PORTOGALLO

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

PORTOGALLO (XXVIII, p. 32)

Riccardo RICCARDI
Mario DI LORENZO
Elio CALIFANO
Fernando RUSSEL CORTEZ

Popolazione (p. 35). - All'epoca del censimento del 12 dicembre 1940, la popolazione della repubblica, comprese le isole Azzorre e Madera, ammontava a 7.722.152 ab., dei quali 7.185.143 nel continente (popolazione presente); una valutazione al giugno 1946 la fa salire a 8.223.500 ab.

I dati per i varî distretti (1940) sono i seguenti:

Altre città con oltre 10.000 ab. sono: Barreiro 19.846 ab.; Oeiras 13.994; Olhão 13.627; Póvoa de Varzim 13.410; Covilhã 12.764; Guimarães 12.295; Elvas 11.222; Lamego 10.698; Figueira da Foz 10.072.

Condizioni economiche (p. 37). - Nel 1939 la superficie del Portogallo continentale risultò occupata per il 28,1% da arativi, 9,9% da colture arborescenti, 27,7% da foreste (di cui 1/4 sughereti); il resto è dato da incolti, in parte coltivabili, in parte improduttivi. La principale coltura del paese continua ad essere quella della vite, che si estende su circa 350.000 ha. e diede, nel 1945, 10.167.000 hl. di vino. L'olivo occupa una superficie di poco inferiore a quella della vite, e diede, sempre nel 1945, 405.000 q. di olio. La produzione cerealicola, insufficiente al fabbisogno interno, fu, nel 1946, la seguente: 5.080.140 q. di frumento (654.163 ha.); 3.860.700 q. di grano turco (497.800 ha.); 2.170.780 q. di avena (292.272 ha.); 1.255.490 q. di orzo (127.941 ha.); 1.409.910 q. di segala (242.217 ha.); 620.240 q. di riso (26.042 ha.). Nel 1940 il patrimonio zootecnico era così costituito: equini 483.000 (dei quali 275.000 asini), bovini 973.000, ovini 3.948.000, caprini 1.244.000, suini 1.253.000. La pesca disponeva, nel 1943, di 15.000 battelli con 41.400 pescatori; il prodotto fu di 246.800 t. di pesce, in prevalenza tonni e sardine. Durante la seconda Guerra mondiale fu intensificato lo sfruttamento dei giacimenti di pirite (1946 : 171.500 t.) e specialmente di quelli di tungsteno (1944 : 5390 t.).

Movimento commerciale (p. 39). - Nel 1946 l'importazione ebbe un valore di 6859,5 milioni di escudos, e l'esportazione, di 4586,5 milioni, dei quali 79,9 dati da minerali (piriti e wolframio), 813,3 dal sughero, 444,7 dalle sardine all'olio e 830 dai vini.

Comunicazioni (p. 39). - Le ferrovie nel 1940 avevano sviluppo di 3586 km.; la flotta mercantile nel 1942 aveva una stazza complessiva di 394.295 t. (249.700 a propulsione meccanica).

Finanze (XXVIII, p. 42; App. I, p. 948). - Grazie alla sua neutralità e alla favorevole posizione geografica, il Portogallo è stato in grado di accumulare durante la guerra notevoli riserve di oro e divise estere (da 3 miliardi di escudos nel dicembre 1940, a 18,2 alla fine del 1945), che hanno reso l'escudo una delle monete più solide del mondo. Successivamente, il peggioramento della bilancia commerciale, a causa delle crescenti difficoltà per il collocamento dei prodotti portoghesi su alcuni tradizionali mercati di sbocco (in particolare quello inglese) e del forte aumento delle importazioni, in specie di generi alimentari, promosse dal governo per combattere l'inflazione, ha determinato una riduzione delle riserve e indotto il governo a sottoporre a licenza d'importazione una lunga serie di prodotti non di prima necessità. Tuttavia le riserve in oro e valuta della Banca del Portogallo ascendevano ancora a fine settembre 1948 a 13 ,8 miliardi di escudos di cui oltre la metà in oro. La buona situazione valutaria ha consentito al paese di mantenere il regime di libertà dei cambî, ripristinato nel 1937; fanno eccezione i trasferimenti di corone svedesi e di franchi svizzeri e alcuni trasferimenti di dollari. Il cambio con il dollaro è fermo dal settembre 1947 sulla cifra di 25,065 escudos per dollaro. Il Portogallo non fa parte del Fondo monetario internazionale. La situazione delle finanze statali è pure particolarmente solida.

