PINDO

Enciclopedia Italiana (1935)

PINDO (Πίνδος; A. T., 83-84)

AIdo Sestini

Catena montuosa della Grecia, diretta da NNO. a SSE., tra il confine albanese e il valico presso Karpenḗsion (1352 m.; circa 50 km. a N. del golfo di Corinto). Il Pindo propriamente detto, secondo gli antichi, non va però più a nord del Passo di Zygós (1551 m.), l'unico veramente frequentato per le comunicazioni fra l'Epiro e la Tessaglia e tuttavia sprovvisto ancora di strada carrozzabile. La parte a settentrione del passo ha caratteri geologici (prevalenza di flysch e serpentine) e morfologici (forme relativamente dolci) diversi da quella a sud, ed è nel complesso meno elevata, sebbene raggiunga nello Smólikas 2574 m.

Il Pindo proprio consta di una duplice e anche triplice serie di brevi catene allungate in direzione meridiana, tra le quali si svolge il corso superiore dell'Aspropotamo. Nell'insieme esse costituiscono un'impervia muraglia calcarea, essendo le valli trasversali strette e profondamente incise, spesso gole selvagge. Le cime più alte sono: Kakardítsa, 2429 m., Tsoumérka, 2393 e Beloũchi, 2315. Calcari mesozoici, specialmente giurassici e cretacei e accompagnati da scisti e diaspri, sono le rocce fondamentali; esternamente si hanno fasce di terreni arenacei e marnosi (flysch) cretaceo-oligocenici, i quali sono sottoposti ai calcari dal lato orientale. La regione riceve precipitazioni copiose, anche in forma di neve, ed è ben provvista di acque correnti. Conserva discreti resti del mantello boscoso (specialmente abete, poi faggio e pino). Le colture sono limitate ai dintorni dei villaggi e il mais ne è il prodotto principale. Ma la risorsa maggiore della popolazione, a nord Aromuni (v.) e a sud Greci, è costituita dalla pastorizia (ovini e caprini), in parte transumante.

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