MONGOLIA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

MONGOLIA (XXIII, p. 667; App. I, p. 872)

Mario TOSCANO

La repubblica popolare della Mongolia esterna. - Suddivisione amministrativa e popolazione. - Il paese è diviso in 13 aimaq (provincie, ma propriamente tribù), per i quali ecco i dati relativi al 1930.

La popolazione nel 1940 era stimata a 900.000 ab. circa, fra cui g0.000 Russi, 7000 Cinesi, il resto Mongoli. La capitale: Ulān Bātor, l'antica Urga, ha 50.000 ab.

Condizioni economiche (XXIII, p. 672). - Le risorse del paese sono essenzialmente quelle che provengono dalla pastorizia, principale attività dei suoi abitanti nomadi o semi-nomadi. Il patrimonio zootecnico, secondo dati incontrollabili riferiti al 1934, sarebbe (in milioni di capi): ovini, 13,0; caprini, 3,7; bovini, 2,0; cavalli 1,7 e cammelli 0,7. Il commercio è organizzato dai Russi (v. sotto) che hanno creato una società, la "Sovmontorg" (Società sovietico-mongola), che ne detiene il monopolio, incettando i prodotti locali (lana, pelli, bestiame, ecc.) che essa esporta in Russia, importando in cambio, nel paese, prodotti dell'industria russa (tessuti, zucchero, fiammiferi, petrolio, macchine, autoveicoli, ecc.). Il Governo di Ulān Bātor, seguendo l'esempio delle repubbliche socialiste del Kazakistan e dell'Uzbekistan, ha elaborato un piano quinquennale che, nel 1950, dovrebbe portare l'allevamento mongolo all'avanguardia in tutto l'Estremo Oriente. Il piano prevede per lo sviluppo dell'agricoltura lo sfruttamento di 1 milione di ettari contro i 45.000 del 1934. Anche l'industria viene incrementata e a Ulān Bātor è sorto un primo complesso industriale che comprende fabbriche di feltri, di calzature, di prodotti chimici, filande, concerie, la centrale elettrica oltre a officine per la riparazione di autoveicoli, una tipografia, una fabbrica di mattoni, ecc.

Comunicazioni. - Il problema capitale del paese è quello dei trasporti. Le comunicazioni si svolgono ancora prevalentemente coi mezzi tradizionali (cavalli e cammelli). Sembra, però, che sia già entrata in esercizio la ferrovia che collega la Transiberiana a Ulān Bātor, facendo capo a Ulān Ude. Inoltre è in attività un'aviolinea che collega Ulān Bātor a Verkhne Udinsk, e sui fiumi Selenga e Orkhon funzionano regolari servizî di vapori. Il piano quinquennale (che si riallaccia a quello sovietico) prevede la costruzione di parecchie ferrovie e strade.

Istruzione. - Notevoli i progressi che sono stati realizzati in questo campo; a Ulān Bātor è in funzione un'università con 600 studenti e 60 insegnanti, di cui metà russi; nel 1944, esistevano inoltre in tutto il paese oltre 500 scuole inferiori.

Storia e Costituzione. - In opposizione agli stretti legami politici e militari della Mongolia con l'URSS, il Giappone prese a patrocinare il movimento pan-mongolo e, tramite il governo del Man-Chu Kwo, ad incitare i mongoli ad unirsi ed a scuotere il giogo sovietico. Ma se questa politica ebbe un certo risultato con la creazione nella Mongolia interna, parte del dominio cinese dell'effimero governo del Meng Kiang (v. appresso), non ebbe alcun esito nella Mongolia esterna, che anzi, nel 1940 si diede una nuova costituzione.

Per quanto il testo di questa sia restato finora inaccessibile, si sa che essa ha lasciato inalterato il parlamento (o grande Khuruldan), eletto per suffragio universale da tutti i cittadini di ambo i sessi e di età superiore ai 18 anni, e il comitato esecutivo (o piccolo Khuruldan), costituito da 30 membri espressi dal seno del Parlamento, verso il quale essi sono responsabili. Dal comitato esecutivo, poi, sono eletti 5 membri con funzioni di ministri.

