Parigi

Dizionario di Storia (2011)

Parigi


Città capitale della Francia. Capoluogo della regione dei parisii, in epoca celtica ebbe il nome di Lutetia. Nel 53 a.C. Cesare vi riunì l’assemblea generale delle Gallie; nel 52 il suo luogotenente Labieno vi sconfisse Camulogeno, capo dei parisii; nel 275 subì un’invasione barbarica. Nel 4° sec. fu incorporata nella provincia Lugdunense IV; ormai con il nome di P., fece parte del regno romano di Egidio e poi di Siagrio. Nel 497 Clodoveo, re dei franchi, ne fece la capitale del suo regno. Lo splendore dato a P. dalla protezione dei primi re franchi venne però meno con la decadenza dei Merovingi. Nell’885, assediata dai normanni, resistette a lungo sotto la guida del conte Oddone, che divenne re dopo la liberazione della città. Cessato il pericolo normanno (911), la crescita cittadina riprese sull’onda dell’attività commerciale che si svolgeva specialmente lungo la Senna; già allora, P. era un importante centro di cultura, mentre l’amministrazione della città, ancora all’inizio del 12° sec., non era rappresentata che da confraternite mercantili. Residenza del re, P. non ebbe mai una carta comunale. Al principio del 13° sec., sotto Filippo II Augusto, P., ormai sede delle istituzioni della monarchia e dei corpi amministrativi, assunse aspetto di capitale. Con Filippo il Bello furono tenuti a P. i primi Stati generali (1302), nuovamente consultati nel 1314, 1316 e 1317. Le ripercussioni dell’epidemia di peste del 1348 e i numerosi errori commessi da Giovanni il Buono, caduto prigioniero degli inglesi durante la guerra dei Cento anni (1356), determinarono un tentativo di rivoluzione municipale. Con Carlo VI comin­ciò un periodo di disordini: insanguinata (1408-20) dalla guerra scoppiata tra Armagnacchi e Borgognoni, P. subì la dominazione inglese dal 1420 al 1436, quando il conestabile Arturo di Richemont entrò in città. Da Luigi XI a Enrico IV i re di Francia non ebbero residenza fissa a P., che, nondimeno, partecipò intensamente allo sviluppo del Paese. Nel 16° sec. fu nuovamente teatro di stragi, quali la notte di San Bartolomeo nel 1572 e il terribile assedio di quasi quattro anni posto da Enrico di Navarra. La città si ingrandì con Luigi XIII (1610-43); dopo i tumulti della Fronda Luigi XIV abbandonò P. per stabilirsi a Versailles, dove da allora fecero capo tutti gli organi amministrativi centrali. P. tuttavia continuò a essere il centro intellettuale e artistico e uno dei maggiori centri economici della Francia. A partire da Luigi XVI la storia di P. si confonde con quella della Francia. La Rivoluzione francese fu un evento eminentemente parigino: decisiva fu infatti la parte avuta dal comune insurrezionale nella caduta della monarchia e nella lotta contro i girondini. I moti del 1830 portarono l’introduzione del principio elettorale nell’amministrazione municipale, abolito poi dalla Seconda Repubblica (1848). Nuovamente insorta nel 1832, nel 1834 e nel 1839, con la rivoluzione del 1848 abbatté il regno di Luigi Filippo. Sotto il Secondo impero sorse la P. moderna. Nel 1870-71, durante la guerra franco-tedesca, P. fu assediata dai tedeschi. Le onerose condizioni poste da Bismarck per l’armistizio imposero ai francesi la continuazione delle ostilità, finché il 28 genn. 1871 la città fu costretta alla capitolazione. Nel marzo la rivoluzione operaia s’impadronì di P. e, con il nome di Comune, tenne il potere per circa due mesi, dopo i quali fu costretta a capitolare di fronte all’assedio del governo di L.A. Thiers. Sotto la Terza Repubblica P. riprese il suo sviluppo e per tutto il 19° sec. fu il maggior centro culturale d’Europa.

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