Al 31 dicembre 1946 il debito pubblico estero ammontava a 826 milioni e quello interno a 9573 milioni, di cui 6550 di consolidato.

Al 31 luglio 1948 la circolazione ammontava a 8,1 miliardi (fine dicembre 1939, 2,5 miliardi) e i depositi bancarî a 18,8 miliardi, di cui 17,8 a vista. Con decreto dell'aprile 1946 la riserva legale della Banca del Portogallo è stata portata al 50% del totale dei biglietti in circolazione e degli altri impegni a vista della banca; di detta riserva almeno la metà deve essere costituita da oro e il resto da valute estere convertibili in oro.

Bibl.: A. de Amorim Girão, Geografia de Portugal, Porto 1941; id., Atlas de Portugal, Coimbra 1941; H. Gaussen, Le milieu physique et la forêt au Portugal, in Rev. Géogr. des Pyrénées et du Sud-Ouest, 1940, pp. 219-267; A. Gonçalves Pereira, Le Chêne-liège au Portugal, ibid., pp. 268-275; H. Lautensach, Der Werdegang der portugiesischen Kulturlandschaft, Berlino 1941; O. Ribeiro, in Bol. Soc. Port. de Ciencias Nat., 1942, pp. 101-112.

Storia (XXVIII, p. 42; App. I, p. 947).

All'inizio della guerra il Portogallo dichiarò la propria neutralità. Essa poté essere mantenuta, da un lato, per la convergenza verso questo obiettivo, sia della cautela dell'Inghilterra (cui non convenivano complicazioni nella penisola iberica), sia della presunzione germanica di potere - all'occorrenza - occupare il Portogallo in poche ore; dall'altro, per l'abile politica condotta da Salazar nei confronti della Spagna ("blocco iberico", 1942) col fine principale di difendere l'indipendenza delle due nazioni e quello - non dichiarato dallo statista portoghese, ma . non meno importante per il Portogallo - di tenere a bada la stessa Spagna, cui non sarebbero stati estranei sogni di espansione iberica.

Questa azione di rafforzamento della neutralità fu fiancheggiata da un'altra, proiettata oltre le contingenze del conflitto. Il 7 maggio 1940 un Concordato ed un Accordo missionario regolarono definitivamente le relazioni del Portogallo con la S. Sede. Nello stesso anno le celebrazioni per il duplice centenario della fondazione e della restaurazione del Portogallo - alle quali il Brasile fu invitato - segnarono una più intima fase dei rapporti tra le due nazioni. Naturalmente, il paese anche durante l'ultimo conflitto non si sottrasse alla sorte di diventare uno dei più sensibili punti d'incontro dei servizî informativi di tutti i belligeranti.

