MOSA

Enciclopedia Italiana (1934)

MOSA (fr. Meuse; ted. Maas; A. T., 32-33-34 e 44)

Maurice PARDE'
Romeo MELLA

Fiume dell'Europa occidentale, dal corso eccessivamente lungo rispetto alla superficie dell'angusto bacino (925 km. per 33.000 kmq.). La Mosa nasce in Francia, a 409 m. d'altitudine, al confine della Lorena sud-orientale. La prima parte del corso, che è la più lunga, si svolge in territorio francese. Per lungo tratto il fiume smaltisce le côtes calcaree che orlano a E. il bacino di Parigi e in parte si disperde a monte di Neufchâteau. Quivi ritrova le proprie acque e riceve a destra il Mouzon, poi il Vair. Il corso prosegue verso N. in una larga valle inondabile, poi piega a NO., e rimane per lungo tratto privo di affluenti che gli sono stati tolti, in seguito a catture, dall'Aisne, dall'Aire e dalla Mosella. Indi la Mosa passa per Commercy, poi per Verdun e Stenay; infine il bacino si allarga; prima di Sedan il fiume incontra il suo primo grande affluente: la Chiers (2275 kmq. di bacino). I suoi meandri si accentuano sempre più e a valle di Mézières s'incassano negli scisti e nei calcari primarî delle Ardenne, mentre il corso volge a N., poi a NE. e di nuovo a N. presso Givet poco prima della frontiera belga. In seguito, meno profondamente incassata nell'orlo settentrionale delle Ardenne, dopo aver ricevuto a Namur la Sambre (2262 kmq.), la Mosa segue la direzione di quest'ultimo tributario verso NE. fino a Liegi. La valle diviene sempre più spaziosa e dalle Ardenne, a destra, giungono al fiume altri affluenti, anch'essi a meandri incassati, con pendenza molto accentuata e a rapide piene: la Semois, poi la Lesse, celebre per la perdita delle acque e le grotte di Han scavate nel calcare; infine l'Ourthe. Dopo di che il bacino si restringe di nuovo, tra quelli della Schelda e del Reno. A valle di Visé, la Mosa s'orienta verso N., entra in Olanda, passa a Maastricht, si libera definitivamente dalla zona rocciosa, si accresce a sinistra della Roer, bagna Venlo, poi descrive verso Grave una larga curva con la convessità verso NE.

La fine del corso è orientata da E. a O. Allora il sostrato è composto, a perdita d'occhio, soltanto di alluvioni fine e di ciottoli. In passato, la Mosa s'univa al Waal, braccio meridionale del Reno, a Woudrichem e da entrambi i fiumi si staccava un ramo che raggiungeva il Lek, altro braccio renano. Dal 1904 la Mosa è stata separata artificialmente dal Waal e le è stato formato un nuovo letto, la Bergsche Maas, fino a Hollandsch Diep, estuario in cui sbocca anche il Waal.

La larghezza della Mosa si mantiene per lungo tratto mediocre: da 25 a 40 m. a monte della Chiers; gli affluenti portano la larghezza a 55 m. a Sedan, 65 m. a Charleville, 100 m. a Givet, 80 a Dinant, 140 a Liegi. La pendenza è di m. 0,78 per km. fra Troussey e Verdun; di m. 0,48 tra Verdun e Sedan; di m. 0,40 tra Sedan e Charleville; in seguito aumenta, come le pendenze della Mosella e del Reno, nell'antico Massiccio rialzato e tale aumento ha dato luogo a una ripresa d'erosione. La pendenza è poi di m. 0,45 tra Charleville e la frontiera belga; di m. 0,44 fra Monthermé e Hastière; di m. 0,39 tra Hastière e Liegi. È curioso il fatto che tra Maastricht e Maasband, a N. d'Elsloo, la pendenza si riaccresce a m. 0,43 per km. Anche la corrente si mantiene abbastanza forte fin nel corso inferiore.

Le portate medie annue complessive o calcolate rispetto alla unità di superficie, sono mediocri a monte della Chiers: da 8 a 10 litri al secondo per kmq.; in seguito aumentano a causa delle piogge abbondanti che alimentano i fiumi delle Ardenne e raggiungono in media 1 m. sulla Semois che deve avere una portata di almeno 17,5 l. al secondo per kmq., ossia 27 mc., contro 22 mc. per la Chiers e 26 per la Sambre (circa 10 litri al secondo per kmq. in ognuno di questi due ultimi fiumi). La Mosa inferiore ha una portata di 12,6 litri al secondo per kmq. e 269 mc. a Maesyck, a valle di Maastricht (coefficiente di scolamento del 45% per 900 millimetri di precipitazioni); alla foce 280 e forse 290 mc.

