NORMANDIA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1997)

NORMANDIA

M. Baylé

(franc. Normandie)

Regione storica della Francia settentrionale, compresa tra la Piccardia a E e la Bretagna a O e bagnata dalle acque del canale della Manica.Corrispondente approssimativamente al territorio della Lugdunensis II in età romana, la N. costituì in epoca franca e carolingia una parte importante della provincia di Neustria, ma ricevette la sua definizione come entità storica e politica solo dopo il trattato di Saint-Clair-sur-Epte, nel 911, e la creazione del ducato di N. da parte del capo vichingo Rollone (m. nel 931 ca.). Il ducato, in linea di principio in rapporto di vassallaggio nei confronti del re di Francia, era di fatto sostanzialmente indipendente; dopo la conquista dell'Inghilterra nel 1066, esso conservò il proprio stato giuridico fino al 1204, quando il re di Francia Filippo II Augusto (1180-1223) lo riunì alla Corona di Francia. Nel corso della guerra dei Cento anni, la N. venne invasa nel 1346 da Edoardo III (1327-1377), ripresa da Carlo V il Saggio (1364-1380), persa nel 1420 da Carlo VI detto il Folle (1380-1422) e definitivamente riconquistata nel 1450 da Carlo VII (1422-1461), subendo una serie di complesse modificazioni dell'assetto territoriale, che riguardarono singole città o aree più vaste.La rete viaria, in parte ereditata da quella dell'Impero romano e in parte ricostituita nel Medioevo, creò legami diretti con la Bretagna (Rennes), con il Maine e l'Angiò (lungo l'asse Lisieux, Le Mans, Angers) e con la regione di Beauvais.In epoca altomedievale la Neustria presentava sul piano storico in generale i caratteri peculiari di tutto l'Occidente barbarico, in cui si mescolavano elementi ereditati dall'Impero romano e apporti più propriamente germanici, mentre la Chiesa costituiva, a partire dal battesimo di Clodoveo, nel 496, una forza di coesione politica e di salvaguardia delle tradizioni artistiche e culturali. Le città di Rouen, Avranches, Evreux, Sées e Coutances, sedi episcopali già prima delle invasioni del sec. 5°, conservavano una certa importanza, in particolare grazie al ruolo, al tempo stesso, religioso e politico ricoperto dai vescovi.L'esistenza di complessi episcopali è attestata da scavi recenti ad Avranches (dip. Manche) e Rouen (dip. Seine-Maritime), ma le vestigia architettoniche conservate sono comunque rare; le indagini archeologiche (Le Maho, 1994) sul sito della corte d'Albane della cattedrale di Notre-Dame a Rouen hanno riportato alla luce le sostruzioni di due basiliche del sec. 4°-5°, e anche la topografia religiosa di Avranches è abbastanza ben conosciuta. Altrettanto scarse sono le tracce dei primi insediamenti monastici a Nant (od. Saint-Marcouf), a Le Ham (Saint-Pierre), a Orval (Sainte-Hélène) e sul sito dell'abbazia di Pental, nella vallata della Risle a Saint-Samson (od. Saint-Samson-de-la-Roque; dip. Eure), le cui tracce materiali più antiche non sembrano risalire a prima dell'8° secolo. Il riutilizzo di fana (templi pagani) come chiese, con qualche modificazione e aggiunta, è ben testimoniato dal sito dell'abbazia di Saint-Georges a Saint-Martin-de-Boscherville. Importanti fondazioni monastiche si ebbero nel sec. 7°: incoraggiato da s. Audoeno di Rouen, s. Filiberto fondò i monasteri di Jumièges (v.) e di Montivillers, mentre s. Vandregisilo creò l'abbazia di Fontenelle; l'aspetto originario di queste fondazioni rimane tuttora ignoto, ma si sa che nel sec. 7° Jumièges possedeva tre chiese, secondo lo schema organizzativo consueto dei monasteri importanti.Gli scavi ottocenteschi (Cochet, 1854; 1864; 1871) e le numerose campagne effettuate in questo secolo consentono una migliore conoscenza dei corredi funerari di epoca barbarica e delle necropoli merovinge; il ritrovamento di fibule tipicamente sassoni, in particolare a Verson e Giberville (Caen, Mus. de Normandie), rafforza gli indizi della presenza di