Prato

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Comune della Toscana (97,3 km2 con 194.223 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. Si estende a 61 m s.l.m. presso lo sbocco in pianura della valle del Bisenzio, ai piedi del gruppo calcareo della Calvana. Fino agli inizi del 20° sec. lo sviluppo topografico della città risultava contenuto entro il perimetro delle mura edificate nei primi anni del Quattrocento. Dopo la Prima guerra mondiale ebbe inizio la grande espansione demografica e urbanistica della città. L’economia è principalmente industriale: P. è uno dei più importanti centri tessili italiani, specializzato nella lavorazione della lana. Le origini di tale attività sono assai antiche: già fiorente nella seconda metà del Duecento, fu favorita nel secolo successivo dalla creazione di compagnie commerciali, finanziarie e manifatturiere, che estesero le proprie relazioni di affari a numerosi paesi d’Europa. Al settore laniero sono collegate industrie delle confezioni, metalmeccaniche (macchinari tessili), chimiche, del cemento, della carta, calzaturiere e alimentari. Componente di grande rilievo dell’economia pratese è infine l’insieme delle attività terziarie, specie per quanto riguarda il credito, i trasporti e il commercio. Sviluppato è anche il turismo.

P. divenne centro cittadino nel 10° sec., quando il villaggio sorto nel secolo precedente nella località di P. si riunì al longobardo Borgo al Cornio e al castello dei conti Alberti, e di questi seguì le sorti. Comune nel 12° sec., si alleò con i Fiorentini contro Pisa; divenuta ricca per l’industria tessile e specie laniera (13° sec.), nel 14° sec. costituì il naturale obiettivo di Firenze, dopo la sottomissione del comune pistoiese (1306); e se i Fiorentini non riuscirono dapprima a conquistarla per l’opposizione degli Angioini (1326), raggiunsero lo scopo quando la protezione di quelli, per il tradimento della regina Giovanna, venne a mancare (1351). P. seguì da allora le sorti di Firenze, iniziando una lenta fase di decadenza. Alla fine del 15° sec. vi fu trasferita più volte per brevi periodi l’università di Pisa, quando per ragioni politiche, quando a causa di pestilenze. Vanno ricordati la fallita insurrezione del fiorentino B. Nardi (1470) e il saccheggio (il ‘sacco di P.’) a cui la sottoposero gli Spagnoli del viceré di Napoli, Raimondo di Cardona, per aver appoggiato la Repubblica fiorentina. Nel 1653 ebbe titolo di città e fu elevata a sede vescovile, unita, nella persona del vescovo, a Pistoia come suffraganea di Firenze; dal 1954 ha un vescovo proprio.

Entro la cerchia delle mura (1330; con aggiunte del 16° sec.), l’antico nucleo urbano conserva buona parte dell’aspetto originario. Il monumento principale è il duomo, S. Stefano, costruzione romanico-gotica, con facciata del 14°-15° sec. e campanile romanico, con coronamento del 14° secolo. All’esterno di esso, pulpito del Sacro Cingolo (Donatello e Michelozzo, 1428-38); all’interno, nella cappella del Sacro Cingolo, affreschi di A. Gaddi e Madonna di Giovanni Pisano; nel coro, affreschi di F. Lippi, 1456-66; nella cappella dell’Assunta, affreschi forse di Paolo Uccello; pergamo di Mino da Fiesole e A. Rossellino. Il castello dell’Imperatore (1237-45 ca., comprende i resti del castello dei Conti di P.): a pianta quadrata, con otto torrioni, è un’importante testimonianza di architettura sveva. Il Palazzo Pretorio (13°-14° sec.), poi sede della Galleria Comunale, e il Palazzo Datini (14°-15° sec.) documentano l’edilizia medievale civile. Tra gli altri edifici notevoli: S. Maria delle Carceri (Giuliano da Sangallo, 1485-92, terrecotte di Andrea della Robbia); S. Domenico (13°-14° sec.); S. Francesco (iniziata nel 1295; nell’attigua sala capitolare, affreschi di Niccolò di Pietro Gerini); S. Niccolò, 1322. Per il 19° sec. è da ricordare il Teatro Metastasio (L. de Chambray-Digny, 1830).

Importante il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (I. Gamberini, 1998). Vanno inoltre ricordati: Museo Civico; Museo del tessuto (con reperti dal 6° sec. d.C.); Museo di pittura murale.

Provincia di P. La provincia di P. (365,7 km2 con 257.073 ab. nel 2020), la più piccola tra le province toscane, è limitata da quelle di Bologna, Pistoia e Firenze. È stata istituita nel 1992, per il distacco di 7 comuni dalla provincia di Firenze. Il territorio è prevalentemente collinare, a eccezione della pianura formata dal Bisenzio prima di confluire nell’Arno e dove sorge il capoluogo. Alle spalle di Prato la valle del Bisenzio è invece angusta, con andamento N-S. L’economia della provincia è incentrata nel settore della lavorazione della lana che, sviluppatosi nel capoluogo e nei comuni costituenti il ‘bacino tessile pratese’, è caratterizzato dalla frammentazione del ciclo produttivo in una miriade di piccole imprese interdipendenti. Sviluppati i settori produttivi (meccanico e chimico soprattutto) che erano nati in stretto collegamento con l’industria tessile.

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