NORMANDIA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

NORMANDIA (XXIV, p. 927)

Amedeo Tosti

Alla voce guerra mondiale (in questa seconda App., I, p. 1157 segg.) si è esposta la vicenda per la quale il comando anglo-americano giunse a decidere l'operazione di sbarco in Normandia e si è dato conto del piano generale delle operazioni e delle forze contrapposte. Per la parte più strettamente logistica dello sbarco v. sbarco, in questa Appendice.

Gli effettivi di sbarco furono, inizialmente, fissati in 5 divisioni, sopra un fronte di circa 60 chilometri. La direzione suprema dell'operazione era affidata al gen. Eisennower, che aveva, quale comandante aggiunto, il maresciallo dell'aria inglese sir Arthur Tedder. Le forze navali erano poste sotto il comando dell'ammiraglio inglese sir Bertrand H. Ramsay; quelle terrestri, comprendenti la 1a armata americana (gen. O. Bradley) e la 2a britannica (gen. Dempsey), erano agli ordini del maresciallo Montgomery; le forze aeree per l'impiego tattico, infine, dipendevano dal maresciallo dell'aria inglese sir Leigh Mallow e per l'impiego strategico dal generale americano Spaak. Comandante tedesco nel settore occidentale era il maresciallo von Rundstedt, il quale aveva alle sue dipendenze, nel settore settentrionale, il maresciallo Rommel e in quello meridionale il gen. Blaskowitz. Le forze di cui il comando tedesco poteva disporre tra i Paesi Bassi ed i Pirenei, erano poco più di 55 divisioni.

La grande operazione di sbarco fu preceduta e preparata da una lunga e metodica offensiva aerea, che si protrasse per circa cinque mesi: dai primi di gennaio 1944 ai primi di giugno. In particolar modo, furono prese a bersaglio le officine per la costruzione e riparazione di aerei e la rete ferroviaria, così da ostacolare quanto più fosse possibile l'afflflusso di rinforzi avversarî nella zona ove lo sbarco sarebbe avvenuto. La preparazione immediata, poi, ch'ebbe inizio il 1° giugno, mirò a distruggere tutta l'organizzazione difensiva dell'avversario in prossimità della costa.

Nelle prime ore del mattino del 6 giugno 1944, mentre tre divisioni aerotrasportate, provenienti dall'Inghilterra, piombavano su punti più delicati della penisola normanna, portando lo scompiglio e la distruzione nelle retrovie avversarie, ben 4000 navi (per un terzo americane, e per due terzi inglesi, appoggiate da un nerbo formidabile di navi da guerra e scortate da un'imponente flotta aerea, comprendente non meno di 11.000 apparecchi, da caccia e da bombardamento) si avvicinavano alla costa - in cinque diversi tratti di essa, sopra un fronte di circa un centinaio di chilometri, tra la foce della Dive e Montebourg, nel Cotentin - ed iniziavano lo sbarco delle truppe.

Già la sera del 7, l'armata inglese aveva potuto costituire una testa di ponte di circa una quarantina di chilometri tra Port-en-Bessin e la foce dell'Orne, e spingere le proprie avanguardie fino a pochi chilometri da Caen. Più decisiva ed efficace resistenza da parte tedesca avevano incontrato le forze americane; tuttavia, nel settore occidentale il 7° corpo d'armata del generale Collins aveva potuto avanzare fin presso Carentan e prendere ivi contatto con una delle divisioni aerotrasportate.

I Tedeschi avevano, inizialmente, una certa superiorità numerica nel settore di sbarco, potendo essi disporre di nove divisioni di fanteria e di tre divisioni corazzate mentre altri rinforzi erano in corso di arrivo; ma tale superiorità era destinata a scomparire ben presto, perché grazie, soprattutto, all'impiego di due porti artificiali, montati l'uno a Saint-Laurent e l'altro ad Arromanches, gli Alleati poterono riuscire, non ostante il tempo avverso, a sbarcare, durante tutto il mese di giugno, ben 37.000 uomini al giomo in media, così da acquistare ben presto la prevalenza numerica sull'avversario; già alla metà del mese a 14 divisioni tedesche se ne opponevano 16 alleate.

