POZNAN

Enciclopedia Italiana (1935)

POZNAN (ted. Posen; A. T., 53-54-55)

Riccardo RICCARDI
Feliks KOPERA
Eugenio DUPRE' THESEIDER

Città della Polonia occidentale, capoluogo del voivodato della Posnania (v.). È situata in pianura a 60 m. s. m., a uguale distanza dal Mar Baltico e dai Sudeti, fra i due grandi solchi scavati dalle acque d'ablazione del ghiacciaio quaternario Varsavia-Berlino e Toruń-Eberswalde (vedi germania; polonia), su ambedue le rive della Warta, affluente dell'Oder, in un punto dove il fiume prima della regolarizzazione divagava in meandri, dividendosi in varî bracci e formando così alcune isole fluviali. Ha una temperatura media annua di 8°,2, con −1°,9 in gennaio e 18°,8 in luglio (media delle temperature estreme −17°,1 e 31°,4); l'umidità relativa media è del 79% (massimo in dicembre, 89%) e la nebulosità di 6,3. Le precipitazioni sono scarse (appena 502 mm. annui) e cadono prevalentemente d'estate (35%; massimo in luglio, 77 mm., minimo in febbraio, 25 mm.).

Il primo nucleo cittadino sorse in una delle isole fluviali cui si è accennato (l'Ostrów Tumski). Dal sec. XII la città cominciò a svilupparsi sulla riva sinistra della Warta, che è elevata, mentre la riva destra è bassa e inondabile. I Prussiani, dopo l'occupazione della città in seguito alle guerre napoleoniche, distrussero le antiche mura, ma ne costruirono altre nel 1828, che poi demolirono nel 1902; al loro posto sono ora ampî boulevards (waly). Nella topografia di Poznań si distingue assai bene la parte più antica, a pianta circolare, dalla parte moderna, costituita dai quartieri, già sobborghi, di Wilda, Św. Łazarz e Jeżyce, con vie ampie e regolari, bei giardini e numerosi edifici in stile tedesco moderno. Lo sviluppo demografico e topografico sotto la Germania fu lento: Poznań aveva 51.000 ab. nel 1860, 56.000 nel 1870, 66.000 nel 1880, 70.000 nel 1890. Al principio del sec. XX cominciarono a svilupparsi alcune industrie che usufruivano del carbone della Slesia, e la popolazione crebbe più rapidamente, risultando di 117.000 ab. nel 1900 e di 157.000 nel 1910 (l'aumento è dovuto in parte, peraltro, all'aggregazione di varî sobborghi). Dopo la ricostituzione della Polonia, lo sviluppo demografico fu ancora più rapido: 170.000 ab. nel 1921, 247.000 nel 1931. Un calcolo per il 1934 fa salire la popolazione a 251.000 abitanti (al 4° posto tra le città polacche, dopo Varsavia, Łódź e Leopoli). L'elemento tedesco è diminuito fortemente subito dopo il passaggio di Poznań alla Polonia, tanto che già nel 1921 era ridotto al 6,5%.

Per la sua posizione assai favorevole alle comunicazioni e agli scambî (essa dista solo 75 km. dalla frontiera germanica e 260 dal porto di Gdynia; è quasi a metà strada tra Varsavia e Berlino; nessun serio ostacolo è opposto dal terreno allo sviluppo delle vie di comunicazione terrestri; la Warta, infine, è ampiamente navigabile), Poznań ha attivi commerci e le sue fiere e i suoi mercati sono frequentatissimi. Possiede pure varie industrie (fabbriche di concimi chimici, cartiere, concerie e fabbriche di calzature, zuccherifici, birrifici, fabbriche di macchine agricole, di ceramiche, di laterizî). Ha importanza anche come nodo ferroviario (vi passa, fra l'altro, la Varsavia-Berlino) e per essere al centro di una fitta rete di strade ordinarie; vi fanno scalo varie linee di navigazione aerea.

Monumenti. - Conserva solamente qualche resto di costruzione romanica del sec. XII; del periodo gotico avanzi del palazzo comunale (1300-1305), le chiese di S. Maria, di S. Caterina e, in gran parte, la chiesa del Corpo del Gesù, tutte del sec. XV, costruzioni in laterizio del tipo diffuso nella pianura baltica. La scultura e la pittura gotiche sono rappresentate in duomo da monumenti sepolcrali in bronzo importati dalla Germania e dalla Fiandra, nei musei da frammenti di trittici di pittori locali. Del Rinascimento è il palazzo comunale, costruito (1550-1555) da Giovanni Battista da Lugano. Tra gli edifici barocchi si distingue la chiesa parrocchiale edificata da Bartolomeo Wosowski, da Tommaso Poncino e poi da Alberto Przybyłkowicz (1651-1705) e decorata riccamente da stuccatori italiani diretti dal Bianco. I più importanti resti della scultura del Rinascimento sono i monumenti sepolcrali nel duomo, lavori di Girolamo Canavesi e Giovanni Michałowicz da Urzędów, della seconda metà del secolo XVI. Di scarso valore sono le opere dei secoli XIX e XX. Nel museo provinciale e nel museo della società delle scienze, si trovano opere d'arte polacche e straniere. Da ricordare la scuola superiore d'arte.

