Malabar

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Regione costiera dell’India, nel Deccan sud-occidentale, che si allunga per circa 400 km tra la pianura litoranea (orlata di lagune) e il versante O dei monti Ghati Occidentali (con ampie foreste equatoriali). Numerose le lagune che si estendono parallelamente alla costa per vari km. Forte piovosità (da 2000 mm sulla costa fino a oltre 5000 mm sui rilievi). Vi si producono, oltre a riso e tè, anche pepe, sale, zenzero e si esporta legname (tek). Notevoli le relazioni commerciali con i paesi arabi. I centri più importanti sono Trivandrum e Kozhikode (Calicut).

Per buona parte la regione del M. appartenne all’antico regno di Kerala. Per l’abbondanza di spezie, i Portoghesi vi stabilirono basi commerciali nel 16° sec.; gli Inglesi assunsero il controllo della regione nel tardo 18° secolo. Malabaresi Cattolici indiani di tradizione rituale caldea o siro-orientale, insediati soprattutto nel Malabar. Fanno parte del gruppo dei cosiddetti ‘cristiani di s. Tommaso’, alla cui predicazione fanno risalire le loro origini. Storicamente la presenza di cristiani in India sembra accertata fin dal 2° sec.; dipendenti dal 5° sec. dalla Chiesa di Seleucia-Ctesifonte o di Persia, dopo l’arrivo dei Portoghesi in India alla fine del 15° sec. iniziarono un processo di maggiori relazioni con Roma e la Chiesa d’Occidente, culminato con la sottomissione a vescovi di rito latino e la latinizzazione della liturgia. Nel 1653 la comunità si divise in un ramo cattolico e in uno ortodosso (malankaresi) sotto la giurisdizione del patriarca giacobita di Antiochia. I tentativi da parte di Roma di ricomporre lo scisma, iniziati subito dopo, riuscirono solo in parte. Nel 1896 i malabaresi furono nominati da Roma vicari apostolici indiani di rito malabarese; nel 1923 Pio XI istituì la gerarchia ecclesiastica, dal 1992 costituita da un arcivescovo maggiore e una ventina di vescovi. Una parte dei malankaresi, dopo alterne vicende, nel 1909 costituì una comunità indipendente sotto un proprio metropolita o katholikòs. Parte di questa comunità nel 1930 si unì a Roma dando luogo a una Chiesa cattolica siro-malankarese, che nel 1932 ebbe una gerarchia ecclesiastica costituita da un arcivescovo e due vescovi.

Impropriamente, perché non esclusivi del M., si chiamano riti malabarici alcuni accomodamenti a costumi e idee locali (onoranze agli antenati, modi di designare Dio, distintivi di casta, cerimonie nuziali, ornamenti del corpo ecc.) che furono adottati in India dai missionari gesuiti, per facilitare la penetrazione cristiana. Contro di essi protestarono missionari di altri ordini, in particolare cappuccini, appellandosi alla Santa Sede, la quale inizialmente emanò decreti tolleranti, ma poi, con Benedetto XIV, condannò (1744) in modo definitivo tali riti. La condanna fu abrogata nel 1940.

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