insediamenti sassoni nella Bassa N. nel corso del 6° secolo.Per quanto concerne i secc. 8° e 9°, l'importanza della rinascita carolingia in Neustria appare evidente tanto nelle fonti - come nelle descrizioni di monasteri come Jumièges e Saint-Wandrille a Saint-Wandrille-Rançon (dip. Seine-Maritime) - quanto nei risultati degli scavi: per es. è stato dimostrato (Le Maho, 1994) che alla chiesa settentrionale del gruppo episcopale paleocristiano della cattedrale di Notre-Dame a Rouen venne aggiunto un corpo di fabbrica occidentale dotato di torri; inoltre, un massiccio portico è stato ritrovato a Saint-Lô di Rouen. Infine gli Annales Gemmeticenses indicano l'esistenza a Jumièges di una chiesa dedicata al Salvatore che doveva costituire l'antichiesa della grande abbaziale di Notre-Dame. Le soluzioni architettoniche sperimentate nell'abbazia di Centula/Saint-Riquier, presso Abbeville (dip. Somme), trovarono dunque un'eco nell'architettura normanna, mentre nel campo della scultura preromanica gli elementi provenienti da Saint-Martin-de-Verton a Deux-Jumeaux a N di Longueville (dip. Calvados) e da Saint-Samson-sur-Risle (Evreux, Mus. d'Evreux) suggeriscono l'esistenza in N. di una decorazione plastica a motivi animali e vegetali assai raffinati. La recente scoperta dei resti di una recinzione di coro sul sito della cattedrale di Rouen attesta, inoltre, che l'arte della scultura con decorazione a intreccio, tanto diffusa in Italia e attestata anche in Borgogna nell'abbazia di Saint-Pierre a Flavigny-sur-Ozerain (dip. Côte-d'Or), aveva raggiunto anche la regione di Rouen. Per quanto concerne l'urbanistica, l'impianto antico a incroci rettilinei venne abbandonato a Rouen nel sec. 10°, in favore di un nuovo tipo di tracciato viario che condizionò in seguito l'ulteriore sviluppo della città.Le invasioni scandinave posero termine allo sviluppo avviato nell'età carolingia. Dopo il trattato di Saint-Clair-sur-Epte (911), si avviò un processo, peraltro assai lento, di riorganizzazione. I vescovi di Coutances, Avranches e Bayeux preferirono non risiedere nelle proprie città, ritenute poco sicure, e si stabilirono a Rouen. Alcuni edifici vennero restaurati, ma fu soprattutto a partire dal 960 che il duca di N. Riccardo I Senzapaura (m. nel 996) diede prova di una vera volontà di ripresa. Iniziò un periodo segnato da una serie di realizzazioni: la ricostruzione a Mont-Saint-Michel (dip. Manche) di un'abbaziale, a sua volta ben presto sostituita, e della piccola chiesa a navata doppia di Notre-Dame-sous-Terre, ancora conservata; l'avvio dell'edificazione della cattedrale di Rouen da parte dell'arcivescovo Roberto, nel 990 ca., la cui cripta venne terminata prima del 1037; la ricostruzione di numerose piccole chiese parrocchiali (Saint-Martin-de-la-Lieue, Saint-Martin; Ouilly-le-Vicomte, Notre-Dame; Blay, Saint-Pierre); l'edificazione di Saint-Pierre a Jumièges (ca. 993-1000), di cui si è conservato il corpo di fabbrica occidentale. Se la tradizione carolingia è evidente nel partito architettonico di Saint-Pierre, l'impianto a deambulatorio di Rouen mostra che la N. si collocava in posizione avanzata nel contesto delle ricerche architettoniche dell'epoca. La tessitura muraria e le strutture di Rouen e di Jumièges sono di grande qualità e differiscono dai muri in ciottoli o in opus spicatum, con alternanza di laterizi e pietra, nei piccoli edifici a pianta rettangolare assai semplice.Ben presto, sotto l'impulso del duca Riccardo II detto il Buono (m. nel 1037) e del grande riformatore monastico Guglielmo da Volpiano (962-1031), abate di Saint-Bénigne a Digione e della Trinité a Fécamp, il rinnovamento monastico subì un'accelerazione nel corso dell'11° secolo. Vanno annessi a questa fase le fondazioni dell'abbaziale di Notre-Dame a Bernay, intorno al 1008, e dell'abbazia di Notre-Dame a Bec (dip. Eure), la ricostruzione dell'abbaziale di Mont-Saint-Michel e di Notre-Dame a Jumièges (1040-1067), il deambulatorio rinvenuto nel corso degli scavi a Saint-Wandrille. Vennero ricostruite anche le grandi cattedrali: grazie agli scavi di Lanfry (1956) si conoscono la struttura portante e le torri di quella di Notre-Dame a Coutances (dip. Manche), la cripta romanica di Notre-Dame a Bayeux (dip. Calvados), del 1050 ca., e il capocroce di Rouen. L'architettura normanna di questa fase è caratterizzata dalla presenza frequente di deambulatori - Rouen, Jumièges, Mont-Saint-Michel, Saint-Wandrille e forse cattedrale di Saint-André ad Avranches -, dall'importanza del corpo occidentale a due torri e tribuna aperta sul corpo longitudinale e dai primi esempi di passaggi ricavati nello spessore dei muri (Bernay, abbaziale di Notre-Dame, transetto; Jumièges, Notre-Dame). La scansione delle navate in campate e la struttura del pilastro composito, ancora sperimentali a Bernay intorno al 1030, risultano perfettamente realizzate nel corpo longitudinale (1052-1067) di Notre-Dame a Jumièges.L'apogeo del governo di Guglielmo I il Conquistatore a partire dal 1060 e la conquista dell'Inghilterra nel 1066 favorirono uno sviluppo senza precedenti dei programmi costruttivi. Nel 1060 Guglielmo I il Conquistatore e la sua consorte Matilde di Fiandra fondarono nel piccolo borgo di Caen (dip. Calvados) due abbazie, Saint-Etienne e la Trinité, e alla stessa epoca risalgono i progetti del castello: il sito fortificato e le abbazie furono in seguito i poli di sviluppo della città. La costruzione delle due abbazie segnò una tappa nuova nella ricerca architettonica, che vide l'affermarsi della pianta a capocroce scalare su entrambe le rive del canale della Manica, mentre l'impianto a deambulatorio finì per essere adottato solo assai raramente nel ducato di N.; la soppressione della tribuna occidentale e la facciata armonica di Saint-Etienne costituirono il momento di rottura con la tradizione del corpo occidentale-portico carolingio, annunciando le facciate gotiche. L'estensione dei passaggi in spessore di muro a tutto l'insieme dell'edificio e le proporzioni dell'alzato interno, con alte tribune e cleristorio, costituirono anch'esse soluzioni nuove destinate a una grande diffusione, riprese in particolare nell'abbaziale di Saint-Vigor a Cerisy-la-Forêt (dip. Manche) e in numerosi edifici anglonormanni.All'epoca di Guglielmo I il Conquistatore, i grandi corpi longitudinali non erano coperti a volta e fu solo negli anni novanta del sec. 11° che gli architetti delle regioni poste sulle due rive della Manica gettarono le prime volte ogivali a crociera, nel coro eretto nel 1098 ca. nell'abbaziale della Trinité a Lessay (dip. Manche) e nella cattedrale di Durham (v.). Ben presto si decise di coprire a volta anche le abbaziali della regione di Caen: volte seipartite in Saint-Etienne e 'false' volte seipartite, che presentano in realtà solo quattro spicchi, alla Trinité. Se le volte seipartite di Saint-Etienne (ca. 1115-1120) annunciano la prima architettura gotica, quelle della Trinité, del 1130 ca., furono in seguito adottate solo nel priorato di Saint-Gabriel, in Saint-Samson a Ouistreham e a NotreDame a Bernières-sur-Mer (dip. Calvados) e quindi abbandonate a causa del loro peso. Se gli architetti e i maestri muratori normanni avevano, con queste volte, messo a punto uno degli elementi essenziali dell'architettura gotica, nella medesima direzione si muovono lo sdoppiamento delle pareti e l'alternanza dei pilastri di Saint-Etienne, al pari dei tentativi - assai maldestri - di contraffortatura mediante volte a semibotte nella tribuna di Saint-Etienne o mediante archi rampanti molto primitivi nei sottotetti della Trinité.L'architettura civile del periodo è meno nota di quella religiosa, ma lo studio dei castelli ha permesso di seguire l'evoluzione dei sistemi costruttivi nel settore specifico. Le fortificazioni in terra battuta e legno, con una motta sormontata da un donjon - realizzato, in una prima fase, in legno -, ebbero una rapida evoluzione nelle fortezze importanti nel corso del sec. 11° e soprattutto intorno al 1100. La conquista dell'Inghilterra e la necessità di stabilire una rete di solidi punti fortificati per fronteggiare ogni eventuale ribellione determinarono la costruzione di numerose fortezze e fu in questa fase che si cominciarono a erigere i numerosi donjons quadrangolari che punteggiavano il panorama della N. sotto il regno di Enrico I (1100-1135): resti se ne vedono ancora a Caen, Domfront (dip. Orne), Falaise (dip. Calvados) e Chambois (dip. Orne).La decorazione plastica risulta a prima vista ridotta, ma appare assai interessante per l'originalità delle forme, a partire dalla tendenza ad adattare alla pietra i motivi propri delle arti suntuarie. Lo stile degli scriptoria anglosassoni si coglie nei capitelli di Notre-Dame a Jumièges e in una tomba dell'abbazia di Saint-Martin a Troarn, del 1040 ca.; i motivi e il grafismo proprio di Saint-Ouen a Rouen e soprattutto di Saint-Pierre-et-Saint-Léger a Préaux sono riscontrabili sui capitelli di Saint-Michel a Gout, mentre quelli dello scriptorium della Trinité a Fécamp (dip. Seine-Maritime) compaiono sui capitelli nella chiesa di questa stessa abbazia, realizzati sotto la direzione dei monaci miniatori e forse addirittura direttamente da questi ultimi, consuetudine la cui raffinata tradizione ebbe un seguito a Canterbury (v.) e in numerosi edifici inglesi. Questo parallelismo tra arti suntuarie e scultura su pietra ricorre anche altrove nella prima metà del sec. 11°, ma in N. e in Inghilterra continua sino alla fine dell'epoca romanica. Parallelamente, le botteghe attive nel corpo longitudinale dell'abbaziale di Notre-Dame a Bernay, nella cattedrale di Notre-Dame a Bayeux, a Saint-Pierre a Thaon (dip. Calvados), nella cattedrale e in Saint-Gervais a Rouen e a Sainte-Marie-du-Vaast (Fontaine-le-Bourg) crearono corbeilles in linea con la voga del capitello corinzio nell'11° secolo.Gli scultori normanni rifuggirono dalle rappresentazioni di grandi cicli iconografici: solo Saint-Georges a Saint-Martin-de-Boscherville, Sainte-Honorine-de-Graville a Le Havre (dip. Seine-Maritime) e gli edifici della penisola del Cotentin - per es. Saint-Germain a Barneville (dip. Calvados), Sainte-Croix a Saint-Lô, assai restaurata, Notre-Dame a Sainte-Marie-du-Mont (dip. Manche), Notre-Dame ad Alleaume - testimoniano nella loro decorazione una ricerca di temi istoriati o simbolici. La piccola chiesa di Saint-Pierre a Rucqueville (dip. Calvados) conserva un gruppo di capitelli istoriati di grande qualità, realizzati da una bottega di artisti itineranti, formatisi a contatto degli scultori attivi a Saint-Sernin a Tolosa (dip. Haute-Garonne), a Santiago de Compostela (Galizia) e nell'abbaziale di Le Ronceray ad Angers (dip. Maine-et-Loire). Reminiscenze scandinave si colgono nell'arte degli scultori operosi in Saint-Pierre, nel 1090 ca., a Lion-sur-Mer (dip. Calvados), in Notre-Dame a Sainte-Marie-du-Mont, in Notre-Dame a Martinvast, in Saint-Martin a Tollevast (dip. Manche) e nella cattedrale di Bayeux, nel 12° secolo.L'influenza della miniatura su alcune botteghe di scultura si spiega con la diffusione che ebbe nel sec. 11° la pratica della decorazione dei manoscritti in alcuni monasteri del ducato di Normandia. Lo scriptorium di Fécamp, precocemente in contatto con quello di Mont-Saint-Michel e con i centri legati alla scuola di Winchester, sotto l'influenza di Guglielmo da Volpiano e del suo successore Giovanni da Ravenna, sviluppò nel primo quarto del sec. 11° un proprio stile di decorazione libraria. Un gran numero di manoscritti produssero anche i monasteri di Préaux, di Bec, di Saint-Ouen a Rouen e di Saint-Evroult; queste opere, particolarmente quelle di Rouen, ebbero ben presto diffusione: così Guglielmo di St Calais, vescovo di Durham (1080-1096), portò nel suo monasterocattedrale