Montecùccoli, Raimondo, principe

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Generale e scrittore (n. nel castello di Montecuccolo 1609 - m. Linz 1680) al servizio dell'Impero. Iniziata la carriera militare nel 1625 in Germania sotto la bandiera del suo parente Ernesto M., si distinse nella guerra dei Trent'anni; ricoprì poi le più alte cariche nelle successive guerre dell'Impero (nel 1668 fu nominato presidente del Consiglio aulico di guerra): la prima guerra nordica (1658-60) contro gli Svedesi, cacciati dalla Polonia e dalla Danimarca; la guerra contro i Turchi (1661-64), terminata con la grande vittoria di San Gottardo sulla Raab; quindi (1673 e 1675), le due campagne del Reno contro il visconte di Turenne e Luigi II di Borbone principe di Condé. Come uomo di guerra, M. oscillò fra l'antico e il nuovo: per es., nel campo della tattica non comprese appieno l'efficacia dell'impiego del fuoco, che gli parve superabile con la velocità d'assalto dei reparti a cavallo, e dal punto di vista della strategia (a parte forse la guerra contro i Turchi) si presenta allo stesso modo ancora legato a vecchi concetti, pur prediligendo sul campo ripetute manovre di logoramento anziché l'urto di masse. In conclusione, in M., allievo di Gustavo Adolfo, di J. G. Banér, di A. W. E. Wallenstein, piuttosto che un proposito veramente innovatore, bisogna vedere lo sforzo geniale di trarre le ultime possibilità da un'arte luminosa, ma ormai al tramonto. Delle molte opere di M. ricordiamo: il Trattato della guerra (1642), l'Arte militare (1653) e, il suo scritto più famoso, Della guerra col Turco in Ungheria (in tre parti, 1670, comprendente i celebri Aforismi sull'arte bellica). Anche in M. teorico si coglie la stessa oscillazione tra il vecchio e il nuovo. In una cosa sola, tuttavia, anticipò il futuro, nel delineare un ordine di battaglia che diverrà la caratteristica del sec. 18º e specialmente di Federico II, l'ordine obliquo.

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