Il Portogallo - benché lontano dalla guerra - risentì gli effetti del nuovo stato di cose, che influiva, indirettamente, sull'economia del paese: in senso positivo incrementando le esportazioni (il wolframio, necessario alla preparazione degli acciai rapidi, vi figurava per cifre notevoli); e nel negativo riducendo il già basso tenore di vita della popolazione, rallentando l'attuazione del programma - disposto fin dal 1936 - di riorganizzazione economica, ecc. Questi effetti negativi furono quelli che in politica interna finirono con l'avere la preponderanza, che si concretò, prima (1942) in una pubblica accusa di ostruzionismo alla soluzione dei problemi sociali, lanciata dai rappresentanti dei Sindacati nazionali alle organizzazioni padronali, e in seguito nel fornire alle correnti di opposizione una facile presa sul ceto medio e sul proletariato. Direttamente, poi, territorî portoghesi erano esposti al pericolo d'essere investiti dalla guerra guerreggiata. Questa minaccia (tra l'altro, il 6 maggio 1941, il senatore americano Pepper chiese una precauzionale occupazione degli arcipelaghi portoghesi) spinse il capo dello stato a completare con un viaggio alle Azzorre (23 luglio-11 agosto 1941) il giro dei possedimenti d'oltremare (gli altri viaggi li aveva compiuti nel 1938-39), a riaffermarvi la decisione del Portogallo di ricorrere alle armi in caso di minaccia alla sua sovranità su quei territorî. Tuttavia, dopo conversazioni preliminari che, senza condurre ad un accordo, avevano preso in esame un contributo anglo-olandese alla difesa della parte portoghese dell'isola di Timor, truppe anglo-olandesi occuparono questo territorio (17 dicembre 1941) che, il 19 febbraio 1942, fu poi conquistato da forze nipponiche.

Il 27 aprile 1943, Salazar ricorda che "il Portogallo è alleato della Gran Bretagna", la quale, il 16 giugno dello stesso anno, reclama una parziale applicazione del trattato di alleanza. I negoziati sboccano nella concessione di basi nelle isole Azzorre all'Inghilterra ed agli Stati Uniti (in linea subordinata è considerata l'ipotesi di un attacco tedesco al Portogallo; ove tale eventualità dovesse verificarsi, il governo portoghese - dopo una simbolica resistenza - si trasferirebbe nei suoi possedimenti atlantici). Questa concessione - scarsamente rischiosa dato che fu resa operante il 12 ottobre 1943, quando, cioè, la Germania era rimasta sola in Europa - doveva permettere a Lisbona di parlare, alla fine della guerra, di "neutralità collaborante" e di chiedere l'ammissione alle N. U., che verrà negata due volte, opponendosi il veto russo. Mosca allegava di non essere in relazioni diplomatiche con il Portogallo e lo accusava di collaborazione con l'Asse (avendolo rifornito di wolframio) e di fascismo (non godendo i Portoghesi della piena libertà politica neppure dopo le elezioni generali del 18 novembre 1945).

Alle elezioni prende parte dapprima l'opposizione riunita nel MUD (Movimento di Unità Democratica: liberali e socialisti attivizzati dai comunisti), ma essa ritira tale adesione ed inizia la campagna per l'astensione dal voto quando il governo rifiuta di rinviare le elezioni e ripristina la censura due giorni dopo averla abolita. L'astensione di oltre un terzo (342.352) del corpo elettorale (849.779) dalle urne, il ripetersi di moti rivoluzionarî (a proposito di uno di essi nel quale si era trovato coinvolto l'ammiraglio José Mendes Cabeçadas - uno dei capi della rivoluzione nazionale del 1926 - si è parlato di un forte dissenso tra Salazar e Carmona, che avrebbe promesso al suo antico collega l'applicazione, rifiutata invece dal governo, dell'Habeas corpus nei confronti suoi e degli altri indiziati), e la quarantena impostagli in campo internazionale scuotono alquanto la solidità del governo. Ma, quando il Portogallo è ammesso alla Conferenza economica europea (luglio 1947) e la tempesta si può considerare passata, Salazar ha già abbandonato da qualche mese il Ministero degli esteri a José Caeiro da Mata, uno dei suoi collaboratori più in vista. In politica interna il nuovo indirizzo fa qualcosa per alleviare la miseria delle classi meno abbienti, che sopportano il peso della politica antinflazionistica del governo. La politica estera si fonda più che mai sul vecchio trattato di alleanza con Londra, nonostante il grande impulso dato allo sviluppo delle relazioni con gli Stati Uniti. In seguito ai nuovi impegni internazionali il Portogallo si trova nella necessità di accelerare al massimo il programma di potenziamento industriale. Nell'attuazione del programma avranno gran parte il capitale ed il lavoro stranieri.

Nelle elezioni del 20 febbraio 1949, dopo il ritiro del candidato dell'opposizione, gen. Norton de Matos, a presidente della repubblica è stato confermato il maresciallo Carmona.

