Metafisica, pittura

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Tendenza artistica sviluppatasi in Italia dopo il futurismo e in opposizione a esso. Ne fu iniziatore, verso il 1913, G. De Chirico che fu anche il teorico della nuova tendenza, cui aderirono per qualche tempo C. Carrà, G. Morandi e F. De Pisis. La giustificazione teorica della pittura m. era tratta dalla teoria di Schopenhauer sulle apparizioni, secondo la quale l’immagine del sogno suscita desiderio e sorpresa, offrendosi da un lato al dormiente con la sua realtà, dall’altro al di là delle umane possibilità di azione in lui latenti. Il sogno travalica le funzioni cerebrali di spazio, tempo, causalità e coglie una realtà più vera. Quel senso di sorpresa e quel raggiungimento di una realtà non contingente sono, per De Chirico, lo scopo della pittura metafisica. In De Chirico, la pittura m. anticipa taluni aspetti del dadaismo e del surrealismo; in Carrà è soprattutto ricerca di valori formali puri, indipendenti da ogni descrittività o narratività, e quindi anticipa il successivo movimento dei Valori plastici. Per Morandi è una fase importante di depurazione del soggetto da tutti gli episodi accidentali e di scoperta di significati insiti nelle cose. Contributi teorici apparvero su Valori plastici e su Primato.

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