Nuoro

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Comune della Sardegna (192,06 km2 con 34.996 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. È situata a 549 m s.l.m. su un altopiano alle falde nord-occidentali del Monte Ortobene, nell’alto bacino del Cedrino; nata come villaggio pastorale, a partire dal 1926, con l’assunzione del ruolo di capoluogo di provincia, ha visto una progressiva trasformazione dell’impianto urbanistico. Fra gli anni 1970 e 1980, lo sviluppo urbanistico è avvenuto spesso in forme disorganiche, in gran parte dovute a interventi di abusivismo. La struttura economico-occupazionale della città presenta una base pastorale e agricola cui si è sovrapposto, parallelamente alla moderna crescita urbana, un apparato terziario complessivamente poco dinamico ed essenzialmente legato alla pubblica amministrazione. È ancora rilevante l’artigianato; sono considerevoli le attività turistiche.

Di antica origine (anteriore, come mostrano i reperti archeologici, all’età romana), nell’Alto Medioevo è ricordata con il nome di Nugoro (12° sec.) come villa dei vescovi di Ottana. Decaduta questa città nei secoli successivi per la crescente malaria, a motivo della sua favorevole posizione sui monti della Barbagia, N. la sostituì progressivamente come centro del commercio regionale. Dal 1848 al 1859, nel Regno di Sardegna, fu capoluogo di provincia; e tale la città è tornata a essere stabilmente nel 1926.

Provincia di N. (5638 km2 con 205.205 ab. nel 2020 ripartiti in 74 comuni). Comprende una delle aree più montuose e meno abitate della Sardegna, con alcune delle sue regioni più caratteristiche (Barbagia Ollolai e Brabagia Belvà); è dominata dalla sezione occidentale del grande massiccio del Gennargentu e a E si affaccia sul Mare Tirreno da Punta Orvili (N) a Cala di Luna. Il clima è mite, con moderata quantità di precipitazioni. L’economia è legata alle vecchie attività del settore primario (fra cui quelle zootecniche), in cui sono stati sporadici i processi di modernizzazione. L’agricoltura, penalizzata dalla scarsità di investimenti risente dell’abbandono da parte delle componenti più giovani della popolazione. Le attività secondarie sono presenti soltanto in isolati comprensori di sviluppo (industrie petrolchimiche, siderurgiche e tessili) localizzati nei pressi dei centri maggiori. In ascesa le attività turistiche, pur ostacolate da carenze dei sistemi di accessibilità e delle strutture ricettive.

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