Bibl.: M. C. Belgrano, El nuevo estado del Portugal. Ensayo juridico-politico, Buenos Aires 1943; A. Bizzarri, Origine e caratteri dello Stato Nuovo Portoghese, con una premessa di G. Volpe, Milano 1941; H. J. Greenwall, Our eldest Ally (Portugal), Londra 1943.

Preistoria e archeologia.

Negli ultimi anni, paletnologi e archeologi hanno fatto numerose scoperte e studî sistematici di varie formazioni post-plioceniche di facies marine e continentali, sicché si ha oggi una sicura conoscenza delle industrie paleolitiche (per le conoscenze precedenti v. lusitani, xxI, p. 677). Per il Breuil le industrie rappresentano a volte una facies propria "Lusitana" alquanto rozza. È ancora prematuro trarre conclusioni riguardo alla distribuzione dei giacimenti mousteriani e all'ipotesi che essi siano dovuti a una penetrazione lungo il Tago a partire dall'intemo della penisola, perché appaiono non solo lungo le sponde del Tago, ma anche nel nord del Portogallo. L'esistenza del paleolitico superiore resta ora pienamente confermata con l'apparire delle industrie tipiche aurignaciane, solutreane e magdaleniane nella Serra de Monsanto e nei dintorni di Lisbona.

Vi sono anche industrie mesolitiche con istrumenti di tradizione capsiana molto pura, con microliti trapezoidali e abbondanti ossa umane appartenenti a varî tipi, fra cui uno peculiare dolicocefalo, di bassa statura, di prognatismo medio con caratteri negroidi che Mendes Corrêa chiama homo afer taganus, e che richiama caratteri di tipi umani del paleolitico superiore, forse come sopravvivenze neandertaloidi.

Il problema della cultura litoranea di tipo asturiano richiede confronti e un dettagliato studio della formazione delle spiagge marittime; in molti luoghi questa industria coesiste con altra di morfologia paleolitica, potendo ammettersi una maggiore antichità in relazione ai picchi cantabrici postaziliani. Tale industria sarebbe provenuta dall'Africa oppure sarebbe esistito un tipo pre-asturiano meridionale di carattere paleolitico.

Anche la conoscenza del periodo neo-eneolitico si è ampliata grazie ai lavori intorno a Palmela, alla necropoli di Alapraia e Castro de S. Pedro, e si può affermare che nell'eneolitico portoghese, esclusa la cultura di Alcalar, si manifestano due culture con caratteri distinti: nella prima predominano microliti trapezoidali e qualche volta semicircolari, la maggior parte con base convessa, alcuni triangolari e altri con peduncolo terminale; pochi oggetti di rame, asce piatte in genere. lance o frecce: nella seconda cultura pochi microliti, in genere con base concava, altri con lati curvi a forma di mitria; notevoli varietà di oggetti di rame e forse di bronzo; abbondanza di placche di terracotta. Rientrano nella prima cultura: Palmela, Alapraia, cascais, Carenque, ecc., nella seconda: Vila Nova de S. Pedro, Pragança, Rutura, Chibanes, ecc. La prima cultura sarebbe importata per via marittima e precisamente attraverso la foce del Tago e del Sado e solo più tardi attraverso i porti dell'Algarve.

Il Castro di Vila Nova de S. Pedro, a N. del Tago, nelle vicinanze di Santarem, in una regione ricca di trovamenti dell'età del bronzo, presenta abitazioni di pianta quadrangolare e fondi di capanne circolari, di chiara derivazione mediterranea, e l'abitato pare che sia perdurato a lungo con popolazioni successive, dal pieno eneolitico fino al periodo avanzato del bronzo. Queste popolazioni furono prevalentemente agricole e dedite alla caccia; la loro cultura mostra influenze orientali e africane, nelle punte, nelle falci, negli ossi, nello zoomorfismo delle figure e nelle statuette. Per Jalhay, esistono relazioni fra la penisola e l'Africa a partire dall'aurignaciano; negli oggetti egli nota somiglianza fra le punte di freccia subtriangolari, con alette, a base concava di Vila Nova de S. Pedro e quelle di Abido di Egitto; elementi delle falci e pugnali di rame somiglierebbero ad alcuni egiziani. Appartengono a questa cultura Torre e l'abitato di Casal do Zambujal con asce levigate, lance di rame, punteruoli di selce e molta ceramica decorata.