una serie di libri riccamente miniati, definitivamente attribuiti a Saint-Ouen di Rouen (Avril, 1963; 1964). L'attività di copiatura e di miniatura si sviluppò in date leggermente diverse a seconda dei centri: per quanto riguarda Jumièges, i manoscritti più belli vennero prodotti intorno al 1080 (Bibbia di Jumièges, Rouen, Bibl. Mun., 8), mentre a Fécamp e a Saint-Evroult l'apogeo si colloca intorno al 1120.In uno stile grafico legato a quello della miniatura anglosassone e particolarmente al Salterio di Winchcombe, del secondo quarto del sec. 11° (Cambridge, Univ. Lib., Ff.1.23), venne realizzato tra il 1066 e il 1082, senza dubbio nella contea di Kent e su commissione del vescovo di Bayeux, Oddone, il celebre ricamo di Bayeux (Tapisserie de Bayeux), che illustra le diverse fasi della conquista normanna e rappresenta un esempio importante di un'arte che doveva essere all'epoca assai diffusa.La pittura romanica della N. è relativamente mal conosciuta, perché se ne conserva uno scarso numero di vestigia, a eccezione di qualche raro complesso, come quello del Saint-Céneri a Saint-Céneri-le-Gérei (dip. Orne) - il più celebre, ma segnato dall'influenza dei dipinti della Mayenne -, mentre le pitture di Saint-Manvieu a Marchézieux e di Saint-Sauveur a Pierrepont (dip. Manche) presentano uno stile più individualizzato; quelle di Notre-Dame a Sainte-Marie-aux-Anglais (dip. Calvados) appartengono già all'estetica gotica.In N. la transizione dal Romanico al Gotico si realizzò più lentamente che non nell'Ile-de-France: a parte alcuni grandi monumenti all'avanguardia della ricerca architettonica, come la cattedrale di Saint-Pierre a Lisieux (dip. Calvados) o la Tour Saint-Romain di Rouen, negli edifici minori le concezioni romaniche sopravvissero a lungo. L'integrazione della N. nel regno di Francia, dopo il 1204, la crescente prosperità delle città, con le fiere assai attive di Guibray a Falaise e di Saint-Romain a Rouen, e la crescente importanza dei porti favorirono le imprese costruttive.Sul piano dell'architettura, nel sec. 12° i rapporti con la regione di Beauvais e con l'Ile-de-France si possono cogliere a Rouen nella Tour Saint-Romain, edificata intorno al 1160, mentre elementi propriamente normanni emersero nella campagna costruttiva, peraltro mal conosciuta, della cattedrale di Notre-Dame nel corso del 12° secolo. Ai legami con il territorio plantageneto e al mecenatismo di Enrico II (1154-1189) si devono costruzioni come la cappella di Saint-Julien a Petit-Quevilly (dip. Seine-Maritime); d'altro canto, le fondazioni dell'abbazia di Notre-Dame-et-Sainte-Barbe a Savigny (dip. Manche) e quelle cistercensi introdussero forme nuove, con un'architettura dalle linee assai semplici e con capitelli a foglie d'acqua, come nell'Abbaye Blanche a Mortain (dip. Manche).Non appare tuttavia corretto sostenere che, dopo aver predisposto le basi per lo sviluppo dell'architettura gotica con la facciata armonica, le volte ogivali e la struttura sdoppiata o traforata del muro, i maestri normanni si fermarono, in qualche misura, ai risultati raggiunti, divenendo, a partire dal 1140, tributari delle ricerche architettoniche dell'Ile-de-France: non solo, infatti, la fedeltà dei Normanni ad alcune tradizioni romaniche permise di conferire una certa originalità allo stile della propria architettura gotica, ma inoltre l'adozione e l'amalgama di prestiti da fonti diverse rafforzarono i caratteri peculiari dello stile regionale.Nella cattedrale di Saint-Pierre a Lisieux, la prima campagna costruttiva, databile al tempo del vescovo Arnolfo di Neuville (ca. 1141-1184), attesta nel suo alzato a tre livelli l'influenza del Gotico dell'Ile-de-France e della cattedrale di Notre-Dame a Evreux (dip. Eure), da poco portata a termine, mentre le tappe successive della costruzione segnarono la creazione di uno stile propriamente normanno. Le caratteristiche costitutive del Gotico normanno si