques, post., 1993), concentrandosi in particolare sulla letteratura e il linguaggio (Bâtons, chiffres et lettres, 1950, nuova ed. 1965, trad. it. 1981; Le voyage en Grèce, 1973). Q. fu anche autore di sceneggiature (per R. Clement, L. Buñuel, ecc.), testi teatrali (En passant, 1944; trad. it. 1988), traduzioni, canzoni.

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