Sarkozy, Nicolas

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Sarkozy, Nicolas. – Uomo politico francese (n. Parigi 1955). Avvocato, politicamente neo-gollista, dal 1993 ha detenuto diversi ministeri negli esecutivi di É. Balladur, P. Raffarin e D. de Villepin. Presidente della Repubblica dal 2007 al 2012, ha alternato atteggiamenti ora più improntati a un deciso conservatorismo ora più aperti ai contributi dello schieramento progressista.

Vita e attività

Laureatosi in giurisprudenza all’università di Paris Nanterre, ha svolto in un primo periodo la professione forense, iniziando, già durante l'università, l’attività politica, in occasione della campagna elettorale (1974) per le presidenziali, a sostegno del candidato gollista J. Chaban-Delmas. Il suo primo incarico istituzionale è stato quello di sindaco di Neuilly-sur-Seine (1983), ruolo che ha ricoperto fino al 2002, quando è divenuto presidente del Consiglio generale del Départment Hauts-de-Seine. Dal 1993 al 1995 è stato ministro delegato al Bilancio, portavoce del governo e, temporaneamente, anche ministro delle Comunicazioni nell’esecutivo di É. Balladur. Ha appoggiato la candidatura alle presidenziali (1995) di quest’ultimo in competizione con il candidato ufficiale del partito Rassemblement pour la République, J. Chirac. Risultato vincitore Chirac, S. è rimasto escluso dagli incarichi governativi. Alla tornata elettorale successiva (2002) ha dato il suo appoggio a Chirac e, a vittoria avvenuta, è entrato nel governo di P. Raffarin come ministro dell’Interno (2002-04), poi ministro dell’Economia, infine nuovamente dell’Interno (2005-07) nell'esecutivo di D. de Villepin. Nel maggio 2007 è stato eletto presidente della Repubblica francese, al secondo turno con il 53,1%, risultando vittorioso sulla candidata socialista S. Royal. Grande risonanza mediatica ha suscitato, poco dopo il suo insediamento, il matrimonio con la modella e cantautrice italiana C. Bruni. Nel secondo semestre del 2008 è stato presidente di turno dell’Unione Europea, affrontando con efficacia la crisi della Georgia (agosto 2008), e rilanciando così un ruolo attivo dell’Europa nel contesto internazionale. Il crescente peso che il Paese è andato acquisendo negli anni successivi nell'ambito della politica internazionale non è comunque stato sufficiente a frenare l'erosione dei consensi riscossi da S. presso l'elettorato francese, che al primo turno delle elezioni presidenziali tenutesi nell'aprile del 2012 si è espresso in favore dello sfidante socialista F. Hollande accordandogli  il 28,63% delle preferenze, e al ballottaggio svoltosi nel mese successivo ne ha decretato la nomina a presidente della Repubblica. Nel biennio successivo l’aggravarsi della crisi economica e l’incapacità di adottare misure pubbliche in grado di promuovere la crescita hanno prodotto una forte erosione dell’appoggio popolare alla politica del partito socialista del presidente Hollande, che al secondo turno delle amministrative tenutosi nel marzo 2014 ha registrato una pesante sconfitta perdendo 151 città, mentre la destra gollista della Union pour un movement populaire (UMP) di S. è divenuta il primo partito del Paese conquistando il 45,91% dei voti. L'incremento dei consensi in favore delle forze di centro-destra è stato ampiamente confermato al ballottaggio delle elezioni amministrative tenutosi nel marzo 2015: la coalizione formata dalla UMP e dal partito centrista Union des démocrates et indépendants (UDI) ha conquistato il 45,03% dei consensi e 66 dipartimenti, mentre i socialisti di Hollande (32,12%  delle preferenze) sono scesi da 61 a 34, e il Front National di M. Le Pen (22,23% dei suffragi), sebbene impostosi in 31 cantoni, non ha ottenuto neanche un dipartimento. Al primo turno delle consultazioni regionali tenutesi nel dicembre successivo, a pochi giorni di distanza dai tragici attentati di Parigi, il partito dell'estrema destra francese si è invece attestato come primo del Paese, ricevendo il 28% dei consensi e superando la coalizione della destra conservatrice di S. (27%) e il partito socialista di Hollande (23%), ma la "diga repubblicana" stretta da gollisti e socialisti per il ballottaggio ha fatto in modo che il Front National non conquistasse nemmeno una delle sei regioni in cui era in testa dopo il primo turno, mentre sette regioni sono andate ai repubblicani e cinque ai socialisti. Lasciata la guida del partito Les Républicains (denominazione assunta dall'UMP nel maggio 2015) nell'agosto del 2016, forte dell'ampliamento dei consensi di un'opinione pubblica in cerca di ordine e sicurezza dopo i gravissimi attentati che hanno colpito il Paese, nello stesso mese l'uomo politico ha ufficializzato la sua candidatura alle presidenziali del 2017, ma a novembre ha perso le primarie del partito.

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