precisarono poco prima del 1200, quando nel coro di Saint-Etienne a Caen, nella Trinité di Fécamp e nel corpo longitudinale della cattedrale di Coutances venne adottato il sistema del muro spesso. Il Saint-Etienne costituisce architettonicamente la sintesi di una pianta borgognona (tratta dalla Sainte-Madeleine a Vézelay), di tradizioni normanne - in particolare nel principio del muro spesso - e di reminiscenze tanto di Canterbury, nello slancio delle colonnette, quanto dell'abbaziale di Saint-Denis, nell'impianto delle cappelle.L'eclettismo normanno si legge ancora nel coro della cattedrale di Coutances, che procede sostanzialmente dalla tradizione borgognona instaurata in N. dal Saint-Etienne a Caen e da Notre-Dame-et-Sainte-Barbe a Savigny, anche se il suo alzato può essere confrontato con quello della cattedrale di Saint-Etienne a Bourges: due ordini di alte arcate lasciano vedere l'alzato della navata laterale, raddoppiando così l'effetto visivo del numero di piani; inoltre si ritrovano qui le colonne doppie dell'emiciclo di Saint-Etienne a Caen, che si avviavano a divenire un tratto specifico dell'architettura normanna. L'alzato rispondeva a partiti diversi, ma offriva generalmente precise singolarità regionali, che prevedevano l'adozione della tribuna - per es. a Fécamp, Lisieux, Caen e nel corpo longitudinale della cattedrale di Coutances - oppure, in alternativa, soprattutto dopo il 1240, il principio dell'alzato su due livelli, per es. nel corpo longitudinale della cattedrale di Bayeux, nel coro della cattedrale di Coutances e nella chiesa di Saint-Pierre a Tour-en-Bessin (dip. Calvados). Queste due formule, che differiscono nettamente da quelle delle cattedrali dell'Ile-de-France o della Champagne, sarebbero state espressione (Bony, 1983) di una sorta di vasto movimento 'dissidente', di un'architettura gotica alternativa, come mostrano con chiarezza, nella cattedrale di Bayeux, il livello assai alto del secondo piano del corpo longitudinale e, nel coro, l'altezza del triforio, che conserva le proporzioni dell'antica tribuna e al di sopra del quale corre un passaggio al livello delle finestre superiori.Le torri-lanterna - per es. nella cattedrale di Lisieux, nell'abbaziale di Saint-Pierre a Saint-Pierre-sur-Dives (dip. Calvados), nella cattedrale di Evreux -, ereditate anch'esse dalla tradizione romanica, appaiono frequentemente attestate ancora nel sec. 13°, epoca in cui scomparvero invece nell'architettura dell'Ile-de-France. Il caso eccezionale della torre della cattedrale di Coutances, con la sua concezione vertiginosa di archeggiature e di muro sdoppiato e con il livello di finestre alte tra le nervature multiple della volta, costituisce uno dei massimi raggiungimenti del Gotico normanno. Fu ancora a Coutances che la risistemazione del corpo di facciata romanico permise di porre l'accento sul tema del portico e della facciata a due torri, già presente nell'abbaziale di Saint-Pierre-sur-Dives.L'Alta N. rimase in una prima fase legata alle correnti artistiche dell'Ile-de-France, ma il corpo longitudinale della cattedrale di Rouen, con le sue false tribune - previste prima del 1200 -, creò una soluzione di compromesso fra la soppressione delle tribune attuata nell'architettura dell'Ile-de-France e le tribune della N. romanica.Le influenze francesi, evidenti in particolare nei rosoni del transetto della cattedrale di Rouen, divennero più nette con l'introduzione dello stile rayonnant; nella cattedrale di Notre-Dame a Sées (dip. Orne) gli elementi normanni, senza dubbio provenienti dal coro della cattedrale di Bayeux, sono frammisti a un repertorio rayonnant tipicamente francese, mentre l'architettura di Saint-Ouen a Rouen, come del resto più tardi quella di Mont-Saint-Michel, raggiunse risultati di altissimo livello nello slancio verticale e nella traforatura della parete.Nonostante il gran numero di opere perdute, la N. conserva alcuni importanti