Partito radicale francese

Dizionario di Storia (2011)

Partito radicale francese (Parti radical, PR)


Partito radicale francese

(Parti radical, PR)  Partito politico francese fondato nel 1901. Già nel 19° sec., attorno a figure quali A. Ledru-Rollin e L. Gambetta, si era delineata una corrente repubblicana di sinistra, la quale nel 1901 costituì il Partito repubblicano, radicale e radical-socialista, o semplicemente Partito radicale. Alla base del PR erano i principi di laicità, solidarietà, tolleranza e universalismo, e sul piano economico il suo programma prevedeva una tassazione fortemente progressiva, la difesa della piccola proprietà e la statalizzazione dei monopoli. Su queste basi i radicali riuscirono anche a governare il Paese, in alleanza coi socialisti di J. Jaurès e A. Briand, sotto la guida di E. Combes (1902-1905). Al Congresso di Nancy (1907) il progetto di programma presentato da E. Herriot confermò la collocazione di sinistra del partito. Nel periodo tra le due guerre mondiali, i radicali governarono a più riprese la Francia, con C. Chautemps, E. Daladier, E. Herriot, A. Sarraut e T. Steeg. Nel 1936 il PR fu tra i promotori del Fronte popolare (➔ ), ma dopo due anni, proprio per sua volontà, l’alleanza venne meno. Il governo Daladier (1938-40) fu quindi tra gli artefici di quella politica dell’appeasement con la Germania nazista che portò al Patto di Monaco e finì per incoraggiare l’aggressività di Hitler. Dopo l’occupazione tedesca, il PR si divise tra sostenitori e avversari del governo collaborazionista di Pétain; una parte dei radicali, tra cui P. Mendès-France e J. Moulin, prese parte attivamente alla Resistenza. Nel secondo dopoguerra, la leadership fu assunta dallo stesso Mendès-France – per un periodo fu anche a capo del governo (1954-55) –, il quale tuttavia non riuscì a rilanciare il PR, schiacciato dal confronto tra le forze politiche maggiori e diviso al suo interno. Dopo le dimissioni di Mendès-France (1957) e vari anni di incertezza, nel 1969 la segreteria fu assunta da J.-J. Servan-Schreiber. La spaccatura tra i sostenitori di un fronte delle sinistre (facenti capo a M. Faure) e i fautori di un’alleanza con le forze centriste (tra i quali era il segretario) portò nel 1972 alla scissione del partito, dando vita al PR detto «valoisen», continuatore legale dell’esperienza del PR storico e schierato col centrodestra, e al Movimento della sinistra radical-socialista, che nel 1998 ha assunto il nome di Partito radicale di sinistra. Entrambe le formazioni, peraltro, in Senato sono nel medesimo gruppo parlamentare, il Raggruppamento democratico e sociale europeo.

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