Il regime è pluviale oceanico, con massimi di pieno inverno: a Maesyck si hanno in media più di 400 mc. da dicembre a marzo e 113 mc. in agosto. Magre eccezionali di 5 mc. a Verdun, di 6-7 a Charleville, di 12 a Givet, di 30 a Venlo, ossia, in generale, poco più di 1 litro al secondo per kmq. Le piene si verificano quasi sempre nella stagione fredda, contemporaneamente a quelle della Senna, della Saona, del Reno, ecc. Anche i massimi del fiume aumentano molto nel corso medio: 630 mc. a Sedan, 950 mc. a Mézières, forse 1600 a Givet, 2000 a Namur, 2050 circa a Liegi (ottobre 1880 e febbraio 1926). Le acque tumultuose emesse dalle Ardenne precedono quelle attardate che provengono dallo stretto settore lorenese. Si hanno quindi piene a evoluzione complessa, molto pericolose a valle di Namur dove sono molte località industriali. La grande inondazione del dicembre 1925 e gennaio 1926 costituì una vera calamita per la regione. Da Mook e soprattutto da Grave in poi, immensi territorî sarebbero inondati, se non vi fosse un sistema ininterrotto e poderoso di dighe.

In Francia la Mosa è canalizzata da Stenay a Givet (38 sbarramenti, 4 sotterranei). A monte di Troussey e poi da Commercy a Stenay il letto del fiume è quasi dappertutto accompagnato da un canale laterale. La Mosa è accessibile a piccole imbarcazioni di 300 tonn. fino a Givet, a battelli di 1350 tonn. a valle di Maastricht; il traffico fu nel 1929 di 152.900 tonn. a Namur, di 3.303.000 tonn. a Liegi.

Bibl.: Bijls, Le régime de la Meuse mitoyenne vers Maastricht, in Ann. du Min. des Trav. Pub. de Belgique, si vedano anche gli studî di Poincaré sulle piene in Ann. des Ponts et Chaussées, 1864.

Opere fortificatorie della Mosa. - Dopo la guerra del 1870-71, venuta a mancare la frontiera naturale del Reno, la Francia dovette pensare alla protezione del nuovo lungo confine politico con una barriera difensiva, dalla Svizzera al Belgio, appoggiantesi alle quattro grandi piazze di Belfort-Épinal-Toul-Verdun, in base ai concetti strategici del generale de Rivière. Sulle alture situate a est della media Mosa, dette côtes della Mosa, che costituiscono come una grande naturale cortina con pieno dominio sulla sottostante pianura e avente esteso campo di vista e di tiro, furono costruiti dal Brialmont, fra il 1888 e il 1891, cinque forti, quasi a collegamento dei due campi trincerati di Verdun e Toul, per battere il terreno interposto che le artiglierie delle due piazze non potevano raggiungere, sbarrare le comunicazioni e favorire la mobilitazione. Il primo forte è quello di Génicourt, a est di Dieve, che sbarra la grande rotabile di Metz; viene poi quello di Troyon costruito a nord di Lacroix. Procedendo in direzione sud-est si trova il grande e importantissimo forte detto del Campo dei Romani situato in ottima posizione, di fronte a un'accentuatissima ansa del fiume, con dominio sulla foresta di Apremont e con sbarramento delle strade di Thiancourt e Pont-à-Mousson. Tra i forti di Troyon e di Campo dei Romani notevolmente distanziati l'uno dall'altro, vi è una batteria staccata sulla riva sinistra della Mosa: è la batteria des Paroches che completa lo sbarramento del terreno interposto fra i due accennati forti. A nord-est di Leronville, a circa 6 km. dal fiume, vi è quello di Lionville e più a sud-est i forti di Gironville e Jouy-sous-les-côtes alquanto ravvicinati e con azione di fuoco integrantesi con quella delle opere del campo trincerato di Toul il quale congiunge le difese della Mosa con quelle della Mosella. Per tutti questi lavori fortificatorî si era fatto uso delle corazzature a cemento armato, specialmente per le postazioni delle artiglierie e per i ricoveri alla prova. L'insieme dei forti delle côtes della Mosa e dei campi trincerati di Toul e Verdun costituiva una diga ritenuta insuperabile, mentre rispettivamente a sud e a nord di questi campi si aprivano due porte che dovevano essere guardate da truppe mobili e cioè, a nord la porta di Dun-Stenay tra il Belgio e la piazzaforte di Verdun e a sud la porta di Charmes tra le fortificazioni di Toul e quelle di Épinal. Le opere della Mosa unitamente a quelle di Verdun contribuirono grandemente nel 1914 alla vittoria francese della Marna. Le tendenze contrarie alla fortificazione permanente, sorte e tenacemente sostenute in seguito alla poca resistenza di talune piazzeforti durante la guerra mondiale, non sono ormai più secondate; e i forti della Mosa, sebbene la Francia abbia riportato più ad est la sua frontiera, conservano una notevole importanza e costituiscono una barriera arretrata dell'attuale assetto difensivo francese.