PREGADI

Enciclopedia Italiana (1935)

PREGADI

Giuseppe MARANINI

. "Il consiglio dei Pregadi", o più brevemente "il Pregadi" si chiamò uno degli organi più importanti dell'ordinamento costituzionale della repubblica di Venezia. Questo ordinamento, che prende le mosse dal tipo generale del comune italiano, si fonda sul principio della sovranità piena del Consiglio maggiore, espressione dell'universalità aristocratica. Dal Consiglio maggiore sono eletti e dipendono tutti gli altri consigli, i cui poteri, anche se amplissimi in fatto, conservano sempre il carattere di poteri delegati. Fra questi consigli delegati, crescente influenza acquista in progresso di tempo il Pregadi, chiamato anche Senato in omaggio alla tradizione romana..

Le origini del senato veneziano non sono state ancora del tutto chiarite. I cronisti, seguiti con qualche riserva anche dai più recenti scrittori, dicono che il senato istituito nel 1229, doge Iacopo Tiepolo, era composto di sessanta membri elettivi, ai quali si vennero nel corso del tempo aggiungendo numerosi membri di diritto, forniti dalle alte magistrature della repubblica. Nella prima metà del sec. XIV il Pregadi si aggregò anche la Quarantia (detta poi "al criminale" con la fondazione delle "quarantie civili"), autorevole corpo politico e giudiziario, di più antica origine, formato di 40 membri elettivi. La Quarantia conservò sempre però la sua completa autonomia relativamente alle funzioni giudiziarie, unendosi al Pregadi solo in sede politica. Cresciuta l'importanza e l'autorità del Pregadi, specialmente dopo la serrata del maggior consiglio, le sue basi vengono allargate con l'aggiunta di altri membri elettivi, prima 20, poi 40, infine 60 ("zonta" del Pregadi).

Le attribuzioni del Pregadi, di crescente ampiezza secondo i tempi, si definiscono con un criterio negativo, per esclusione delle attribuzioni deferite ad altri organi. In sostanza, il Pregadi fu la grande assemblea della repubblica, con vastissimi poteri legislativi e di governo e anche con attribuzioni giudiziarie. Era presieduta, come tutti gli altri consigli, dalla signoria (formata dal doge e dai suoi consiglieri); eleggeva nel suo seno i savî, divisi in tre mani (gruppi), che coadiuvavano la signoria nell'attività più propriamente di governo, e formavano, uniti alla signoria, il pien collegio.

Bibl.: E. Besta, Il senato veneziano, Venezia 1897; id., Il diritto pubblico italiano dagli inizi del sec. XI alla seconda metà del sec. XV, Padova 1930; G. Maranini, La costituzione di Venezia dalle origini alla serrata del maggior consiglio, Milano 1931; id., La costituzione di Venezia dopo la serrata del maggior consiglio, Milano 1927-31; H. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, Stoccarda 1926-34; A. Solmi, Storia del diritto ital., Milano 1930; Sandi, Principii di storia civile, ecc., Venezia 1756; M. Ferro, Diz. del diritto comune e veneto, Venezia 1847.

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