PIANEZZE, Necropoli di

Enciclopedia dell' Arte Antica (1996)

PIANEZZE, Necropoli di

A. Timperi

La necropoli etrusca di P., 3 km a S di Grotte di Castro, è sita sulla collina tufacea che digrada verso il fosso del fiume Largo, a destra della strada che dal lago di Bolsena sale verso il paese. Dieci anni di ricerche condotte dalla Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale hanno riportato alla luce numerose tombe scavate nel tufo su terrazze, databili al VII-VI sec. a.C.

Il rituale funerario di sepoltura attestato è l'inumazione con la deposizione dei defunti in fosse scavate nel piano della camera, chiuse da lastre quadrangolari o, meno frequentemente, in loculi alle pareti, chiusi da tegoloni.

Talvolta nel corridoio d'accesso vi sono piccole fosse per bambini e, più raramente nelle pareti, loculi per la sepoltura di adulti.

Seguendo un impianto di base costituito da dròmos, vano d'accesso, camera funeraria - in asse tra di loro e generalmente secondo l'orientamento E-O - la struttura architettonica dell'interno delle tombe presenta una serie di caratterizzazioni e modifiche determinate probabilmente da motivi di ordine tecnico (il rinvenimento in corso d'opera di strati di tufo di cattiva qualità con estese vene di lapilli o di pozzolana) o di costume (il cambiamento operatosi nel corso di un secolo del modo di concepire lo spazio funerario) o economico (precise esigenze e possibilità delle famiglie committenti).

Un primo considerevole gruppo di tombe presenta un lungo dròmos e vano d'accesso con apertura leggermente rastremata verso l'alto, camera centrale quadrangolare che funge da atrio per camerette, secondo la trasposizione della casa dei vivi al mondo dei morti, assai frequente in età arcaica anche in questa parte dell'Etruria. Le celle possono essere su tre lati del vano centrale, spesso a coppie su due lati (a E e a N); in un caso tre celle si aprono sulla parete di fronte all'ingresso (lato E). Le camerette laterali sono spesso sommariamente squadrate, mentre l'ampio vano centrale è sempre lavorato con estrema cura: il soffitto a doppio spiovente con la trave di culmine ben evidenziata, esposta in senso E-O sull'asse di maggior sviluppo della tomba - più raramente perpendicolare a esso - spesso poggia all'estremità su pilastri addossati alle pareti o su semicolonne tuscaniche; in un caso presenta dipinte in ocra rossa la conformazione del tetto, riprodotta con grande precisione, e le semicolonne di sostegno.

Un altro gruppo di tombe, individuato finora nel settore SO della necropoli, presenta l'accesso alle camerette secondarie direttamente dal dròmos, ai lati della camera centrale. In un caso la porta della camera è pressoché quadrata. Il soffitto della camera principale è a doppio spiovente accentuato, senza accenno alla travatura, e con un canaletto piuttosto marcato all'imposta. Delle fosse di sepoltura, quella disposta di fronte all'ingresso è più alta rispetto al piano delle altre.

Un terzo tipo di tombe è caratterizzato da uno stretto e profondo dròmos, vano d'accesso, camera irregolarmente quadrangolare con soffitto sgrottato (ben visibili le traccedei colpi degli scalpellini) con fosse allineate ai lati di un breve corridoio interno scavate nel piano di banco leggermente più alto del piano di calpestio.

Non c'è differenziazione morfologica tra le sepolture maschili e femminili: la distinzione finora notata viene solo dal corredo funerario. Si trovano così, oltre agli ornamenti tipici dei due sessi, numerosi oggetti collegati con le attività svolte (spiedi, coltelli, spade, asce, punte di lancia e giavellotto con i relativi bilancieri per l'uomo, e fuseruole, rocchetti per il filo, pesi da telaio per la donna). Le classi ceramiche rinvenute nel corso degli scavi comprendono gli scodelloni d'impasto con sovrapitture bianche del Gruppo Bolsena, le olle cilindro-ovoidi (Colonna, 1973; Tamburini, 1980); il bucchero, in particolare oinochòai e calici; la ceramica d'importazione specialmente attica a figure nere, in particolare esemplari dei «Piccoli Maestri» o corinzia; non sono assenti le imitazioni etrusche dei prodotti della ceramica corinzia e laconica (crateri a colonnette di tipo laconico d'impasto o di bucchero). Numerosi gli impasti bruni-nerastri, alcuni dei quali riportano all'ambiente falisco.

È stato riscontrato in più di un caso un contrasto evidente tra l'esterno della tomba (dròmos e piazzale d'ingresso) che è sempre ben rifinito e l'interno che o non è realizzato oltre l'ingresso (in un caso sono ricavati i due loculi di sepoltura nelle pareti del vano di passaggio e una fossa nel piano di un accenno di camera) o, rimasto incompleto (con il columen appena sbozzato, le pareti da squadrare e lisciare, il banco da abbassare per rifinire), non è stato utilizzato per la sepoltura. Ciò farebbe pensare che l'area della necropoli venisse preventivamente suddivisa in «lotti», individuati dai singoli dròmoi, rifiniti con cura, e che lo scavo dell'interno della tomba avvenisse dopo l'acquisizione dell'area.

La necropoli di P. rientra nel vasto sistema di necropoli etrusche disposte intorno al Colle della Civita, dove sarebbe sorto l'abitato etrusco arcaico. La monumentalità architettonica delle sue tombe, nonché la ricchezza dei corredi funerarî - nonostante i saccheggi operati dagli antichi predatori di tombe o i furti dei moderni scavatori clandestini - testimoniano la particolare importanza di questo centro dell'Etruria interna verso il lago di Bolsena, in collegamento con le più importanti città di Vulci, Chiusi, Orvieto.

Il Colle della Civita, al centro di una serie di colli più bassi, presenta ancora evidenti i lavori di livellamento effettuati sulla sua sommità e i terrazzamenti nelle fiancate predisposti per la sistemazione dell'antico abitato.

Bibl.: G. F. Gamurrini, A. Cozza, A. Pasqui, R. Mengarelli, Carta Archeologica d'Italia (1881-1897). Materiali per l'Etruria e la Sabina, Firenze 1972, p. 7; G. Colonna, Ricerche sull'Etruria interna volsiniese, in StEtr, XLI, 1973, pp. 45-72; P. Tamburini, La Civita di Grotte di Castro. Materiali inediti per uno studio dell'insediamento, in AnnPerugia, XVIII, 1980-81, pp. 117-132; A. Timperi, Guida al territorio di Grotte di Castro, in corso di stampa.