La battaglia che aveva avuto inizio nella zona di sbarco il giorno 7, già il giorno 11 appariva perduta per i Tedeschi. Respinti tutti gli attacchi davanti a Caen e ad ovest di Cabourg, le truppe britanniche avevano mantenuto tutte le loro posizioni ed erano riuscite anche a collegarsi con parte delle truppe americane, che, con il valido appoggio delle forze aeree e navali, avevano potuto aver ragione della resistenza avversaria.

Era necessario, ora, per gli Alleati impadronirsi al più presto del grande porto, che rappresentava il primo e più importante obiettivo dell'operazione: Cherbourg. Impadronitesi, quindi, di Carentan il giorno 12 e respinti successivi contrattacchi avversarî, le forze statunitensi riuscivano a traversare da un capo all'altro la penisola, raggiungendo, nella giornata del 17, Barneville, sulla costa occidentale. Il Cotentin era, in tal modo, isolato, e si poteva procedere, senz'altro, all'attacco di Cherbourg. Davanti a Caen, però, il maresciallo Rommel, avendo ricevuto considerevoli rinforzi, contrattaccava, dal 10 giugno in poi, violentemente gli Inglesi, riuscendo a rispingerli fin in prossimità della costa, ove Montgomery si attestava solidamente, attendendo di esser nuovamente superiore di forze, per poter riprender la spinta in avanti.

Gli Americani, frattanto, procedevano all'attacco di Cherbourg; dopo sei giorni di lotta, nella giornata del 24 essi riuscivano ad aprire tre brecce nel sistema difensivo della città, mentre la flotta alleata e l'aviazione sottoponevano a durissimi bombardamenti le opere di difesa e le truppe tedesche che le presidiavano. La sera del 26, il comando supremo delle forze di spedizione annunziava che le truppe alleate erano già entrate in Cherbourg; il giorno dopo, ogni resistenza nella città e nel porto cessava.

I Tedeschi seguitavano ad ammassare truppe davanti a Caen, trascurando il settore del Cotentin, ove gli Alleati potevano così guadagnare altro terreno, spingendosi lungo la costa verso sud, in direzione di Avranches. Il 26 giugno, infine, il maresciallo Montgomery lanciava l'attacco decisivo, per aver ragione della resistenza tedesca davanti a Caen ed impadronirsi della città. Dopo più giorni di aspra lotta, nella giornata del 9 luglio, finalmente gl'Inglesi riuscivano a penetrare nella parte della città che si trova sulla sponda sinistra dell'Orne. Il passaggio di questo fiume, doveva peraltro essere impedito ancora per parecchi giorni dai Tedeschi.

Mentre, però, davanti a Caen si protraeva quella battaglia di usura, il gen. Bradley lanciava, alla metà di luglio, un attacco decisivo contro la difesa avversaria, in direzione di Coutances e, riuscito ad aprire in essa una vasta breccia, avanzava rapidamente verso sud, raggiungendo successivamente Avranches il 31 luglio, Pontaubault il 1° agosto, e puntando, quindi, verso i maggiori centri della Bretagna: Rennes, che veniva liberata il 2 agosto, Nantes, Brest.

I Tedeschi tentavano, nella giornata del 7 agosto, un violento contrattacco, con quattro divisioni corazzate, tra Mortain e Sourdeval, in direzione di Avranches (v. in questa App.) ma dopo un'avanzata di qualche chilometro, l'estremo tentativo di Rommel fu, nella giornata del 7, definitivamente stroncato. La battaglia di Normandia poteva dirsi, in tal modo, definitivamente vinta per gli Alleati; le truppe tedesche, che si erano ostinate nell'estrema difesa di Caen dovevano, poi, esser costrette ad effettuare una difficile ritirata, mentre le forze angloamericane, attraverso la vasta breccia che erano riuscite ad aprire tra la strada Mayenne-Chartres-Parigi e la Loira, iniziavano la loro rapida marcia verso la Senna e la capitale francese.

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