Najibullah, Mohammed

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Uomo politico afgano (Kabul 1947 - ivi 1996). Dopo aver ricoperto le cariche di capo dei servizi segreti e di segretario del partito democratico popolare, divenne presidente dell'Afghanistan (1987-92).

Vita e attività

Membro del partito democratico popolare (PDP) dal 1965, nel 1967 N. aderì alla fazione Parcham («Bandiera»). Esponente del comitato centrale del partito dal 1977, N. partecipò alla rivoluzione dell'apr. 1978, ma nel sett. venne espulso dal partito con altri membri della sua fazione accusati di complotto dalla predominante fazione Khalq («Masse»). Rifugiatosi in URSS, rientrò in Afghānistān nel 1979, poco prima dell'intervento militare sovietico in sostegno del governo centrale, contrastato dalla guerriglia dei mugiāhidīn. Capo del Servizio di informazione dello Stato (1979-85), membro dell'Ufficio politico (1981-82), dal maggio 1986 fu segretario generale del PDP. Capo dello Stato dal 1987, rafforzò la politica di riconciliazione nazionale, già avviata da B. Karmal; dovette fronteggiare da un lato l'aumentata attività militare dei mugiāhidīn, conseguente al ritiro delle forze armate sovietiche (completato nel maggio 1989), dall'altro la forte opposizione di settori dell'esercito e del partito alla sua politica di riconciliazione nazionale. Nel maggio 1990, N. promosse la trasformazione della struttura organizzativa, del programma e del nome del partito, che divenne il Partito della patria. Le vittorie militari dei ribelli lo costrinsero alla fuga nell'apr. 1992. Bloccato dai ribelli, N. si rifugiò nella sede dell'ONU a Kabul (1992); nel settembre 1996, in seguito alla conquista della città da parte delle milizie integraliste islamiche dei Ṭālibān, N. fu catturato e giustiziato.

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