Storia. - È una delle più antiche città della Polonia. Mieszko I vi costituì nel 968 il primo vescovato polacco, dal sec. XV suffraganeo di Gniezno: comprendeva il bacino della Warta e l'arcidiaconato di Varsavia, fino al 1773; nel 1821 alcuni territori passarono alle dipendenze del vescovo di Kalisz, poi Poznań venne fusa con Gniezno. Poznań fu residenza dei primi re polacchi, specialmente di Boleslao I; poi dei duchi della Grande Polonia, della quale la Posnania faceva parte. Nel 1253 Poznań divenne città regia, alle immediate dipendenze del re, e adottò il diritto di Magdeburgo; s'ingrandì allora, anche sulla riva sinistra della Warta, dove si stabilirono mercanti tedeschi che molto contribuirono alla prospentà economica della città, la quale divenne importante centro di commerci, e, dal finire del sec. XIV, luogo di transito e di deposito per tutto il commercio tedesco-polacco. Dopo gl'incendî del 1536 e del 1590 venne ricostruita in parte, nello stile del Rinascimento. Incursioni di Svedesi durante la guerra dei Trent'anni iniziarono il suo decadimento economico, aggravatosi naturalmente durante le vicende successive della Polonia. Nel dicembre del 1806 Napoleone vi firmò la pace con la Sassonia e varî principi renani. Dal 1816 in poi la città fu capoluogo del granducato di Posen (v. posnania) ed ebbe una certa importanza come centro agricolo, ma anche come base della resistenza polacca contro l'opera prussiana di germanizzazione. Tornata nel dicembre del 1918 alla Polonia, ne è divenuta una delle città più importanti, sede di università e di altre istituzioni culturali; nel 1929 vi si tenne la prima esposizione nazionale della risorta Polonia.

Istituti culturali. - Prima della guerra mondiale Poznań, pur essendo non solo il capoluogo amministrativo, ma anche il centro culturale delle terre polacche annesse alla Prussia, possedeva solo tre importanti istituti culturali: la Biblioteca fondata dal conte Eduardo Raczyński e da lui donata nel 1829 alla città (Bibljoteka Raczyńskich: conta ora più di 120.000 voll.), la Società degli amici delle scienze (Poznańskie Towarzystwo przyjaciół nauk, con propria biblioteca di oltre 130.000 voll., e numerose pubblicazioni) e il Museo (ora Muzeum Wielkopolskie, Museo della Grande Polonia; contiene anche buona parte delle collezioni del Museo Mielżyńskich, ricco soprattutto di cimelî preistorici). Dall'immediato dopoguerra la vita culturale di Poznań ha avuto notevole incremento. È da rilevare in primo luogo l'università, fondata nel 1919, divisa in 5 facoltà: con numerosi istituti scientifici, e una biblioteca propria, costituita, originariamente, dalla Kaiser-Wilhelm-Bibliothek (voll. 400.000). Dal 1926 ha sede a Poznań anche una Scuola superiore di commercio (Wyższa szkoła handlowa) e dal 1930 un Museo della città (Muzeum Miejskie), cui è stata recentemente incorporata la biblioteca del poeta J. Kasprowicz.

Vita teatrale. - Nel primo periodo del dominio prussiano prevalgono sulle scene di Poznań rappresentazioni tedesche. Le difficoltà per l'organizzazione di un teatro stabile polacco non cessano neanche dopo, ma il proposito, ripetutamente affermato e tentato, è infine realizzato con la costruzione di un edificio apposito, nel 1875. Da allora in poi il Teatr diventa uno dei focolari della cultura polacca: nella città stessa e in tutta la Grande Polonia. Dal 1912, sotto la direzione di Boleslao e Nuna Młodziejowska Szczurkiewicz, il Teatr Polski raggiunge quasi il livello degli altri grandi teatri polacchi: con rappresentazioni di Fredro, Słowacki, Wyspiański, Shakespeare, Ibsen, Hauptmann, Strindberg, ecc.

Bibl.: J. Khote, Verzeichnis der Kunstdenkmäler der Provinz Posen, II, Berlino 1896; N. Pajzderski, Poznań, Leopoli 1928; Poznań (a cura di varî), Poznań 1929; H. Weise, Klima und Wetter in Posen, Lipsia 1933.

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