complessi di scultura gotica. Le sculture della cattedrale di Bayeux sono pervenute assai mutile e fortemente restaurate; il portale occidentale, realizzato intorno al 1180-1190, era in origine ornato da statue-colonna e, stando ai dettagli ornamentali, doveva essere accostabile a quelli della collegiata di Notre-Dame a Mantes-Gassicourt (dip. Yvelines) e al portale di Saint-Jean nella cattedrale di Rouen. I portali della facciata della cattedrale di Bayeux presentano una Passione e un Giudizio universale datati intorno al 1260-1270 (Thirion, 1974) e suggeriscono qualche confronto con i portali del duomo di Saint-Pierre a Poitiers e della cattedrale di Bourges; nel portale meridionale del transetto della cattedrale di Bayeux, la Storia di s. Tommaso Becket, composta sulla base di una delle numerose biografie del santo, è databile all'ultimo quarto del sec. 13° e presenta una maggiore dinamicità e un più spiccato movimento nei drappeggi rispetto ai portali occidentali.I secc. 13° e 14° costituirono l'epoca aurea dell'arte delle vetrate in N. e diverse serie appartengono in particolare agli anni 1260-1280. Le vetrate provenienti dalla cappella della commenda templare a Sainte-Vaubourg, consacrata nel 1264, presentano uno stile gracile e nervoso, diverso da quello dell'Ile-de-France, che ritorna con alcune sfumature differenti nelle vetrate con raffigurazioni della Vita di s. Margherita e di s. Caterina nell'abbaziale della Trinité a Fécamp: reimpiegate in seguito nella cappella della Vergine, esse sembrano databili agli anni 1275-1280. Le vetrate della cattedrale di Notre-Dame a Sées sembrano essere state realizzate da una bottega composta da tre artisti fra il 1270 e il 1285. Dopo il 1260 si osserva la diffusione di vetrate miste, in cui sono associati pannelli colorati e grisailles, a Sées ma anche nell'abbaziale di Saint-Germer-de-Fly, nella cattedrale di Evreux e a Rouen. Progressivamente si delineò una evoluzione verso uno stile manierista, riconoscibile, nella cattedrale di Notre-Dame a Evreux, nella vetrata (ante 1330) della Vergine con il Bambino - davanti alla quale è inginocchiato il committente, il canonico Raoul de Ferrières -, dall'elegante disegno, ravvivato dall'utilizzo di un giallo d'argento. Questo trionfo del manierismo è ugualmente riscontrabile nelle vetrate illustranti scene della Vita di Edoardo il Confessore e di s. Luigi nella Trinité di Fécamp, opere eseguite intorno al 1300.Le devastazioni causate dalla guerra dei Cento anni non favorirono l'attività in campo costruttivo; numerosi cantieri avviati nel sec. 14° furono portati a termine solo alla fine del secolo successivo o anche nel sec. 16°, come nel caso di Saint-Pierre a Caen o di Saint-Ouen a Rouen, il cui coro appartiene agli anni 1319-1339.Il Mus. de Normandie a Caen conserva reperti provenienti da siti archeologici di età altomedievale, mentre le collezioni lapidarie del Mus. de la Société des Antiquaires de Normandie sono oggi in deposito presso diverse sedi nella città. A Rouen, nel Mus. des Antiquités vengono custoditi, fra l'altro, reperti merovingi delle necropoli del dipartimento, i capitelli istoriati dell'abbazia di Saint-Georges a Saint-Martin-de-Boscherville, del sec. 12°, opere d'oreficeria - per es. una croce-reliquiario del sec. 11°, proveniente dall'abbazia di Valasse - e statuette della Vergine, databili tra il 14° e il 15° secolo. Alcune opere medievali sono reperibili anche nel Mus. des Beaux-Arts et de la Céramique di Rouen e un'importante collezione di manoscritti possiede la Bibl. Mun. della stessa città. La Bibl. Mun. di Alençon custodisce i manoscritti di Sées, mentre quelli di Mont-Saint-Michel si trovano ad Avranches (Bibl. Mun.). Opere medievali si conservano infine nel Mus. Bénédictine a Fécamp e nel Mus. d'Evreux.

Bibl.:

Fonti. - Annales Gemmeticenses, a cura di J. Laporte, Paris 1954, pp. 82-83.

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