Pergamodi Misia

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Pergamo (gr. Πέργαμον) di Misia Antica città della Misia (od. Bergama, nella Turchia Asiatica). Acquisì importanza dal 282 a.C. quando Filetero, custode dei tesori di Lisimaco conservati in P., ribellatosi al proprio sovrano, ottenne da Seleuco di tenere per sé il tesoro e divenire dinasta della città. Nacque il regno degli Attalidi, quarto dei grandi regni ellenistici, con un ruolo di primo piano nella storia dell’Anatolia: si distinse nella lotta contro i Galati invasori dell’Asia Minore e più tardi, alleato dei Romani, contribuì in modo decisivo all’assoggettamento dell’Oriente a Roma, anche prima che Attalo III morendo lasciasse il regno ai Romani (133). Il re era coadiuvato da un consiglio, un primo ministro, tesorieri, giudici reali e da una polizia regia. L’esercito era composto di mercenari, la flotta, numerosa e ben addestrata, era inferiore solo alla tolemaica e alla rodia. Il territorio era amministrativamente diviso in τόποι («luoghi»»), retti da governatori con poteri civili e militari, designati dal re. Cospicue erano le rendite dei sovrani pergameni, derivanti dai territori coltivati da schiavi regi e dalle tasse dovute dai privati e dalle città. Gli Attalidi furono sovrani illuminati: curarono razionalmente l’agricoltura e l’allevamento del bestiame; le industrie di stoffe, tappeti, pergamena, profumi raggiunsero un elevato grado di sviluppo. Soprattutto P. fu uno dei grandi centri della cultura ellenistica, al pari di Alessandria e Antiochia. Fulcro dell’attività culturale fu la biblioteca, cui sono legati i nomi di Antigono di Caristo e in particolare di Cratete di Mallo, al quale fece capo una scuola filologico-grammaticale improntata alla dottrina dell’anomalia che ebbe notevole influenza sulla cultura romana. Il santuario pergameno di Asclepio, nel 2° sec. d.C., fu sede del medico Galeno. Le arti figurative raggiunsero un alto livello: famose opere sono legate ai monumenti commemorativi delle vittorie degli Attalidi sui Galati.

La città nel suo maggiore sviluppo si stendeva dalla pianura fino all’acropoli cinta da tre cerchie di mura (la più antica del 7° sec. a.C.). Sono stati individuati: l’agorà, resti di edifici pubblici, i santuari di Era e di Demetra, i monumenti dell’acropoli, il grande altare di Zeus e Atena (2° sec. a.C.), il santuario di Atena Poliade Nikephòros (3° sec. a.C.), il Traianeo, il palazzo reale. Il regno degli Attalidi promosse una serie di opere architettoniche e plastiche, richiamando artisti da varie parti della Grecia e dell’Asia Minore e creando un notevole centro d’arte in periodo ellenistico. Il grande fregio della Gigantomachia, che era situato sul basamento del santuario di Zeus e Atena, reca iscritti i nomi degli scultori (Dionisiade, Menecrate, Melanippo, Oreste, Teorreto), provenienti da P., Atene, Tralle, Rodi. P. fu quindi uno dei principali centri artistici nel periodo ellenistico, con caratteri così ben definiti da permettere di parlare di una scuola pergamena.

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