La Repubblica popolare continuò a collaborare strettamente con Mosca e, durante la seconda Guerra mondiale apportò all'URSS un prezioso contributo specialmente di bestiame e viveri. La vittoria delle Nazioni Unite doveva ripercuotersi anche sulla posizione della giovane repubblica. Il Trattato sino-sovietico del 14 agosto 1945, allo scopo di conciliare gl'interessi sovietici e le suscettibilità cinesi, subordinava il riconoscimento dell'indipendenza mongola ad un plebiscito popolare. Questo ebbe luogo il 20 ottobre 1945, pronunziandosi l'unanimità dei votanti in favore dell'indipendenza. L'URSS s'affrettò, il 27 febbraio 1946, a rinnovare il patto di reciproca assistenza con la repubblica popolare ed a firmare con essa un accordo di collaborazione economica e culturale. La Mongolia esterna rivolse alle N.U. domanda di ammissione, ma il Consiglio di sicurezza respinse la richiesta (6-13 settembre 1947) adducendo che la repubblica non aveva all'estero alcuna rappresentanza tranne quella di Mosca. Anche la Cina avversò detta candidatura ed accusò il governo della Mongolia esterna di avere provocato l'incidente di frontiera di Peitashan nel Sin-kiang (Turkestan cinese) nel giugno 1947. La Mongolia, a sua volta, replicò ritorcendo l'accusa. L'atteggiamento cinese fu dettato dal timore di vedere troppo rafforzata la posizione della repubblica popolare, che avrebbe potuto poi avanzare rivendicazioni sui territorî abitati da mongoli appartenenti alla Cina. Comunque l'influenza sovietica in Mongolia si è, in generale, risolta in un netto miglioramento delle condizioni di vita ed è innegabile che i progressi realizzati e la cauta politica dell'URSS sono ottimi fattori per accrescere il prestigio di Mosca fra le popolazioni dell'Asia Centrale.

Mongolia interna.

Il 27 ottobre del 1937 i Giapponesi riunirono a Kueihya (Suiyüan) un'assemblea di 300 delegati - sotto la presidenza del principe Yun - che approvò, all'unanimità, la creazione del nuovo governo confederale della Mongolia. A questa venne dato il nome di Meng Kiang (cinese: "marca" o "frontiera mongola") e quale capitale, dal 22 novembre 1937, fu designata Khalgan. Il nuovo stato venne organizzato definitivamente il 1° settembre 1939 e tale ordinamento mantenne durante tutta l'occupazione nipponica.

Il nuovo stato che aveva un ordinamento federale si estendeva su circa 587.000 kmq. con una pop0lazione di 5,8 milioni di abitanti. I tre stati federali erano: 1) il Mêng-ku o Mêng-ku Lien-mêng Tzû-chih Chêng-ju (Governo autonomo delle leghe della Mongolia), comprendente quasi tutte le due provincie cinesi del Sui-yüan e del Chahar (quest'ultima senza il distretto di Khalgan), territorio tradizionalmente e storicamente mongolo, con una superficie di circa 543.000 kmq. e 2,8 milioni di ab., di cui solo 300.000 Mongoli e il resto Cinesi. Capitale: Kuei-hua (in mongolo: Hoho Khoto, la città azzurra); 2) il Cha-nan o Cha-nan Tzû-chih Chêngfu (Governo autonomo del Chahar meridionale), costituito dalla porzione della provincia cinese del Chahar compresa entro la Grande Muraglia (cioè il distretto di Khalgan). Superficie circa 20.000 kmq. con 1,5 milioni di ab., quasi tutti Cinesi, meno, forse, 100.000 Mongoli. Capitale: Khalgan; 3) il Chin-pei o Chin-pei Tzû-chih Chêng-fu (Governo autonomo dello Shan-hsi settentrionale), comprendente la porzione della provincia dello Shan-hsi (v. XXXI, p. 601) situata entro la Grande Muraglia. Superficie circa 24.000 kmq. e 1,5 milioni di ab., quasi tutti Cinesi, meno circa 200.000 Mongoli. Capitale: Ta-t'ung. Il governo federale aveva a capo un presidente, assistito da un Consiglio federale di 6 membri mongoli, con funzioni di ministri, e 2 consiglieri giapponesi.

Il Meng Kiang costituiva una vera barriera difensiva per la frontiera occidentale del Man-Chu Kwo. Esso, oltre al suo interesse strategico nei confronti dell'URSS, rappresentò un notevole aiuto per lo sforzo bellico del Giappone che ben presto s'impossessò dell'economia del paese. Agricoltura, industria e commercio ebbero un notevole sviluppo, ma lo sfruttamento divenne in breve insopportabile: anziché l'attesa prosperità, la regione conobbe di nuovo la miseria e la fame. I contadini e gli operai venivano compensati con salarî bassissimi mentre i lama conservavano i loro privilegi. Il Partito comunista cinese ha rafforzato il suo potere sulle masse lavoratrici perché ha saputo identificare la lotta contro l'imperialismo giapponese con la lotta contro il feudalismo. Nell'agosto del 1945, quando i Giapponesi capitolarono, i comunisti, sotto la guida di Mao Tse Tung, capo del governo del Yennan, dominavano tutta la Mongolia interna ed una parte della Cina del Nord. Essi seppero gettare le basi di una riorganizzazione politica e sociale che apportò un sensibile miglioramento alle condizioni di vita degli abitanti. Il programma attuale dei comunisti cinesi è alquanto diverso da quello sovietico ed è vicino piuttosto a quello del socialismo. Il territorio controllato dai comunisti venne diviso in un certo numero di regioni le quali posseggono ciascuna il proprio governo che dipende dal potere centrale. La regione del Chahar ha visto l'invasione delle forze governative cinesi che ne hanno occupato la capitale, Khalgan, il 10 ottobre 1946.

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