Pistoia

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Città della Toscana (236,1 km2 con 90.908 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. Si trova al limite settentrionale della pianura dell’Ombrone pistoiese, compresa fra l’Arno a S, il Monte Albano a O e le pendici dell’Appennino a N e a E. L’abitato è costituito da un nucleo più antico racchiuso entro il perimetro delle mura medievali e da numerosi sobborghi sviluppatisi al di fuori delle mura a partire dalla seconda metà del 19° secolo. Posta in corrispondenza dei limiti nord-occidentali di una vasta area metropolitana che comprende anche Firenze e Prato, si è estesa prevalentemente verso S, lungo le direttrici segnate dalle vie Pratese e di Poggio a Caiano, verso N, in direzione dell’Ombrone, e verso O.

La popolazione comunale, in significativo aumento nel corso degli anni 1960, ha superato negli anni 1970 le 90.000 unità. Negli ultimi due decenni del 20° sec. si è registrata una graduale diminuzione, tendenza che si è accompagnata a un accentuarsi dei processi di terziarizzazione occupazionale. Una lieve ripresa ha invece caratterizzato i primi anni del 21° secolo.

Nella città prevalgono le attività terziarie, ma il Comune è anche sede di numerose industrie, in particolare nei settori metalmeccanico (fonderie; fabbriche di materiale rotabile autoferrotranviario, macchinari, utensili), tessile, dell’abbigliamento e del legno. P. è inoltre un importante centro di commercio agricolo (mercato floricolo e ortofrutticolo). Nodo stradale e ferroviario che collega Firenze alla costa, attraverso Lucca e Pisa, è meta turistica frequentata, dotata di interessanti musei. Notevole la Biblioteca Forteguerriana (➔ Forteguerri, Niccolò).

Storia

L’antica Pistoriae o Pistorium fu probabilmente municipio. Dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, sotto i Longobardi P. divenne importante centro militare e amministrativo sul confine con l’Italia bizantina. Sede di gastaldato e centro di contea, entrò a far parte della Marca di Tuscia. Il suo comune, sorto nell’11° sec., lottò con successo contro i comuni vicini, finché Lucca e Firenze, con l’aiuto delle fazioni cittadine (polarizzate nel 13° sec. intorno ai Cancellieri, di parte bianca, e ai Panciatichi, capeggianti i Neri), nel 1306 conquistarono la città allora governata dai Bianchi. Sottomessa a Castruccio Castracani, signore di Lucca, P. fu occupata da Firenze (1329). La successiva crisi finanziaria ed economica, determinata nel 14° sec. dal fallimento delle sue famose case bancarie, costrinse il comune a rinunciare, in favore dell’egemonia fiorentina, a ogni autonomia. Nei secoli successivi la dominazione medicea e lorenese favorì lo sviluppo economico della città (18° sec.); nel 19° sec. P. partecipò attivamente ai moti del Risorgimento.

Arte

Il duomo è di tipo pisano (12° sec., notevolissime opere all’interno). Di fronte al duomo è il battistero (14° sec.); nei pressi, Palazzo Pretorio (fondato nel 1367); Palazzo del Comune (1294), sede del Museo Civico. Di tipo pisano sono S. Bartolomeo in Pantano (architrave di Gruamonte, 1167; pulpito di Guido da Como, 1250), S. Giovanni Fuorcivitas (12°-14° sec.; pergamo di fra Guglielmo, 1270); S. Andrea (12° sec.; architrave di Gruamonte, pulpito e Crocifisso di Giovanni Pisano). Altri monumenti: Ospedale del Ceppo (fondato nel 1277); Palazzo Panciatichi (14° sec.); cappella dell’ex convento del Tau (14° sec.); ecc. Nell’ambito dell’architettura contemporanea, notevoli SS. Piero e Gerolamo (1946-53), Cuore Immacolato di Maria (1959-61), e l’ampliamento della Cassa di risparmio (1957-65), di G. Michelucci; il quartiere Le Fornaci (1980-87), di L. Savioli, D. Santi; il Centro annonario (1982-85), di A. Natalini.

La città è stata designata capitale italiana della cultura per il 2017.

Provincia di P. (964,1 km2 con 291.697 ab. nel 2020). Suddivisa in 20 Comuni, si estende tra la catena appenninica, l’alta valle del Reno (fino a Porretta Terme), la pianura di Firenze e il Monte Albano.

La popolazione provinciale, in debole contrazione fra i censimenti del 1981 e 1991, ha presentato nei successivi decenni un incremento costante, legato al saldo naturale positivo e al progressivo consolidamento di attività industriali e terziarie locali: in particolare, si sono presentati in espansione alcuni centri collinari e montani a specializzazione turistica, fra cui soprattutto le località termali situate fra la Val di Nievole e il Monte Albano.

Un notevole apporto all’economia provinciale proviene dalle colture floricole (Pescia è sede del più importante mercato italiano di fiori recisi) e vivaistiche (olivi da trapianto, piante ornamentali e da frutto, ortaggi). Il settore industriale presenta una distribuzione equilibrata fra il capoluogo e altre tradizionali aree manifatturiere, mentre i servizi per le imprese continuano ad addensarsi nei centri principali. Nel versante del territorio provinciale contiguo alla provincia di Prato (comuni di Agliana, Montale e Quarrata) si sono via via trasferite le funzioni direttamente produttive del distretto pratese del tessile-abbigliamento, in seguito alla ormai consolidata terziarizzazione del nucleo originario del sistema. Importanti aree industriali specializzate si trovano nel Pesciatino (cartiere, industrie chimiche e vetrarie), a San Marcello Pistoiese (industria metallurgica), a Monsummano Terme (industria delle calzature) e a Quarrata (mobilifici). Molto sviluppato il turismo montano estivo e invernale (Abetone, Cutigliano) e quello termale (Montecatini Terme).

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