Paço, Vantier e Zbyszewski hanno fatto scavi a Lapa di Bugalheira, Torres Novas, raccogliendo fra gli altri oggetti due falangi di bovidi incise e dipinte, insieme con numerosi coltelli di selce di grandi dimensioni, microliti trapezoidali, abbondante ceramica, placche di schisto con disegni; può quindi stabilirsi un anello fra la civiltà di Almizaraque e quelle del centro del Portogallo. Nel Nord, insieme con le pitture schematiche di Rapa, Tua, il Russell ha raccolto ceramica campaniforme e un idolo osseo, mostrando relazioni fra questa zona e la regione di Almeria.

Alla fine dell'età del bronzo e al principio delle migrazioni celtiche appartengono alcuni tesori con oggetti di bronzo; di essi i più importanti sono quello di Porto do Concelho, scavato dal Jalhay, con 39 oggetti; quello di Moreira, scavato dal Russell, con diciotto asce, una fibula posthallstattiana, ecc. Vicino a Monchique, A. Viana ha scoperto dentro un tumulo del primo periodo del bronzo resti di tessuto aderenti a un'ascia piatta di bronzo. Dimostrano la grande ricchezza di questa zona i gioielli aurei, come un braccialetto di Arouca, le collane di S. Pedro do Sul, il tesoro di Penha, e Atouguia di Baleia.

Scavi a Sanfins (Jalhay), Bagunte, Mosinho, Esturãos, Poiares (Russell) portano nuovi documenti per la civiltà dai tempi post-hallstattiani fino al basso impero. Questa cultura peculiare dell'angolo NO. della Hispania ha la sua origine nei tempi neo-eneolitici e mostra una forte influenza celto-ligure, con una stratificazione di elementi bio-culturali dovuti a popolazioni immigrate in epoche diverse, e con un generale carattere rigorosamente conservativo che si manifesta anche nell'uso di motivi decorativi tradizionali della più remota antichità. Per lo studio dell'ultimo periodo di questa cultura, il monumento più importante è l'abitato di Bagunte, molto evoluto, databile al Iv secolo d. C. Si nota un affermarsi del concetto di proprietà familiare, la pianta delle abitazioni diviene più complessa con aggruppamento di varî ambienti destinati a cucina, a cortili per bestiame, a magazzini di prodotti agricoli. Si accentua il numero delle strade lastricate o rivestite di una specie di opus caementicium. Nella costruzione si impiegava la pietra come l'argilla; il Russell ha messo in luce tre abitazioni con pareti di argilla, venendo a confermare le notizie che si deducevano dagli autori classici. Il materiale ceramico è abbondante, quantunque di tecnica degenerata e nell'ultimo periodo poco decorato. Numerosi sono gli elementi che mostrano una sviluppata metallurgia del ferro e del bronzo. In genere si può affermare che gli abitanti furono costretti dai Romani ad abbandonare le alture fortificate e a stabilirsi nelle pianure. Spesso però i conquistatori lasciarono nei loro antichi abitati le popolazioni sottomesse, pur esigendone i mezzi di trasporto, i fondi pubblici, i rifornimenti, le armi. Riguardo ai problemì di geografia storica Leite da Vasconcellos e Jalhay hanno localizzato la civitas di Amaya e il Russel ha posto Talabriga nei contrafforti della Serra de Arga in Labruga, ai margini del Lima, mettendo altresì in luce nelle vicinanze un accampamento romano. Scavi, condotti dal Russell nella regione del Duero vicino a Regua, rivelarono un'importante villa rustica del secolo IV d. C., poi fortificata, decorata di mosaici con pesci.

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